Sei mesi di tempo per comporre il puzzle della riscossione locale. Unico punto certo, il fatto che le procedure coattive resteranno nelle mani di Equitalia. Il tutto, indipendentemente dal fatto che la legge di stabilità 2015 abbia fissato la dead line dellaffidamento del servizio di riscossione nelle mani dellente al 30 giugno 2015.
Unennesima proroga che, però, questa volta dovrà fare i conti con la legge 23/2014 (delega fiscale) che al suo interno (art. 10) prevede esplicitamente il riordino della disciplina della riscossione locale. E proprio la delega fiscale potrebbe costituire lappiglio necessario per concretizzare, dopo anni di tira e molla, lipotesi dellaffidamento della riscossione presso i comuni ad un consorzio ad hoc nel quale confluirebbero le risorse tecnico organizzative sia di Equitalia sia dellAnci (Associazione nazionale comuni italiani). Ipotesi spesso paventata ma mai concretizzata.
La strada, però, se pur ancora per i primi metri sembra essere tracciata. In base a quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, sono già stati fissati quelli che dovrebbero essere i punti cardine della struttura del consorzio. A questo spetterebbe la gestione e lorganizzazione territoriale del servizio. Lente, infatti, dovrebbe avere il compito di andare a delineare i limiti geografici del servizio stesso: province, sub province e località. Non è un segreto, infatti, che uno degli obiettivi sia quello di voler estendere i servizi di riscossione su una platea maggiore di comuni in modo da ridurre al minimo il frazionamento del servizio. La struttura, quindi, da un punto di vista organizzativo, non dovrebbe essere troppo pesante, non essendo necessario, se così fosse, una sua capillare presenza su tutto il territorio. Presenza di cui, invece, non potrà fare a meno Equitalia. Allinterno del consorzio, infatti, il compito dellente di riscossione resterebbe quello di braccio armato con il pieno affidamento della riscossione coattiva. Ai comuni, invece, sarebbe affidato il compito di gestire la riscossione ordinaria e i controlli, in modo più strutturato affidando il servizio, nel caso in cui lo ritengano necessario anche a privati a seguito di procedure ad evidenza pubblica. Struttura, quella che si va delineando che, quindi, metterebbe al sicuro i circa 2.000 posti di lavoro in ballo nel caso in cui fosse stato sottratto completamente il servizio di riscossione dalle mani di Equitalia. Il personale, infatti, o sarà deviato allinterno del consorzio con struttura pubblica o, in alternativa, resterebbe alle dipendenze di Equitalia.
Autore: Beatrice Migliorini
Fonte:
Italia Oggi
Sei mesi di tempo per comporre il puzzle della riscossione locale. Unico punto certo, il fatto che le procedure coattive resteranno nelle mani di Equitalia. Il tutto, indipendentemente dal fatto che la legge di stabilità 2015 abbia fissato la dead line dellaffidamento del servizio di riscossione nelle mani dellente al 30 giugno 2015.
Unennesima proroga che, però, questa volta dovrà fare i conti con la legge 23/2014 (delega fiscale) che al suo interno (art. 10) prevede esplicitamente il riordino della disciplina della riscossione locale. E proprio la delega fiscale potrebbe costituire lappiglio necessario per concretizzare, dopo anni di tira e molla, lipotesi dellaffidamento della riscossione presso i comuni ad un consorzio ad hoc nel quale confluirebbero le risorse tecnico organizzative sia di Equitalia sia dellAnci (Associazione nazionale comuni italiani). Ipotesi spesso paventata ma mai concretizzata.
La strada, però, se pur ancora per i primi metri sembra essere tracciata. In base a quanto risulta a ItaliaOggi, infatti, sono già stati fissati quelli che dovrebbero essere i punti cardine della struttura del consorzio. A questo spetterebbe la gestione e lorganizzazione territoriale del servizio. Lente, infatti, dovrebbe avere il compito di andare a delineare i limiti geografici del servizio stesso: province, sub province e località. Non è un segreto, infatti, che uno degli obiettivi sia quello di voler estendere i servizi di riscossione su una platea maggiore di comuni in modo da ridurre al minimo il frazionamento del servizio. La struttura, quindi, da un punto di vista organizzativo, non dovrebbe essere troppo pesante, non essendo necessario, se così fosse, una sua capillare presenza su tutto il territorio. Presenza di cui, invece, non potrà fare a meno Equitalia. Allinterno del consorzio, infatti, il compito dellente di riscossione resterebbe quello di braccio armato con il pieno affidamento della riscossione coattiva. Ai comuni, invece, sarebbe affidato il compito di gestire la riscossione ordinaria e i controlli, in modo più strutturato affidando il servizio, nel caso in cui lo ritengano necessario anche a privati a seguito di procedure ad evidenza pubblica. Struttura, quella che si va delineando che, quindi, metterebbe al sicuro i circa 2.000 posti di lavoro in ballo nel caso in cui fosse stato sottratto completamente il servizio di riscossione dalle mani di Equitalia. Il personale, infatti, o sarà deviato allinterno del consorzio con struttura pubblica o, in alternativa, resterebbe alle dipendenze di Equitalia.
Autore: Beatrice Migliorini
Fonte:
Italia Oggi