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L’Eba stressa di nuovo le banche, raffica di sospensioni a Piazza Affari

Il Ftse Mib accelera al ribasso fino a toccare un minimo intraday a quota 18.787 punti e cede ora l’1,89% a 18.795 punti, appesantito dalle vendite sui titoli bancari, innescate dalle dichiarazioni del presidente dell’Eba, Andrea Enria, secondo cui le banche non dovrebbero sentirsi troppo al sicuro dopo gli stress test, anche quelle che li hanno superati.

“La storia non finisce qui, anche per le banche che li hanno passati”, ha chiosato Enria nel corso di una conferenza a Berlino. Dall’esito del comprehensive assessment della Banca centrale europea diffuso la scorsa domenica è emerso che circa una banca su cinque non ha superato gli esami sulla base delle condizioni di bilancio a fine 2013. Delle 25 bocciate su un totale di 131, 12 hanno però già coperto la carenza di capitale.

I problemi più consistenti si sono riscontrati in Italia, Cipro e Grecia, ma il settore finanziario italiano è quello che più ha preoccupato con nove banche finite nel mirino: Banco Popolare, Bper, Bpm, Pop Sondrio, Popolare di Vicenza, Carige, Credito Valtellinese, Mps e Veneto Banca. Di queste solo due, Mps e Banca Carige , sono state chiamate a nuove azioni per colmare la carenza di capitale rispettivamente pari a 2,11 miliardi di euro e 814 milioni.

Infatti Bankitalia già domenica scorsa ha precisato che, tenendo conto degli aumenti di capitale perfezionati tra gennaio e settembre di quest’anno e delle ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale già approvate, le potenziali carenze di capitale si sono ridotte da 9,7 miliardi a 2,9 miliardi di euro, interessando soltanto l’istituto senese e quello genovese.

Anche se alcuni analisti hanno espresso qualche dubbio sulla reale severità dell’asset quality review e degli stress test, dopo le parole del numero uno dell’Eba a Piazza Affari la reazione è stata immediata: Mps è sospesa con un -8,28% teorico, Bper con un -4% teorico e Banco Popolare con un -4,07% teorico, mentre Bpm perde il 3,54%, Ubi Banca il 2,97%, Mediobanca il 2,72%, Intesa Sanpaolo il 2,76% e Unicredit il 2,6%. Lo spread è leggermente salito a 165 punti base e il rendimento del decennale domestico al 2,52%.

“Gli investitori non riescono proprio a trovare pace. Mentre l’esito dell’asset quality review e degli stress test doveva essere una rassicurazione per il mercato, anche considerando il fatto che nel complesso il risultato è stato positivo, ora arrivano le parole del presidente dell’Eba che fanno ripiombare gli investitori nell’incertezza”, ha commentato a caldo un gestore contattato dall’agenzia MF-Dowjones.

“L’esito positivo dell’esame della Bce è una condizione necessaria ma non sufficiente per la ripresa del settore bancario. Servono segnali positivi da parte della ripresa economica prima che gli investitori riescano a superare le proprie paure e ad assumere posizioni importanti sul comparto. La situazione non può continuare in questo modo, la Bce dovrebbe intervenire”, ha aggiunto un trader.

Anche nel resto d’Europa i principali listini scambiano sotto la pari con Francoforte in calo dello 0,88%, Londra dello 0,74%, Parigi dello 0,47% e Madrid dell’1,43% e a contribuire al sentiment negativo dei mercati sono anche i timori che aleggiano in Grecia. Gli investitori che detengono titoli obbligazionari greci, infatti, nei prossimi quattro mesi potrebbero ritrovarsi sulle montagne russe a causa della forte spinta politica verso le elezioni anticipate che il governo ellenico sta cercando faticosamente di contenere.

Il primo ministro, Antonis Samaras, ha tempo fino al prossimo febbraio per mettere insieme una maggioranza parlamentare in grado di eleggere un nuovo presidente per portare avanti il piano di salvataggio economico del Paese e scardinare l’intenzione del capo dell’opposizione, Alexis Tsipras, di spingere verso le elezioni anticipate. Uno scenario inquietante, in grado di riproporre nuove fiammate speculative per il ripetersi dello stesso dilemma del 2012, quando l’adesione della Grecia alla moneta unica era appesa a un filo.

Il primo ministro sta anche cercando di sganciarsi dal controllo dei funzionari europei e del Fondo Monetario Internazionale, che hanno imposto direttive e sorvegliato i tagli di bilancio accolti malamente dall’opinione pubblica, pur mantenendo sufficiente riserva finanziaria per “accontentare” gli investitori. “La realtà è che ci sarà un clima di incertezza fino a febbraio”, ha dichiarato il ministro per le riforme greco, Kyriakos Mitsotakis, spiegando che la volatilità è causata dalla paura di elezioni anticipate e dalla possibilità che da queste elezioni possa uscire un vincitore non allineato alle direttive dell’Unione Europea.


Autore: Serena Berici
Fonte:

Milano Finanza

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