Stupisce che ancora oggi ci si scandalizzi dinnanzi alla definizione Debitore e ci si interroghi su come più correttamente definire colui che non adempie ad unobbligazione. Questo è però frutto di un preconcetto che deriva da un eccesso di garantismo da parte di chi spesso, per funzione sociale, dovrebbe invece vigilare sul rispetto delle buone prassi. La più corretta definizione di debitore, (fonte il Codice Civile) è:
Il Debitore è colui al quale fa capo la situazione passiva di un rapporto obbligatorio; il soggetto che si trova in tale situazione (soggetto passivo appunto) è tenuto ad adempiere alla prestazione (oggetto del rapporto) nei confronti del creditore (soggetto attivo). Il debitore è di conseguenza responsabile dell’eventuale inadempimento, di cui risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri, la cosiddetta garanzia patrimoniale (codice civile, articoli: 1175,1176,1199.)
Ma debitore definisce una condizione finanziaria, il Debitore inadempiente, è anzitutto una Persona. Persona che può voler rientrare dai propri inadempimenti pur non avendone i mezzi o, anche, non aver interesse a rientrarvi (nella logica, errata, del tanto non succede nulla). Così come può essere una Persona davvero professionale o una Persona con poco mestiere, colui che si occupa di Recupero Crediti.
Vedere come alcuni blog, anche piuttosto noti, suggeriscono di non considerare in nessun modo i cani da riporto (che sarebbero poi i Recuperatori) è gravissimo. Lo è non perché si sentano offesi i Recuperatori (o meglio, non solo) ma soprattutto perché non si fa cultura sul debito e non si fornisce alcun supporto a chi ha un problema che, molto più spesso di quanto si pensi, intende provare a risolvere.
Manca tuttavia ancora una categoria. Non vi sono difatti solo parti sociali, recuperatori e debitori inadempienti. Vi sono anche, e soprattutto, i Creditori. Creditori che sono i soggetti attivi nel ciclo delle obbligazioni. Creditori che hanno un ruolo determinante nel far sì che del recupero si occupino solo dei Professionisti. Tuttavia non sempre, nello spirito forse di unipotetica maggior tensione produttiva, ci si ricorda del beneficio indotto dallapplicazione di quanto gli Americani in modo molto semplice esprimono con una frase work smarter not harder. Capita, infatti, che a fronte di richieste di sospensione di attività di recupero dinnanzi a situazioni di oggettiva criticità (non solo economica ma talvolta di equilibrio psico-fisico delle Persone!) le società di recupero crediti si sentano rispondere che la pratica non viene revocata così limpresa di recupero crediti deciderà se subirne la penalizzazione non gestendola o subire le conseguenze di unazione non corretta, gestendola comunque.
Ma davvero crediamo che lavorare con qualità comporti avere minori risultati? Detta allitaliana lavora con intelligenza per decidere quando operare con maggiore insistenza e quando capire che fermarsi è invece il maggior passo in avanti possibile per la qualità, per il rispetto delletica e per trovare una soluzione allinsolvenza molto più efficace della reiterazione della stessa, inconcludente, azione.
Non cè più spazio per il mestierante, cè bisogno di qualità. Cè bisogno anche di obiettività nel giudizio delloperato nel recupero crediti. Quando la qualità e non solo la quantità, verrà misurata oggettivamente e diverrà un elemento di giudizio discriminante, ci accorgeremo che i risultati (performance) saranno addirittura maggiori. Per farlo bisogna cambiare approccio. Per riuscirci dovremo davvero volere, tutti insieme, passare dalla teoria delle norme, alla pratica del controllo della qualità!.
Da consumatore con il diritto di accesso al credito aggiungo che mi sento molto più protetta se il sistema del recupero crediti funziona così da non dover subire un aumento del costo del credito (che indubbiamente grava su tutti e non solo sugli enti finanziatori) in conseguenza del maggior tasso di insolvenza. Questo sarà possibile se continueremo (migliorando!) a sostenere chi è in difficoltà ma, anche, se avremo la libertà di esigere il pagamento delle obbligazioni da chi invece adduce solo pretesti . La sanzione vorremo vederla solo e sempre a fronte di azioni oggettivamente scorrette , e non quale conseguenza del ruolo che si ricopre. Bisogna iniziare a valorizzare chi ogni giorno investe per essere migliore (la maggior parte degli operatori del settore): allora, poiché gli obiettivi sono davvero comuni a tutti, perché non iniziare definendo insieme le regole della qualità?
Autore: Valeria Gubellini
Fonte:
Redazione Credit Village
Stupisce che ancora oggi ci si scandalizzi dinnanzi alla definizione Debitore e ci si interroghi su come più correttamente definire colui che non adempie ad unobbligazione. Questo è però frutto di un preconcetto che deriva da un eccesso di garantismo da parte di chi spesso, per funzione sociale, dovrebbe invece vigilare sul rispetto delle buone prassi. La più corretta definizione di debitore, (fonte il Codice Civile) è:
Il Debitore è colui al quale fa capo la situazione passiva di un rapporto obbligatorio; il soggetto che si trova in tale situazione (soggetto passivo appunto) è tenuto ad adempiere alla prestazione (oggetto del rapporto) nei confronti del creditore (soggetto attivo). Il debitore è di conseguenza responsabile dell’eventuale inadempimento, di cui risponde con tutti i suoi beni presenti e futuri, la cosiddetta garanzia patrimoniale (codice civile, articoli: 1175,1176,1199.)
Ma debitore definisce una condizione finanziaria, il Debitore inadempiente, è anzitutto una Persona. Persona che può voler rientrare dai propri inadempimenti pur non avendone i mezzi o, anche, non aver interesse a rientrarvi (nella logica, errata, del tanto non succede nulla). Così come può essere una Persona davvero professionale o una Persona con poco mestiere, colui che si occupa di Recupero Crediti.
Vedere come alcuni blog, anche piuttosto noti, suggeriscono di non considerare in nessun modo i cani da riporto (che sarebbero poi i Recuperatori) è gravissimo. Lo è non perché si sentano offesi i Recuperatori (o meglio, non solo) ma soprattutto perché non si fa cultura sul debito e non si fornisce alcun supporto a chi ha un problema che, molto più spesso di quanto si pensi, intende provare a risolvere.
Manca tuttavia ancora una categoria. Non vi sono difatti solo parti sociali, recuperatori e debitori inadempienti. Vi sono anche, e soprattutto, i Creditori. Creditori che sono i soggetti attivi nel ciclo delle obbligazioni. Creditori che hanno un ruolo determinante nel far sì che del recupero si occupino solo dei Professionisti. Tuttavia non sempre, nello spirito forse di unipotetica maggior tensione produttiva, ci si ricorda del beneficio indotto dallapplicazione di quanto gli Americani in modo molto semplice esprimono con una frase work smarter not harder. Capita, infatti, che a fronte di richieste di sospensione di attività di recupero dinnanzi a situazioni di oggettiva criticità (non solo economica ma talvolta di equilibrio psico-fisico delle Persone!) le società di recupero crediti si sentano rispondere che la pratica non viene revocata così limpresa di recupero crediti deciderà se subirne la penalizzazione non gestendola o subire le conseguenze di unazione non corretta, gestendola comunque.
Ma davvero crediamo che lavorare con qualità comporti avere minori risultati? Detta allitaliana lavora con intelligenza per decidere quando operare con maggiore insistenza e quando capire che fermarsi è invece il maggior passo in avanti possibile per la qualità, per il rispetto delletica e per trovare una soluzione allinsolvenza molto più efficace della reiterazione della stessa, inconcludente, azione.
Non cè più spazio per il mestierante, cè bisogno di qualità. Cè bisogno anche di obiettività nel giudizio delloperato nel recupero crediti. Quando la qualità e non solo la quantità, verrà misurata oggettivamente e diverrà un elemento di giudizio discriminante, ci accorgeremo che i risultati (performance) saranno addirittura maggiori. Per farlo bisogna cambiare approccio. Per riuscirci dovremo davvero volere, tutti insieme, passare dalla teoria delle norme, alla pratica del controllo della qualità!.
Da consumatore con il diritto di accesso al credito aggiungo che mi sento molto più protetta se il sistema del recupero crediti funziona così da non dover subire un aumento del costo del credito (che indubbiamente grava su tutti e non solo sugli enti finanziatori) in conseguenza del maggior tasso di insolvenza. Questo sarà possibile se continueremo (migliorando!) a sostenere chi è in difficoltà ma, anche, se avremo la libertà di esigere il pagamento delle obbligazioni da chi invece adduce solo pretesti . La sanzione vorremo vederla solo e sempre a fronte di azioni oggettivamente scorrette , e non quale conseguenza del ruolo che si ricopre. Bisogna iniziare a valorizzare chi ogni giorno investe per essere migliore (la maggior parte degli operatori del settore): allora, poiché gli obiettivi sono davvero comuni a tutti, perché non iniziare definendo insieme le regole della qualità?
Autore: Valeria Gubellini
Fonte:
Redazione Credit Village