Il numero delle domande di finanziamento presentate dalle imprese italiane è cresciuto nel 3° trimestre dellanno in corso del +5,5% (dato ponderato sul numero di giorni lavorativi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il dato relativo al periodo luglio-settembre conferma la dinamica positiva che perdura da oltre un anno pur evidenziando unattenuazione rispetto alla crescita più sostenuta che aveva caratterizzato i primi due trimestri del 2014, quando la domanda di prestiti aveva fatto segnare rispettivamente un +15,9% e un +8,0%.
Queste evidenze emergono dal Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese (vere e proprie istruttorie formali presentate agli istituti, non semplici richieste di informazioni o preventivi).
Come emerge da questa analisi il fatto che contemporaneamente gli indicatori del sentiment delle imprese non siano risultati particolarmente brillanti lascia pensare che le richieste di credito siano finalizzate più a sostenere lattività corrente che a finanziare progetti di investimenti e sviluppo.
Nello specifico, il dato relativo alle imprese individuali nel 3° trimestre 2014 ha fatto segnare un +2,7% rispetto al pari periodo 2013, mentre il numero di richieste di finanziamento da parte delle società è aumentato del +7,4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Ragionando in termini aggregati, e prendendo in esame i primi 9 mesi dellanno, il numero di richieste presentate dalle imprese individuali sale a +12,0%, mentre per quanto concerne le società lincremento si assesta a un più contenuto +8,9%.
A fronte della crescita del numero della domanda di finanziamenti, l’analisi mostra una leggera diminuzione dellimporto medio richiesto da parte delle imprese italiane.
Nei primi 9 mesi dellanno in corso, infatti, nellaggregato di imprese individuali e società, limporto medio si è attestato a 69.659 Euro contro i 70.301 Euro del pari periodo 2013 (-0,9%). Scendendo maggiormente nel dettaglio dellanalisi per tipologia di impresa, le imprese individuali hanno fatto registrare un importo medio dei finanziamenti richiesti pari a 34.506 Euro, in calo del -3,7% rispetto ai primi 9 mesi del 2013.
Al contrario, le società hanno fatto registrare una crescita del +0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un importo medio attestatosi a 94.487 Euro.
Relativamente alla distribuzione della domanda per classi di importo, infine, la fascia di richieste inferiori ai 5.000 Euro si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 34,1% del totale, e in crescita di 2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2013. Questa dinamica è spiegata fondamentalmente dal peso numerico preponderante delle richieste inoltrate dalle piccole e piccolissime imprese.
Landamento della domanda di credito rappresenta un indicatore di straordinaria efficacia per valutare lo stato di salute delle imprese e il loro livello di fiducia nei confronti del futuro. Dallanalisi dei dati del nostro Barometro emerge una domanda di credito che si conferma ancora sostenuta, che deve però fare i conti con unofferta che risente del peggioramento della qualità del portafoglio crediti e del costo del rischio che ha eroso nel corso degli anni la redditività degli Istituti spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.
Dallanalisi prodotta sulla base delle schede settoriali di CRIF Rating Agency, con dati aggiornati al 30 giugno 2014, emerge che landamento del tasso di default nel suo complesso mostra un miglioramento a partire dalla metà del 2013 quando si prospettava una ripresa economica, che invece si è rivelata deludente. Nello specifico, a giugno 2014 il flusso di nuove sofferenze scende al 5.5% (era risultato pari al 6.5% nel giugno 2013).
Il rientro della rischiosità creditizia complessivamente fatta registrare dalle imprese italiane in questi ultimi mesi può però essere attribuita perlopiù alla contrazione delle erogazioni e agli attenti monitoraggi sulla clientela finanziabile, più che ad un miglioramento delleconomia reale che continua a mostrare ampi margini di incertezza.
Fonte:
Crif
Il numero delle domande di finanziamento presentate dalle imprese italiane è cresciuto nel 3° trimestre dellanno in corso del +5,5% (dato ponderato sul numero di giorni lavorativi) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il dato relativo al periodo luglio-settembre conferma la dinamica positiva che perdura da oltre un anno pur evidenziando unattenuazione rispetto alla crescita più sostenuta che aveva caratterizzato i primi due trimestri del 2014, quando la domanda di prestiti aveva fatto segnare rispettivamente un +15,9% e un +8,0%.
Queste evidenze emergono dal Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese (vere e proprie istruttorie formali presentate agli istituti, non semplici richieste di informazioni o preventivi).
Come emerge da questa analisi il fatto che contemporaneamente gli indicatori del sentiment delle imprese non siano risultati particolarmente brillanti lascia pensare che le richieste di credito siano finalizzate più a sostenere lattività corrente che a finanziare progetti di investimenti e sviluppo.
Nello specifico, il dato relativo alle imprese individuali nel 3° trimestre 2014 ha fatto segnare un +2,7% rispetto al pari periodo 2013, mentre il numero di richieste di finanziamento da parte delle società è aumentato del +7,4% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Ragionando in termini aggregati, e prendendo in esame i primi 9 mesi dellanno, il numero di richieste presentate dalle imprese individuali sale a +12,0%, mentre per quanto concerne le società lincremento si assesta a un più contenuto +8,9%.
A fronte della crescita del numero della domanda di finanziamenti, l’analisi mostra una leggera diminuzione dellimporto medio richiesto da parte delle imprese italiane.
Nei primi 9 mesi dellanno in corso, infatti, nellaggregato di imprese individuali e società, limporto medio si è attestato a 69.659 Euro contro i 70.301 Euro del pari periodo 2013 (-0,9%). Scendendo maggiormente nel dettaglio dellanalisi per tipologia di impresa, le imprese individuali hanno fatto registrare un importo medio dei finanziamenti richiesti pari a 34.506 Euro, in calo del -3,7% rispetto ai primi 9 mesi del 2013.
Al contrario, le società hanno fatto registrare una crescita del +0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un importo medio attestatosi a 94.487 Euro.
Relativamente alla distribuzione della domanda per classi di importo, infine, la fascia di richieste inferiori ai 5.000 Euro si conferma essere quella prevalente, con una quota pari al 34,1% del totale, e in crescita di 2 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2013. Questa dinamica è spiegata fondamentalmente dal peso numerico preponderante delle richieste inoltrate dalle piccole e piccolissime imprese.
Landamento della domanda di credito rappresenta un indicatore di straordinaria efficacia per valutare lo stato di salute delle imprese e il loro livello di fiducia nei confronti del futuro. Dallanalisi dei dati del nostro Barometro emerge una domanda di credito che si conferma ancora sostenuta, che deve però fare i conti con unofferta che risente del peggioramento della qualità del portafoglio crediti e del costo del rischio che ha eroso nel corso degli anni la redditività degli Istituti spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF.
Dallanalisi prodotta sulla base delle schede settoriali di CRIF Rating Agency, con dati aggiornati al 30 giugno 2014, emerge che landamento del tasso di default nel suo complesso mostra un miglioramento a partire dalla metà del 2013 quando si prospettava una ripresa economica, che invece si è rivelata deludente. Nello specifico, a giugno 2014 il flusso di nuove sofferenze scende al 5.5% (era risultato pari al 6.5% nel giugno 2013).
Il rientro della rischiosità creditizia complessivamente fatta registrare dalle imprese italiane in questi ultimi mesi può però essere attribuita perlopiù alla contrazione delle erogazioni e agli attenti monitoraggi sulla clientela finanziabile, più che ad un miglioramento delleconomia reale che continua a mostrare ampi margini di incertezza.
Fonte:
Crif