Esplodono le sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da marzo 2013 a marzo 2014, sono cresciute del 25% arrivando a oltre 164 miliardi di euro, in aumento di 33,6 miliardi.
La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito e’ quella delle imprese (116 miliardi).
Le ‘rate non pagate’ dalle famiglie valgono piu’ di 31 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari quasi 14 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi Unimpresa, secondo cui nello stesso periodo le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 30,4 miliardi (-2,09%). Secondo Unimpresa, superano il tetto dei 2 miliardi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie.
Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono all’11,3% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all’8,96% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco piu’ di tre anni, quindi, sono piu’ che raddoppiate. In poco piu’ di tre anni, da dicembre 2010 a marzo 2014, sono passate da 77,8 miliardi a 164,6 miliardi in salita di 86,8 miliardi (+111,5). A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi. Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 116,4 miliardi di marzo 2013 ai 164,6 miliardi di marzo 2014 (+25,68%) in aumento di 33,6 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese e’ salita da 88,09 miliardi a 116,4 (+32,17%) in aumento di 28,3 miliardi. La fetta relativa alle famiglie e’ cresciuta da 29,1 miliardi a 31,8 miliardi (+9,02%) in salita di 2,6 miliardi.
Per le imprese familiari c’e’ stato un aumento di 2 miliardi da 11,9 miliardi a 13,9 miliardi (+16,85%). Le ‘altre’ sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 1,7 a 2,4 miliardi (+36,28%) con 645 milioni in piu’. A marzo 2013 le sofferenze corrispondevano all’8,96% dei prestiti bancari (1.461,8 miliardi), percentuale salita all’11,530% a marzo scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano a 1.431,3 miliardi.
Parallelamente c’e’ la serrata dei rubinetti del credito, calati nell’ultimo anno al ritmo di 2,5 miliardi al mese. Da marzo 2013 a marzo 2014, il totale dei finanziamenti al settore privato e’ diminuito di 30,4 miliardi di euro passando da 1.461,8 miliardi a 1.431,3 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-6,9 miliardi) sia le imprese (-23,5 miliardi). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 2,09% nell’ultimo anno. Critico il quadro per le imprese: sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 15,5 miliardi (-4,82%) da 323,1 miliardi a 307,5 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 8,4 miliardi (-6,50%) da 130,4 miliardi a 121,9 miliardi, mentre quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) sono leggermente cresciuti di 518 milioni (+0,13%) da 401,7 miliardi a 402,2 miliardi.
In totale lo stock di finanziamenti alle imprese e’ sceso da 855,3 miliardi a 831,7 miliardi con una diminuzione di 23,5 miliardi (-2,75%). Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1,8 miliardi (-3,09%) da 58,9 miliardi a 57,08 miliardi e meno prestiti personali per 550 milioni (-0,30%) da 182,9 miliardi a 182,3 miliardi. Giu’ anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 4,6 miliardi (-1,26%) da 364,6 miliardi a 360,04 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie e’ calato in un anno da 606,4 miliardi a 599,5 miliardi con una diminuzione di 6,9 miliardi (-1,15%). “Siamo allarmati di fronte alla sempre maggiore difficolta’, sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – assistiamo a un atteggiamento di superficialita’ da parte delle banche e anche delle istituzioni”.
Fonte:
Agi
Esplodono le sofferenze nelle banche: negli ultimi 12 mesi, da marzo 2013 a marzo 2014, sono cresciute del 25% arrivando a oltre 164 miliardi di euro, in aumento di 33,6 miliardi.
La fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito e’ quella delle imprese (116 miliardi).
Le ‘rate non pagate’ dalle famiglie valgono piu’ di 31 miliardi, mentre quelle delle imprese familiari quasi 14 miliardi. Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito del Centro studi Unimpresa, secondo cui nello stesso periodo le banche hanno tagliato i finanziamenti a imprese e famiglie per complessivi 30,4 miliardi (-2,09%). Secondo Unimpresa, superano il tetto dei 2 miliardi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie.
Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono all’11,3% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all’8,96% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in poco piu’ di tre anni, quindi, sono piu’ che raddoppiate. In poco piu’ di tre anni, da dicembre 2010 a marzo 2014, sono passate da 77,8 miliardi a 164,6 miliardi in salita di 86,8 miliardi (+111,5). A fine 2011 erano a 107,1 miliardi; alla fine del 2012 a 124,9 miliardi. Secondo lo studio dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, in totale le sofferenze sono passate dai 116,4 miliardi di marzo 2013 ai 164,6 miliardi di marzo 2014 (+25,68%) in aumento di 33,6 miliardi. Nel dettaglio, la quota delle imprese e’ salita da 88,09 miliardi a 116,4 (+32,17%) in aumento di 28,3 miliardi. La fetta relativa alle famiglie e’ cresciuta da 29,1 miliardi a 31,8 miliardi (+9,02%) in salita di 2,6 miliardi.
Per le imprese familiari c’e’ stato un aumento di 2 miliardi da 11,9 miliardi a 13,9 miliardi (+16,85%). Le ‘altre’ sofferenze (pa, onlus, assicurazioni, fondi pensione) sono passate invece da 1,7 a 2,4 miliardi (+36,28%) con 645 milioni in piu’. A marzo 2013 le sofferenze corrispondevano all’8,96% dei prestiti bancari (1.461,8 miliardi), percentuale salita all’11,530% a marzo scorso, quando i finanziamenti degli istituti erano a 1.431,3 miliardi.
Parallelamente c’e’ la serrata dei rubinetti del credito, calati nell’ultimo anno al ritmo di 2,5 miliardi al mese. Da marzo 2013 a marzo 2014, il totale dei finanziamenti al settore privato e’ diminuito di 30,4 miliardi di euro passando da 1.461,8 miliardi a 1.431,3 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-6,9 miliardi) sia le imprese (-23,5 miliardi). Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 2,09% nell’ultimo anno. Critico il quadro per le imprese: sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 15,5 miliardi (-4,82%) da 323,1 miliardi a 307,5 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 8,4 miliardi (-6,50%) da 130,4 miliardi a 121,9 miliardi, mentre quelli di lungo periodo (oltre 5 anni) sono leggermente cresciuti di 518 milioni (+0,13%) da 401,7 miliardi a 402,2 miliardi.
In totale lo stock di finanziamenti alle imprese e’ sceso da 855,3 miliardi a 831,7 miliardi con una diminuzione di 23,5 miliardi (-2,75%). Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1,8 miliardi (-3,09%) da 58,9 miliardi a 57,08 miliardi e meno prestiti personali per 550 milioni (-0,30%) da 182,9 miliardi a 182,3 miliardi. Giu’ anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 4,6 miliardi (-1,26%) da 364,6 miliardi a 360,04 miliardi. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie e’ calato in un anno da 606,4 miliardi a 599,5 miliardi con una diminuzione di 6,9 miliardi (-1,15%). “Siamo allarmati di fronte alla sempre maggiore difficolta’, sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti – commenta il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – assistiamo a un atteggiamento di superficialita’ da parte delle banche e anche delle istituzioni”.
Fonte:
Agi