Segnali contrastanti dal mondo del credito. Se da un lato il costo del denaro (sotto forma di tassi d’interesse) continua a scendere, grazie alle mosse della Bce, e accendere un prestito è meno difficile; dall’altro continua la corsa delle sofferenza e il calo della raccolta. E’ quanto emerge dal bollettino mensile dell’Abi secondo cui il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,77% (3,81% il mese precedente; 6,18% a fine 2007) con un netto calo sul fronte dei mutui: il tasso sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è ridotto al 3,19% (3,23% il mese precedente e segnando il valore più basso da giugno 2011; 5,72% a fine 2007). Sulla stessa falsariga anche il costo del finanziamento alle imprese che cala al 2,89%, ai minimi dal marzo 2011.
Segnali positivi arrivano anche dal rallentamento del calo dei prestiti ad agosto. Su base annua gli impieghi sono diminuiti del 2,3%: il dato, seppur ancora negativo, rappresenta il miglior risultato da luglio 2012 e segna un miglioramento dell’andamento dei finanziamenti all’economia prima ancora dell’avvio della nuova Tltro della Bce. A luglio il dato era in calo del 2,5%, mentre il picco negativo, con una contrazione del 4,5% era stato toccato a novembre 2013. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.818 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.418 miliardi di euro. Complessivamente il mese scorso le banche hanno prestato più di quanto hanno raccolto (1.818 miliardi contro i 1.708 miliardi di raccolta).
Nonostante qualche timido accenno di ripresa, non si ferma la corsa delle sofferenze bancarie che a luglio sfondano quota 172 miliardi di euro. L’Abi sottolinea che “a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta“.
In particolare, le sofferenze lorde sono risultate pari a 172,3 miliardi contro i 170,3 miliardi di giugno. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9% (7,2% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 15,3% per i piccoli operatori economici (12,9% a luglio 2013; 7,1% a fine 2007), il 14,8% per le imprese (11,3% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 6,6% per le famiglie consumatrici (6% a luglio 2013; 2,9% a fine 2007).
Prosegue, inoltre, il calo della raccolta delle banche ad agosto: la raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) si attesta a 1.707 miliardi di euro, in diminuzione di circa 18 miliardi rispetto a un anno prima (-1%, -1,1% a luglio), risentendo della dinamica negativa della raccolta a medio e lungo termine. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.708 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di oltre 195 miliardi. In calo, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (ad agosto 2014: -9,8%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di oltre 51 miliardi di euro) il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Mentre i depositi aumentano – sempre ad agosto – di oltre 33 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +2,8%, +2,7% a luglio 2014).
Fonte:
Repuublica.it
Segnali contrastanti dal mondo del credito. Se da un lato il costo del denaro (sotto forma di tassi d’interesse) continua a scendere, grazie alle mosse della Bce, e accendere un prestito è meno difficile; dall’altro continua la corsa delle sofferenza e il calo della raccolta. E’ quanto emerge dal bollettino mensile dell’Abi secondo cui il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,77% (3,81% il mese precedente; 6,18% a fine 2007) con un netto calo sul fronte dei mutui: il tasso sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è ridotto al 3,19% (3,23% il mese precedente e segnando il valore più basso da giugno 2011; 5,72% a fine 2007). Sulla stessa falsariga anche il costo del finanziamento alle imprese che cala al 2,89%, ai minimi dal marzo 2011.
Segnali positivi arrivano anche dal rallentamento del calo dei prestiti ad agosto. Su base annua gli impieghi sono diminuiti del 2,3%: il dato, seppur ancora negativo, rappresenta il miglior risultato da luglio 2012 e segna un miglioramento dell’andamento dei finanziamenti all’economia prima ancora dell’avvio della nuova Tltro della Bce. A luglio il dato era in calo del 2,5%, mentre il picco negativo, con una contrazione del 4,5% era stato toccato a novembre 2013. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.818 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.418 miliardi di euro. Complessivamente il mese scorso le banche hanno prestato più di quanto hanno raccolto (1.818 miliardi contro i 1.708 miliardi di raccolta).
Nonostante qualche timido accenno di ripresa, non si ferma la corsa delle sofferenze bancarie che a luglio sfondano quota 172 miliardi di euro. L’Abi sottolinea che “a seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta“.
In particolare, le sofferenze lorde sono risultate pari a 172,3 miliardi contro i 170,3 miliardi di giugno. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9% (7,2% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 15,3% per i piccoli operatori economici (12,9% a luglio 2013; 7,1% a fine 2007), il 14,8% per le imprese (11,3% un anno prima; 3,6% a fine 2007) ed il 6,6% per le famiglie consumatrici (6% a luglio 2013; 2,9% a fine 2007).
Prosegue, inoltre, il calo della raccolta delle banche ad agosto: la raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) si attesta a 1.707 miliardi di euro, in diminuzione di circa 18 miliardi rispetto a un anno prima (-1%, -1,1% a luglio), risentendo della dinamica negativa della raccolta a medio e lungo termine. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.708 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di oltre 195 miliardi. In calo, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (ad agosto 2014: -9,8%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di oltre 51 miliardi di euro) il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Mentre i depositi aumentano – sempre ad agosto – di oltre 33 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +2,8%, +2,7% a luglio 2014).
Fonte:
Repuublica.it