Le Borse positive. Da questa mattina. Con un andamento che praticamente dallinizio ha delineato una spinta ottimista rafforzata dallavvicinarsi dello scioglimento delle riserve sulla Bce (qualunque cosa accada) e dalla tregua in Russia, nonostante lincertezza di smentite dellultimora e di minacce più o meno velate da parte di Putin. Minacce che alla fine della storia hanno fatto presa sul petrolio in rialzo.
Un andamento solo apparentemente contrastante con quanto avviene perchè molte sono solo ricoperture tecniche di chi, nei giorni scorsi aveva venduto allo scoperto (+1,5% piuttosto poco per chi si prepara a una guerra). Spread ancora su 150, ma voci di stampa ne proiettano la cifra a 90 nel caso in cui la Bce portasse a termine il piano ambizioso del QE alleuropea. Cosa piuttosto difficile, per quanto interessante anche solo come ipotesi.
Inutile, forse da un pinto di vista tecnico, visto che i rendimenti periferici sono comunque bassi anche solo con le parole (di Draghi) e non ancora con i fatti. Quindi? Forse posticipare il tutto a quando le parole non basteranno più. Neal speranza che i mercati capiscano e non reagiscano sullonda della delusione. Draghi, dunque, ancora protagonista. Ma non solo per quanto ci si attende giovedì,ma anche per qualcosa che va oltre e che ha inizio ormai da tempo addietro e che riguarda i bancari. Visto che la Bce e gli stress test sono stati (e lo sono tuttora) lago della bilancia dei mercati, Goldman Sachs ha voluto vederci chiaro e capire se e soprattutto chi non ce la farà in attesa dei risultati definitivi che arriveranno nella seconda metà di ottobre. Il tempo stringe e in un mercato bancocentrico come quello europeo, in vista della nuova ondata di Ltro già in carica per questo mese, lattesa per i dati definitivi è alta.
Per questo Motivo dalla banca daffari statunitense si è scelta la via diretta e cioè chiedere a 125 investitori istituzionali come credono potrà chiudersi questa lunga serie di esami. Ebbene il responso è stato relativamente rassicurante se si pensa che su 128 istituti solo 9 potrebbero rischiare la bocciatura.
Le Borse positive. Da questa mattina. Con un andamento che praticamente dallinizio ha delineato una spinta ottimista rafforzata dallavvicinarsi dello scioglimento delle riserve sulla Bce (qualunque cosa accada) e dalla tregua in Russia, nonostante lincertezza di smentite dellultimora e di minacce più o meno velate da parte di Putin. Minacce che alla fine della storia hanno fatto presa sul petrolio in rialzo.
Un andamento solo apparentemente contrastante con quanto avviene perchè molte sono solo ricoperture tecniche di chi, nei giorni scorsi aveva venduto allo scoperto (+1,5% piuttosto poco per chi si prepara a una guerra). Spread ancora su 150, ma voci di stampa ne proiettano la cifra a 90 nel caso in cui la Bce portasse a termine il piano ambizioso del QE alleuropea. Cosa piuttosto difficile, per quanto interessante anche solo come ipotesi.
Inutile, forse da un pinto di vista tecnico, visto che i rendimenti periferici sono comunque bassi anche solo con le parole (di Draghi) e non ancora con i fatti. Quindi? Forse posticipare il tutto a quando le parole non basteranno più. Neal speranza che i mercati capiscano e non reagiscano sullonda della delusione. Draghi, dunque, ancora protagonista. Ma non solo per quanto ci si attende giovedì,ma anche per qualcosa che va oltre e che ha inizio ormai da tempo addietro e che riguarda i bancari. Visto che la Bce e gli stress test sono stati (e lo sono tuttora) lago della bilancia dei mercati, Goldman Sachs ha voluto vederci chiaro e capire se e soprattutto chi non ce la farà in attesa dei risultati definitivi che arriveranno nella seconda metà di ottobre. Il tempo stringe e in un mercato bancocentrico come quello europeo, in vista della nuova ondata di Ltro già in carica per questo mese, lattesa per i dati definitivi è alta.
Per questo Motivo dalla banca daffari statunitense si è scelta la via diretta e cioè chiedere a 125 investitori istituzionali come credono potrà chiudersi questa lunga serie di esami. Ebbene il responso è stato relativamente rassicurante se si pensa che su 128 istituti solo 9 potrebbero rischiare la bocciatura.