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Aumentano i pignoramenti: è il prezzo da pagare alla crisi

L’incremento dei pignoramenti è il termometro che l’Italia non si è ancora risollevata dalla crisi economica. E in questo Roma porta alta la bandiera. Una grossa fetta del contenzioso civile che pende davanti al tribunale ordinario romano è da ricondurre a mancati pagamenti di debiti.

In questi casi, dopo la pronuncia di sentenza di condanna, il creditore è costretto ad iniziare una procedura esecutiva, con il pignoramento di un bene mobile o immobile.

Sono sempre più i soggetti (privati e non) che citano in giudizio i propri debitori insolventi che citano in giudizio i propri debitori insolventi, facendo lievitare il numero delle cause iscritte al ruolo: 63,7 ogni mille abitanti nella sola provincia di Roma. I debiti sono di ogni genere: il mancato pagamento del mutuo alla banca, degli acquisti fatti a rate o dei prestiti contratti con le finanziarie. L’inadempimento nel pagamento di una fornitura commerciale, il risarcimento dovuto per danni arrecati al condominio, il canone di localizzazione insoluto. Addirittura il mancato versamento dell’assegno di mantenimento al coniuge.

Molte cause riguardano anche il recupero dei crediti da lavoro, ossia stipendi e contributi non versati ai dipendenti.

Per quanto riguarda poi la giustizia amministrativa, il primato in Italia spetta (quasi inevitabilmente) al Tar del Lazio, dove confluiscono anche le cause di altri tribunali regionali italiani, per la sua esclusiva competenza in alcune materie. Il dato interessante, estrapolato dall’indagine de “Il Sole 24 Ore”, riguarda però l’aumento del numero di ricorsi contro le pubbliche amministrazioni: 13.208 nel 2013 su un totale di 54.900.

A questo dato va aggiunto poi quello relativo alla sezione distaccata di Latina, che ha ricevuto l’anno scorso 837 ricorsi. Al secondo posto, con 6.269 cause, c’è invece il Tribunale amministrativo della Campania.


Fonte:

Il Tempo

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