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Telefonia, si prepara una banca dati degli utenti morosi

Nascerà la prima banca dati con i nomi degli utenti morosi, per tutti i servizi telefonici, fissi e mobili. La novità, contestata da alcune associazioni dei consumatori, è ormai nell’aria: il Garante della Privacy ha cominciato venerdì le consultazioni de visu con le associazioni e conta di varare un provvedimento “entro i primi sei mesi del 2015”, dice a Repubblica.it. Tempo sei mesi, quindi, e cambierà la vita degli utenti che hanno qualche conto in sospeso con gli operatori: chi finisce nella banca dati, perché moroso per un precedente contratto, potrebbe avere problemi ad attivare servizi telefonici anche con altri operatori. Adesso invece è possibile disdire un contratto lasciando alcune pendenze e attivarne subito un altro con un diverso operatore. Si può contare sul fatto che le aziende difficilmente fanno causa agli utenti per poche decine (o centinaia) di euro.

La banca dati morosi è fortemente voluta dagli operatori, per ovvie ragioni, ma finora non sono riusciti a ottenerla, per via dell’opposizione delle associazioni dei consumatori. Il Garante aveva pubblicato già ad aprile uno schema di provvedimento, per autorizzare la banca dati. Equivale a una bozza di normativa, dove si legge che gli operatori possono inserire gli utenti nella banca dati solo dopo un ultimatum (“se non paghi entro questa data…”) e solo per pendenze superiori ai 100 euro. Queste clausole potrebbero comunque variare nella normativa finale, anche a fronte delle consultazioni in corso. Federconsumatori ha mandato oggi stesso una nota dichiarandosi contraria a un qualsiasi tipo di banca dati morosi. Il Garante sembra comunque intenzionato ad andare fino in fondo, venendo incontro alle richieste degli operatori, pur tutelando le esigenze di privacy dei consumatori.

“Lo scopo di costituire il Sit (questo il nome della banca dati, ndr) è quello di evitare che il fenomeno in costante aumento del turismo telefonico finisca per scaricarsi addosso a chi paga regolarmente”, spiegano dal Garante. “Cioè che tutti i milioni di perdite che hanno gli operatori telefonici finiscano per ricadere sui conti degli utenti onesti. In questo senso, la riservatezza non può essere strumentalmente usata per garantire anonimato a chi non paga”. “Tuttavia è vero anche che la crisi economica ha accresciuto il fenomeno dei morosi, ed è di conseguenza importante valutare tutti gli aspetti più delicati nella costituzione di questa banca dati e garantire le giuste tutele a chi ha problemi economici”, aggiungono. “Occorre dunque trovare un giusto equilibrio tra tutte le esigenze e tutti gli interessi in gioco, in un settore peraltro non regolamento per legge. Così come è necessario definire garanzie per tutti gli utenti, ma anche sanzioni nei confronti degli operatori che non operano correttamente”.

 


Autore: Alessandro Longo
Fonte:

Repubblica

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