Crollano a luglio i prestiti alle imprese, -3,9% su base annua (-3,1% a giugno). I prestiti alle famiglie sono invece scesi dello 0,8% sui dodici mesi, come nel mese precedente, mentre i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una contrazione su base annua del 2,6% (-2,3% a giugno).
Però i tassi d’interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati, a luglio, alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono calati al 3,49% dal 3,55% del mese precedente ma quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono saliti al 9,29% (9,27% a giugno).
E se i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 3,96%, come nel mese precedente, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono aumentati al 2,47% (2,44% a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,83% (0,86% a giugno).
A luglio è invece rallentato il tasso di crescita delle sofferenze delle banche. Senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche, il tasso è risultato pari al 20,5% dal 20,8% a giugno. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è stato pari al 2,9% (2,4% a giugno) e la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 13,4% sui dodici mesi (12,1% a giugno).
Infine, è sceso a luglio il controvalore del portafoglio dei titoli di Stato detenuto dalle banche operanti in Italia. Nel periodo, infatti, gli istituti di credito con base in Italia detenevano titoli di Stato nazionali per un controvalore di 397,215 miliardi di euro da 399,047 miliardi di giugno.
Ieri Banca d’Italia ha ampliato la gamma di prestiti utilizzabili per ottenere liquidità dalla Bce di circa 260 miliardi di euro (130 miliardi per i prestiti alle imprese, 131 miliardi per i mutui alle famiglie), anche ai fini di facilitare la partecipazione al Tltro. Le nuove misure entreranno in vigore dal 10 settembre.
Queste consentiranno di utilizzare come garanzia portafogli di crediti omogenei (non più solo prestiti singoli), composti da mutui alle famiglie o crediti alle imprese non finanziare con una probabilità di insolvenza fino al 10%, la parte delle linee di credito “prestiti auto liquidanti e a revoca”, i prestiti bancari di un importo non inferiore ad 30mila euro (finora la soglia minima era 100mila), prestiti bancari, singolarmente conferiti, con un probabilità di insolvenza del debitore fino all’1,5% (finora fino all’1%) e i crediti concessi sotto forma di leasing finanziario e factoring pro-soluto.
La notizia è positiva in quanto consentirà alle banche italiane di ottenere potenzialmente maggiore liquidità dalla Bce. Ad oggi alcuni analisti si aspettano che le banche italiane chiedano fino a 75 miliardi di euro di fondi sotto forma di Tltro (prime due aste). Tra l’altro, secondo l’Handelsblatt, i risultati dell’aqr e stress test potrebbero essere comunicati nel weekend del 24 ottobre rispetto alla data presunta precedente del 17 ottobre.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza
Crollano a luglio i prestiti alle imprese, -3,9% su base annua (-3,1% a giugno). I prestiti alle famiglie sono invece scesi dello 0,8% sui dodici mesi, come nel mese precedente, mentre i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, hanno registrato una contrazione su base annua del 2,6% (-2,3% a giugno).
Però i tassi d’interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati, a luglio, alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono calati al 3,49% dal 3,55% del mese precedente ma quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono saliti al 9,29% (9,27% a giugno).
E se i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 3,96%, come nel mese precedente, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia sono aumentati al 2,47% (2,44% a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,83% (0,86% a giugno).
A luglio è invece rallentato il tasso di crescita delle sofferenze delle banche. Senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche, il tasso è risultato pari al 20,5% dal 20,8% a giugno. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei depositi del settore privato è stato pari al 2,9% (2,4% a giugno) e la raccolta obbligazionaria, includendo le obbligazioni detenute dal sistema bancario, è diminuita del 13,4% sui dodici mesi (12,1% a giugno).
Infine, è sceso a luglio il controvalore del portafoglio dei titoli di Stato detenuto dalle banche operanti in Italia. Nel periodo, infatti, gli istituti di credito con base in Italia detenevano titoli di Stato nazionali per un controvalore di 397,215 miliardi di euro da 399,047 miliardi di giugno.
Ieri Banca d’Italia ha ampliato la gamma di prestiti utilizzabili per ottenere liquidità dalla Bce di circa 260 miliardi di euro (130 miliardi per i prestiti alle imprese, 131 miliardi per i mutui alle famiglie), anche ai fini di facilitare la partecipazione al Tltro. Le nuove misure entreranno in vigore dal 10 settembre.
Queste consentiranno di utilizzare come garanzia portafogli di crediti omogenei (non più solo prestiti singoli), composti da mutui alle famiglie o crediti alle imprese non finanziare con una probabilità di insolvenza fino al 10%, la parte delle linee di credito “prestiti auto liquidanti e a revoca”, i prestiti bancari di un importo non inferiore ad 30mila euro (finora la soglia minima era 100mila), prestiti bancari, singolarmente conferiti, con un probabilità di insolvenza del debitore fino all’1,5% (finora fino all’1%) e i crediti concessi sotto forma di leasing finanziario e factoring pro-soluto.
La notizia è positiva in quanto consentirà alle banche italiane di ottenere potenzialmente maggiore liquidità dalla Bce. Ad oggi alcuni analisti si aspettano che le banche italiane chiedano fino a 75 miliardi di euro di fondi sotto forma di Tltro (prime due aste). Tra l’altro, secondo l’Handelsblatt, i risultati dell’aqr e stress test potrebbero essere comunicati nel weekend del 24 ottobre rispetto alla data presunta precedente del 17 ottobre.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza