La discesa degli spread spinge un sempre maggiore numero di famiglie a ricontrattare il proprio mutuo stipulato negli anni scorsi quando i differenziali richiesti dalle banche erano molto più alti. E’ il fenomeno che emerge dall’ultima rilevazione dell’ufficio studi del portale Mutui.it, in collaborazione con Facile.it, che ha analizzato le domande di mutuo arrivate nel periodo compreso tra settembre 2013 e febbraio 2014, scoprendo che le richieste di surroga rappresentano ormai il 13,7% del totale.
Una conferma di questa tendenza arriva anche dall’analisi di MutuiOnline.it relativa ai primi due mesi del 2014 da cui emerge una sensibile crescita della percentuale dei richiedenti che fa domanda di mutuo per sostituzione e surroga che è passata dal 13,3% del secondo semestre 2013 al 20,3% del mese di febbraio 2014.
“Questa percentuale”, spiega Lorenzo Bacca di Mutui.it, “è di molto superiore a quella registrata nella rilevazione di aprile 2012, quando le domande erano solo il 9,7% ed è sintomatica di come gli italiani vorrebbero migliorare le condizioni dei finanziamenti in corso, soprattutto quando sottoscritti in periodi contraddistinti da alti spread. Non sempre, tuttavia, questo desiderio si trasforma in una sostituzione del mutuo”.
Dall’analisi delle domande di mutui emerge l’identikit di un soggetto dall’età media di 41 anni, che punta a ottenere circa 130 mila euro da rimborsare in poco più di 20 anni a riprova del fatto che si tratta di sottoscrittori di mutui recenti, quindi con spread elevati. Per quanto riguarda il tasso scelto, a prevalere è quello variabile (puro o con cap), preferito dalla maggioranza del campione (67%), mentre il 26% vorrebbe un tasso fisso. Gli importi erogati vedono una contrazione, rispetto alla domanda, di circa il 15%: il mutuo medio concesso è pari a poco più di 113 mila euro, con cui si va a rifinanziare il 43% del valore complessivo dell’immobile.
Il desiderio di cambiare mutuo varia in funzione del territorio: le regioni in cui le domande di surroga sul totale delle domande di mutuo rappresentano una fetta più alta, arrivando a superare il 17%, sono Abruzzo, Umbria e Sardegna. Per quanto riguarda invece gli importi, le regioni da cui arrivano le richieste più cospicue sono il Lazio (131.500 euro), la Liguria (130 mila euro) e l’Emilia Romagna (129.500 euro). Importi più piccoli, di contro, nelle Marche e in Puglia.
In ogni caso i risparmiatori italiani devono ancora fare i conti con un atteggiamento delle banche che è ancora severo nella concessione di credito, anche se qualche segnale di cambiamento inizia a vedersi. Negli ultimi tempi infatti le banche appaiono più aperte alla concessione di finanziamenti per l’acquisto della casa.
Prova ne sono le campagne pubblicitarie lanciate dai alcuni istituti di credito sui nuovi mutui che offrono spread in calo. A partire da Unicredit il cui ad Federico Ghizzoni ha dichiarato che il suo gruppo ha registrato un aumento dell’erogazione di mutui. E dopo l’operazione di maxi pulizia del bilancio 2013, il gruppo ora è pronto a sostenere maggiormente famiglie e imprese.
Anche Ubi banca nel bilancio appena approvato ha registrato un andamento favorevole soprattutto nel secondo semestre dellanno e le erogazioni di mutui a privati sono risultate superiori del 10,7% rispetto ai corrispondenti valori del 2012.
Fatto sta che la diminuzione degli spread applicati dalle banche sta invogliando sempre più proprietari di casa a rivedere le condizioni del proprio mutuo per risparmiare. Un movimento che si vede soprattutto sui tassi variabili. Se a inizio 2013 lo spread medio proposto sui mutui a tasso variabile era al 3,5%, oggi grazie all’abbassamento del differenziale tra Btp e Bund tedesci, ci sono offerte che prevedono spread poco sopra al 2%.
Il che vuol dire per un mutuo a 20 anni un tasso attorno al 2,5%. Certo, non si tratta dei livelli pre-crisi, quando le banche proponevano spread anche sotto l’1%, ma si tratta comunque di un’inversione di tendenza importante. I tassi fissi invece oggi sono meno concorrenziali rispetto ai variabili: le migliori offerte a 20 anni si collocano poco sotto al 5%.
Non a caso dall’osservatorio di MutuiOnline risulta un forte aumento della percentuale di chi ha chiesto un mutuo a tasso variabile con il cap che passa dal 7% del secondo semestre del 2013 al 11,6% del mese di febbraio 2014 e con il 36,6% dei richiedenti che ha preferito una durata del mutuo tra i 30-40 anni
Autore: Paola Valentini
Fonte:
Milano Finanza
La discesa degli spread spinge un sempre maggiore numero di famiglie a ricontrattare il proprio mutuo stipulato negli anni scorsi quando i differenziali richiesti dalle banche erano molto più alti. E’ il fenomeno che emerge dall’ultima rilevazione dell’ufficio studi del portale Mutui.it, in collaborazione con Facile.it, che ha analizzato le domande di mutuo arrivate nel periodo compreso tra settembre 2013 e febbraio 2014, scoprendo che le richieste di surroga rappresentano ormai il 13,7% del totale.
Una conferma di questa tendenza arriva anche dall’analisi di MutuiOnline.it relativa ai primi due mesi del 2014 da cui emerge una sensibile crescita della percentuale dei richiedenti che fa domanda di mutuo per sostituzione e surroga che è passata dal 13,3% del secondo semestre 2013 al 20,3% del mese di febbraio 2014.
“Questa percentuale”, spiega Lorenzo Bacca di Mutui.it, “è di molto superiore a quella registrata nella rilevazione di aprile 2012, quando le domande erano solo il 9,7% ed è sintomatica di come gli italiani vorrebbero migliorare le condizioni dei finanziamenti in corso, soprattutto quando sottoscritti in periodi contraddistinti da alti spread. Non sempre, tuttavia, questo desiderio si trasforma in una sostituzione del mutuo”.
Dall’analisi delle domande di mutui emerge l’identikit di un soggetto dall’età media di 41 anni, che punta a ottenere circa 130 mila euro da rimborsare in poco più di 20 anni a riprova del fatto che si tratta di sottoscrittori di mutui recenti, quindi con spread elevati. Per quanto riguarda il tasso scelto, a prevalere è quello variabile (puro o con cap), preferito dalla maggioranza del campione (67%), mentre il 26% vorrebbe un tasso fisso. Gli importi erogati vedono una contrazione, rispetto alla domanda, di circa il 15%: il mutuo medio concesso è pari a poco più di 113 mila euro, con cui si va a rifinanziare il 43% del valore complessivo dell’immobile.
Il desiderio di cambiare mutuo varia in funzione del territorio: le regioni in cui le domande di surroga sul totale delle domande di mutuo rappresentano una fetta più alta, arrivando a superare il 17%, sono Abruzzo, Umbria e Sardegna. Per quanto riguarda invece gli importi, le regioni da cui arrivano le richieste più cospicue sono il Lazio (131.500 euro), la Liguria (130 mila euro) e l’Emilia Romagna (129.500 euro). Importi più piccoli, di contro, nelle Marche e in Puglia.
In ogni caso i risparmiatori italiani devono ancora fare i conti con un atteggiamento delle banche che è ancora severo nella concessione di credito, anche se qualche segnale di cambiamento inizia a vedersi. Negli ultimi tempi infatti le banche appaiono più aperte alla concessione di finanziamenti per l’acquisto della casa.
Prova ne sono le campagne pubblicitarie lanciate dai alcuni istituti di credito sui nuovi mutui che offrono spread in calo. A partire da Unicredit il cui ad Federico Ghizzoni ha dichiarato che il suo gruppo ha registrato un aumento dell’erogazione di mutui. E dopo l’operazione di maxi pulizia del bilancio 2013, il gruppo ora è pronto a sostenere maggiormente famiglie e imprese.
Anche Ubi banca nel bilancio appena approvato ha registrato un andamento favorevole soprattutto nel secondo semestre dellanno e le erogazioni di mutui a privati sono risultate superiori del 10,7% rispetto ai corrispondenti valori del 2012.
Fatto sta che la diminuzione degli spread applicati dalle banche sta invogliando sempre più proprietari di casa a rivedere le condizioni del proprio mutuo per risparmiare. Un movimento che si vede soprattutto sui tassi variabili. Se a inizio 2013 lo spread medio proposto sui mutui a tasso variabile era al 3,5%, oggi grazie all’abbassamento del differenziale tra Btp e Bund tedesci, ci sono offerte che prevedono spread poco sopra al 2%.
Il che vuol dire per un mutuo a 20 anni un tasso attorno al 2,5%. Certo, non si tratta dei livelli pre-crisi, quando le banche proponevano spread anche sotto l’1%, ma si tratta comunque di un’inversione di tendenza importante. I tassi fissi invece oggi sono meno concorrenziali rispetto ai variabili: le migliori offerte a 20 anni si collocano poco sotto al 5%.
Non a caso dall’osservatorio di MutuiOnline risulta un forte aumento della percentuale di chi ha chiesto un mutuo a tasso variabile con il cap che passa dal 7% del secondo semestre del 2013 al 11,6% del mese di febbraio 2014 e con il 36,6% dei richiedenti che ha preferito una durata del mutuo tra i 30-40 anni
Autore: Paola Valentini
Fonte:
Milano Finanza