Niente risarcimento se i danni psicologici (tecnicamente esistenziali) non sono provati. Non si può, infatti, presumere che le ripetute insistenze di un asserito creditore, nel voler a tutti i costi recuperare un credito invece non dovuto, possano aver determinato un danno da stress se tale danno non viene dimostrato dal debitore, in processo.
A dirlo è una recente sentenza della Cassazione (Cass. sent. n.1362, 23.01.2014).
La vicenda
A seguito di numerosi e pressanti solleciti di pagamento da parte di Enel Distribuzione, lutente chiede al giudice di pace di condannare la società per il suo comportamento insistente. Il giudice riconosce le ragioni del consumatore e condanna la società di fornitura a versare mille euro a titolo di rimborso per il danno esistenziale causato al cliente (questultimo, per impedire linterruzione della fornitura, è stato costretto a contattare ripetutamente il call center di Enel, a inviare lettere, fax, ecc.). Enel non ci sta: sia in appello sia in Cassazione la decisione del giudice di pace viene ribaltata.
La sentenza
Secondo la Suprema Corte, il danno esistenziale non è indennizzabile se non viene specificatamente provato al giudice. Anche la sindrome ansiosa depressiva sofferta per via delle insistenze non è collegabile al comportamento del creditore se non cè una specifica prova del rapporto di causa-effetto che lega la malattia con latteggiamento pressante del creditore.
Insomma, ogni danno, anche quello che potrebbe essere presunto sulla base dellesperienza quotidiana, deve essere sempre dimostrato. Non basta dimostrare, la condotta opprimente del creditore (per esempio: le ripetute telefonate, le continue lettere di diffida, eventualmente anche il distacco dellutenza, ecc.), ma bisogna fornire una tangibile prova del danno da stress che, di norma, dovrà essere certificato da un medico.
Dunque, è certo facile bloccare lazione di recupero crediti del falso creditore, ma se non si prova il danno esistenziale, cioè lingiusta lesione alle abitudini di vita e alle relazioni personali, lulteriore stress resta senza indennizzo. E ciò anche se le richieste di pagamento (infondate) diventano un vero e proprio inferno.
Fonte:
La Legge Per Tutti
Niente risarcimento se i danni psicologici (tecnicamente esistenziali) non sono provati. Non si può, infatti, presumere che le ripetute insistenze di un asserito creditore, nel voler a tutti i costi recuperare un credito invece non dovuto, possano aver determinato un danno da stress se tale danno non viene dimostrato dal debitore, in processo.
A dirlo è una recente sentenza della Cassazione (Cass. sent. n.1362, 23.01.2014).
La vicenda
A seguito di numerosi e pressanti solleciti di pagamento da parte di Enel Distribuzione, lutente chiede al giudice di pace di condannare la società per il suo comportamento insistente. Il giudice riconosce le ragioni del consumatore e condanna la società di fornitura a versare mille euro a titolo di rimborso per il danno esistenziale causato al cliente (questultimo, per impedire linterruzione della fornitura, è stato costretto a contattare ripetutamente il call center di Enel, a inviare lettere, fax, ecc.). Enel non ci sta: sia in appello sia in Cassazione la decisione del giudice di pace viene ribaltata.
La sentenza
Secondo la Suprema Corte, il danno esistenziale non è indennizzabile se non viene specificatamente provato al giudice. Anche la sindrome ansiosa depressiva sofferta per via delle insistenze non è collegabile al comportamento del creditore se non cè una specifica prova del rapporto di causa-effetto che lega la malattia con latteggiamento pressante del creditore.
Insomma, ogni danno, anche quello che potrebbe essere presunto sulla base dellesperienza quotidiana, deve essere sempre dimostrato. Non basta dimostrare, la condotta opprimente del creditore (per esempio: le ripetute telefonate, le continue lettere di diffida, eventualmente anche il distacco dellutenza, ecc.), ma bisogna fornire una tangibile prova del danno da stress che, di norma, dovrà essere certificato da un medico.
Dunque, è certo facile bloccare lazione di recupero crediti del falso creditore, ma se non si prova il danno esistenziale, cioè lingiusta lesione alle abitudini di vita e alle relazioni personali, lulteriore stress resta senza indennizzo. E ciò anche se le richieste di pagamento (infondate) diventano un vero e proprio inferno.
Fonte:
La Legge Per Tutti