In America è ormai pratica diffusa quella di controllare i profili social per individuare i cattivi pagatori, in un epoca in cui le comunicazioni sul web si diffondono rapidamente e i social sono utilizzati quotidianamente, anche il comportamento delle istituzioni finanziarie si adegua in questa direzione.
In Italia al momento ancora non vi sono casi specifici da segnalare, ma non è detto che la nuova pratica non possa diffondersi anche nel nostro Paese, sempre più le banche cercano garanzie per concedere prestiti e mutui, il network potrebbe, dunque, divenire una di queste?
Vediamo in dettaglio quali Paesi stanno utilizzando questa pratica e cosa contano di scoprire le istituzioni finanziarie attraverso il web:
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La società americana Lenddo, attiva nel mercato dei mutui, ha deciso di esaminare il profilo Facebook dei sui clienti, la logica è la seguente: focalizzandosi sugli amici del richiedente con cui avvengono il maggior numero di transazioni si applica il principio della proprietà transitiva, ossia se i migliori amici sono cattivi pagatori, anche il cliente non verrà considerato affidabile. Non dà dunque garanzie un richiedente che si circonda di cattivi pagatori tra gli amici.
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A San Francisco la società di crediti LenUp decide se concedere o meno un prestito solo aver controllato il numero di follower attivo su Twitter, la logica? Se vi è unintensa interazione sui social network è probabile che il richiedente abbia una buona stabilità economica.
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La società Neo, attiva nel mercato delle automobili, decide di concedere un finanziamento solo dopo aver visionato il profilo ed i contatti su Linkedln, le informazioni sulla posizione e il posto di lavoro, oltreché il network professionale.
Per ottenere un prestito in Europa le analisi delle richieste passano dai social?
Al momento in Europa questo trend non è molto utilizzato, anche se iniziano ad emergere alcuni casi esploratori come la start-up Kreditech che ha sede ad Amburgo, ma è specializzata in prestiti online in Germania, Spagna e Polonia.
La società prima di decidere se elargire o meno un prestito chiede ai propri clienti di poter accedere temporaneamente al loro profilo Facebook o di qualsiasi altro social attivo, la logica alla base di questa scelta, chiaramente discutibile visto che non ha basi oggettive né evidenze empiriche, è che se la rete con cui è attivo il richiedente è composto da persone benestanti e che non hanno alle spalle esperienze da cattivi pagatori, allora anche il richiedente acquisisce maggiore affidabilità creditizia, perché si suppone che abbia egli stesso le medesime caratteristiche.
Questo approccio non è esente da critiche poiché si basa molto più sul sentiment che sulla razionalità, è presto per dire che il profilo social di un richiedente possa divenire un domani parte attiva di una nuova frontiera nellanalisi delle richieste prestito, ma, da oggi, se siete attivi frequentatori del web e possedete dei social, dovreste stare attenti alle amicizie virtuali che aggiungete al vostro profilo, potreste rischiare un domani di vedervi rifiutato un prestito!
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village
In America è ormai pratica diffusa quella di controllare i profili social per individuare i cattivi pagatori, in un epoca in cui le comunicazioni sul web si diffondono rapidamente e i social sono utilizzati quotidianamente, anche il comportamento delle istituzioni finanziarie si adegua in questa direzione.
In Italia al momento ancora non vi sono casi specifici da segnalare, ma non è detto che la nuova pratica non possa diffondersi anche nel nostro Paese, sempre più le banche cercano garanzie per concedere prestiti e mutui, il network potrebbe, dunque, divenire una di queste?
Vediamo in dettaglio quali Paesi stanno utilizzando questa pratica e cosa contano di scoprire le istituzioni finanziarie attraverso il web:
Per ottenere un prestito in Europa le analisi delle richieste passano dai social?
Al momento in Europa questo trend non è molto utilizzato, anche se iniziano ad emergere alcuni casi esploratori come la start-up Kreditech che ha sede ad Amburgo, ma è specializzata in prestiti online in Germania, Spagna e Polonia.
La società prima di decidere se elargire o meno un prestito chiede ai propri clienti di poter accedere temporaneamente al loro profilo Facebook o di qualsiasi altro social attivo, la logica alla base di questa scelta, chiaramente discutibile visto che non ha basi oggettive né evidenze empiriche, è che se la rete con cui è attivo il richiedente è composto da persone benestanti e che non hanno alle spalle esperienze da cattivi pagatori, allora anche il richiedente acquisisce maggiore affidabilità creditizia, perché si suppone che abbia egli stesso le medesime caratteristiche.
Questo approccio non è esente da critiche poiché si basa molto più sul sentiment che sulla razionalità, è presto per dire che il profilo social di un richiedente possa divenire un domani parte attiva di una nuova frontiera nellanalisi delle richieste prestito, ma, da oggi, se siete attivi frequentatori del web e possedete dei social, dovreste stare attenti alle amicizie virtuali che aggiungete al vostro profilo, potreste rischiare un domani di vedervi rifiutato un prestito!
Autore: Erica Venditti
Fonte:
Redazione Credit Village