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Ultima campanella per le banche

L’appuntamento più importante di quest’anno per i banchieri del Vecchio continente– e per molti investitori della regione – è segnato in agenda il 26 ottobre, subito prima del pranzo della domenica. Quel giorno, alle 12, la Bce comunicherà i risultati della sua valutazione (Aqr, Asset quality review) e degli stress test effettuati sulle banche di Eurolandia, mentre l’Eba dirà la sua su quelle Ue. Durante l’aperitivo, insomma, gli operatori capiranno se i dubbi e le incertezze di cui sono stati preda negli ultimi giorni sono giustificati o se la situazione finanziaria della regione è tale da giustificare un maggiore ottimismo. Dal giorno dopo si muoveranno di conseguenza.

I test
I risultati delle singole banche, spiega un documento dell’Eurotower faranno una distinzione tra le carenze di capitale individuate nella Asset quality review e quelle emerse sulla base degli stress test. Sono 130 le banche sottoposte agli esami degli uomini del governatore, Mario Draghi. Dopo la pubblicazione dei risultati, laddove sarà necessario, gli istituti avranno due settimane per sottoporre i piani sul capitale a Francoforte, precisando come copriranno le carenze. La valutazione complessiva è un esame completo dei bilanci delle maggiori banche svolto prima che la Bce assuma i suoi compiti di supervisione a novembre. I risultati delle singole banche verranno presentati in un modello standardizzato e, oltre a distinguere tra l’esito dell’Aqr e quello degli stress test fatti sia su uno scenario base sia in presenza di condizioni avverse, conterranno anche importanti informazioni aggiuntive quali le operazioni di ri-patrimonializzazione già effettuate dalle banche nel 2014. Oltre all’esito di ogni singola banca, la Bce pubblicherà anche un rapporto aggregato sul risultato complessivo dei test di tutte le banche.

I test dell’Eba valutano la capacità di resistenza delle banche in un ipotetico scenario macroeconomico avverso, utilizzando una metodologia sviluppata dalla stessa autorità. Sulla base di 12mila dati per ogni banca, ha spiegato l’Eba, i test “forniranno una visione del sistema bancario della Ue con un livello di trasparenza senza pari”. L’Authority pubblicherà nel suo sito un rapporto riassuntivo sui risultati, una mappa interattiva che riassume i risultati per paese e per banca, i risultati dei singoli istituti e anche un database e altre informazioni. L’Eba tra l’altro renderà noti per la prima volta gli indici di Common Equity Tier 1 (Cet 1) ‘fully loaded’ Crr/Crd4 (cioè le direttive che attuano Basilea 3). “Lo stress test bancario non riguarda solo il fatto che una banca possa fallire o meno”, ha detto l’Eba. “Piuttosto fornirà una preziosa comprensione sui progressi fatti finora dalle banche dell’Unione europea per risanare i loro bilanci e rafforzare la loro posizione patrimoniale”. L’Authority si aspetta che la pubblicazione dei risultati sia accompagnata da una serie di informazioni a supporto da parte dalle autorità competenti in tutti i paesi Ue, incluso il loro approccio all’attuazione delle misure di supervisione per le banche che non passano il test e per le altre società per cui sono emersi fattori di vulnerabilità.

Tutti promossi?
“Prevediamo che la maggior parte delle banche supererà la valutazione complessiva e che molti degli insuccessi saranno di natura tecnica”, spiega uno studio di Fitch. “I relativi problemi di capitale sono già stati risolti nel 2014”.Secondo Fitch, la valutazione approfondita, condotta attraverso l’analisi di attività e rischi di bilancio e successivi stress test, “è solo un primo passo nell’armonizzare le condizioni di accesso degli istituti a fondi del settore privato così come la capacità di fornire credito”. I livelli elevati di crediti problematici non coperti, tuttavia, “faranno si che alcune banche, soprattutto nei Paesi più deboli, restino vulnerabili”.

Nella nota Fitch sottolinea, inoltre, che “esiste una forte correlazione tra le banche con i bilanci più deboli e i Paesi più fragili dell’area dell’euro. Secondo l’agenzia di rating a Grecia, Irlanda, Italia e Spagna fanno capo in totale oltre due terzi dei crediti problematici non coperti da accantonamenti alla fine del primo semestre del 2014. Quindi, anche se i livelli di capitalizzazione delle 130 banche che sono sotto esame alla Bce sono stati rafforzati in modo significativo da quando sono stati condotti gli ultimi stress test, nel 2011, sono ancora necessari ulteriori progressi, continua Fitch, per rafforzare i bilanci delle banche più fragili.

Dopo l’esame
I risultati del 26 ottobre sono importanti sotto diversi aspetti. Il più evidente riguarda le cifre che gli istituti chiederanno se saranno costretti a bussare ai cassieri della Bce. Secondo le previsioni di Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, le banche europee dovrebbero richiedere un totale di 250 miliardi di euro nelle due operazioni Tltro lanciate da Eurotower. “L’esito della prima operazione a settembre (82,6 miliardi, ndr) non mi ha sorpreso, forse è stata 7-8 miliardi sotto le attese”, ha spiegato, intervenendo alla presentazione del XIX rapporto sulle banche italiane della Fondazione Rosselli. Penso che la seconda a dicembre vedrà una richiesta doppia rispetto alla prima”.

Il secondo aspetto riguarda il contributo che gli istituti di credito saranno in grado di dare alla ripresa della regione. “Uno dei problemi più radicati in Europa è rappresentato dalla (comprensibile) riluttanza delle banche a concedere prestiti, viste le pressioni a conservare il capitale in previsione della Asset quality review e degli stress test”, spiega una nota di Michele Patrì Portfolio Manager European flexible equities di AllianceBernstein. “Dopo che la Aqr e gli stress test saranno cosa superata riteniamo che le banche europee si dimostreranno sempre più intenzionate a sfruttare questi prestiti. Nel corso del tempo, ciò dovrebbe indirizzare il flusso del credito verso le aziende europee e, a sua volta, incrementare la domanda corporate per una serie di servizi alle aziende man mano che l’attività economica inizierà gradualmente a rafforzarsi”.

L’Italia prepara le M&A
Da un punto di vista più strettamente operativo, le case di investimento guardano ai possibili scenari di consolidamento del settore in Italia che dovrebbero aprirsi una volta conclusi i test. Questa evoluzione, peraltro, è ritenuta plausibile dagli stessi amministratori delegati delle banche italiane. Il Ceo di Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, oltre a dirsi fiducioso sull’esito dell’esame Bce ha sottolineato che il gruppo valuterà le opzioni in caso di opportunità di M&A. Allo stesso modo il numero uno di Ubi, Victor Massiah, ha ribadito la volontà dell’istituto di essere un polo aggregante così come Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Bpm, ha auspicato un ruolo attivo della banca che guida, nell’eventuale consolidamento del comparto.

In attesa di domenica, il consiglio che arriva dagli operatori è di essere prudenti. “I downgrade sugli utili hanno reso il settore più caro di quanto non lo sia stato per anni, spiega uno studio firmato da Claudio Borrelli, Head of equity research di UBP. “A nostro giudizio le valutazioni sono tirate. Preferiamo aspettare il risultato dell’Aqr e degli stress test, piuttosto che esporci al rischio di risultati peggiori delle attese”.

L’America prepara un altro round
La Federal Reserve, intanto, ha appena consegnato alle banche le istruzioni per i prossimi stress test. Si tratta di una lista di aree in cui apportare miglioramenti per gli esami del 2015, ufficialmente chiamati Comprehensive Capital Analysis and Review. La Banca centrale americana fa le proprie valutazioni anche su una base qualitativa del processo di pianificazione patrimoniale, per esempio esaminando la capacità di misurare perdite potenziali. In base ai risultati degli stress test, la Fed deciderà quali banche potranno restituire capitale agli azionisti.


Autore: Marco Caprotti
Fonte:

Morning Star

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