Le banche cambiano: le regole sui derivati verranno riviste per evitare che si ripeta un fallimento in stile Lehman Brothers.
Ben 18 istituti di credito, tra cui Credit Suisse e Goldman Sachs, hanno trovato un accordo per riformare l’impianto normativo rinunciando al diritto di vendere o comprare contratti derivati, che comportano alti rischi per le finanze dell’istituto e i suoi clienti, da una banca in crisi.
Al termine di una serie di trattative che sono durate diversi mesi, le autorità di controllo e i gestori della International Swaps and Derivatives Association hanno raggiunto un compromesso.
Le autorità Usa, che hanno condannato in più occasioni i piani anti crisi degli istituti di credito, ritenendoli inadeguati, avevano chiesto alle banche di trovare una strategia per impedire alle concorrenti di interrompere i contratti derivati nel caso di scoppio di una crisi.
Le banche hanno definito l’accordo uno dei rari esempi positivi di collaborazione fruttuosa nel settore tra autorità di controllo e società private.
Tra una manciata di giorni Isda annuncerà il cambiamento dei protocolli che valgono per un mercato da $700 mila miliardi. Le nuove norme entreranno in vigore dal primo gennaio 2015.
L’80% delle controparti di Lehman hanno terminato i contratti sui derivati 5 settimane prima che la banca d’affari facesse ricorso all’amministrazione controllata.
In teoria ciò ha aiutato le società partner a mitigare i rischi presi da Lehman, ma ha al contempo significato che Lehman ha dovuto passare anni in tribunale per recuperare il collaterale dalle aziende con cui ha fatto affari.
Il collaterale è il bene concesso come garanzia del puntuale pagamento del debito. Se alla scadenza il debitore non è in grado di pagare quanto previsto (e nel caso specifico Lehman non era più in grado) il creditore può rivalersi sul bene.
Fonte:
Wall Street Italia
Ben 18 istituti di credito, tra cui Credit Suisse e Goldman Sachs, hanno trovato un accordo per riformare l’impianto normativo rinunciando al diritto di vendere o comprare contratti derivati, che comportano alti rischi per le finanze dell’istituto e i suoi clienti, da una banca in crisi.
Al termine di una serie di trattative che sono durate diversi mesi, le autorità di controllo e i gestori della International Swaps and Derivatives Association hanno raggiunto un compromesso.
Le autorità Usa, che hanno condannato in più occasioni i piani anti crisi degli istituti di credito, ritenendoli inadeguati, avevano chiesto alle banche di trovare una strategia per impedire alle concorrenti di interrompere i contratti derivati nel caso di scoppio di una crisi.
Le banche hanno definito l’accordo uno dei rari esempi positivi di collaborazione fruttuosa nel settore tra autorità di controllo e società private.
Tra una manciata di giorni Isda annuncerà il cambiamento dei protocolli che valgono per un mercato da $700 mila miliardi. Le nuove norme entreranno in vigore dal primo gennaio 2015.
L’80% delle controparti di Lehman hanno terminato i contratti sui derivati 5 settimane prima che la banca d’affari facesse ricorso all’amministrazione controllata.
In teoria ciò ha aiutato le società partner a mitigare i rischi presi da Lehman, ma ha al contempo significato che Lehman ha dovuto passare anni in tribunale per recuperare il collaterale dalle aziende con cui ha fatto affari.
Il collaterale è il bene concesso come garanzia del puntuale pagamento del debito. Se alla scadenza il debitore non è in grado di pagare quanto previsto (e nel caso specifico Lehman non era più in grado) il creditore può rivalersi sul bene.
Fonte:
Wall Street Italia