Banca Marche, l’istituto di Jesi commissariato lo scorso anno e guidato dal dg Luciano Goffi, e’ alle prese con un delicato processo di risanamento. Una tappa decisiva di questo processo potrebbe essere la cessione di un consistente pacchetto di crediti problematici, stimato in circa 5 miliardi di euro.
Il dossier sarebbe gia’ finito nel mirino di alcuni operatori del settore a partire dal nuovo Credito Fondiario (Fonspa). Il gruppo recentemente rilevato da Tages e Harvip, presieduto da Piero Gnudi e guidato da Andrea Munari (ex direttore generale di Banca Imi) si e’ rifocalizzato sulla gestione per conto proprio e per conto terzi di attivi
creditizi deteriorati o illiquidi. Insieme a Fonspa sul dossier Banca Marche ci sarebbe anche un fondo di investimento americano e nei prossimi giorni dovrebbero esserci sviluppi decisivi.
Ovviamente operazioni di questo genere partono spesso da un importo nominale molto consistente, anche se nell’arco della trattativa lo stock di crediti da dismettere puo’ essere rivisto, anche in base alla legge di domanda-offerta. Si puo’ per esempio ipotizzare che l’intero stock venga ceduto a un solo compratore oppure, piu’ verosimilmente, che sia venduto in piccoli blocchi a diversi operatori.
Fonte:
Milano Finanza
Banca Marche, l’istituto di Jesi commissariato lo scorso anno e guidato dal dg Luciano Goffi, e’ alle prese con un delicato processo di risanamento. Una tappa decisiva di questo processo potrebbe essere la cessione di un consistente pacchetto di crediti problematici, stimato in circa 5 miliardi di euro.
Il dossier sarebbe gia’ finito nel mirino di alcuni operatori del settore a partire dal nuovo Credito Fondiario (Fonspa). Il gruppo recentemente rilevato da Tages e Harvip, presieduto da Piero Gnudi e guidato da Andrea Munari (ex direttore generale di Banca Imi) si e’ rifocalizzato sulla gestione per conto proprio e per conto terzi di attivi
creditizi deteriorati o illiquidi. Insieme a Fonspa sul dossier Banca Marche ci sarebbe anche un fondo di investimento americano e nei prossimi giorni dovrebbero esserci sviluppi decisivi.
Ovviamente operazioni di questo genere partono spesso da un importo nominale molto consistente, anche se nell’arco della trattativa lo stock di crediti da dismettere puo’ essere rivisto, anche in base alla legge di domanda-offerta. Si puo’ per esempio ipotizzare che l’intero stock venga ceduto a un solo compratore oppure, piu’ verosimilmente, che sia venduto in piccoli blocchi a diversi operatori.
Fonte:
Milano Finanza