Cala la perdita di Monte dei Paschi di Siena, ma aumentano i crediti deteriorati. La banca senese ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 1,43 miliardi di euro, in flessione rispetto al rosso di 3,168 miliardi di euro registrato a fine 2012, dato che includeva anche impairment di avviamenti e intangibili per circa 1,654 miliardi. Gli analisti in media stimano un rosso vicino ai 900 milioni di euro.
Nel solo quarto trimestre la perdita si è ridotta a 920 milioni. Sul risultato hanno pesato rettifiche su crediti per 2,75 miliardi di euro, un dato superiore alle attese degli analisti a 2,2 miliardi di euro, con un’incidenza del quarto trimestre pari a 1,210 miliardi di euro.
Alla fine dello scorso esercizio Mps ha registrato un’esposizione netta in termini di crediti deteriorati pari a circa 21 miliardi di euro, in crescita di circa 3,6 miliardi di euro rispetto a fine anno precedente. In tale ambito, le sofferenze sono aumentate del +21,7% e gli incagli del +26%. In crescita anche i crediti ristrutturati (+20,4%) e, in misura inferiore, le esposizioni scadute (+6,6%).
Di conseguenza Rocca Salimbeni sta continuando il rafforzamento della copertura dei crediti deteriorati, anche in vista dell’asset quality review della Bce: al 31 dicembre la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 41,8%, +80 punti base anno su anno, con il coverage delle sofferenze pari al 58,8% (+90 punti base). Inclusi gli ammortamenti, la copertura del totale crediti deteriorati si è portata al 45,7% e quella delle sofferenze al 63,2%.
Mentre il portafoglio titoli e derivati del gruppo è risultato pari a 35,5 miliardi di euro, in diminuzione di circa 3 miliardi di euro rispetto a fine 2012. E’ proseguita, inoltre, l’attività di ottimizzazione del portafoglio Afs sia per i titoli governativi diminuiti di 2 miliardi di euro sia delle posizioni di private equity attraverso la vendita di 6 fondi. Altri 10 fondi sono in fase di dismissione.
Sotto il profilo patrimoniale, il Core Tier 1 di Monte dei Paschi di Siena è salito al 10%, senza la rivalutazione della partecipazione al capitale di Bankitalia, dall’8,9% di fine 2012, il patrimonio di vigilanza si è attestato a 12,816 miliardi di euro, invece le attività ponderate per il rischio (RWA) sono scese del 9% a 84,499 miliardi di euro. La banca ha spiegato di aver contabilizzato a conto economico nel quarto trimestre un beneficio dalla rivalutazione della quota Bankitalia pari a 187,5 milioni di euro.
Tuttavia, visti gli approfondimenti in corso tra le autorità per l’attribuzione contabile di questa voce, ha avvertito che potrebbe emergere l’orientamento di imputare il beneficio a patrimonio e non al conto economico. In tal caso, l’effetto negativo sul risultato netto di esercizio sarebbe di 165 milioni, mentre il Core Tier 1 ratio fully phased Basilea 3 rimarrebbe invariato a circa il 9%.
Infine, nell’ambito dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro, che doveva partire a gennaio ma che è slittato a non prima del 12 maggio per volere del primo azionista, la Fondazione Mps, è stato rinnovato l’accordo di pre-underwriting relativo all’operazione.
Ubs agirà in qualità di global coordinator e bookrunner, Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners e in aggiunta Barclays, Bank of America Merrill Lynch, Commerzbank, JP Morgan, Morgan Stanley e Societe Generale in qualità di joint bookrunners. L’istituto è inoltre assistito da Ubs in qualità di financial advisor e Mps Capital Services in qualità di co-financial advisor nonché da Linklaters in qualità di advisor legale.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza
Cala la perdita di Monte dei Paschi di Siena, ma aumentano i crediti deteriorati. La banca senese ha chiuso il 2013 con una perdita netta di 1,43 miliardi di euro, in flessione rispetto al rosso di 3,168 miliardi di euro registrato a fine 2012, dato che includeva anche impairment di avviamenti e intangibili per circa 1,654 miliardi. Gli analisti in media stimano un rosso vicino ai 900 milioni di euro.
Nel solo quarto trimestre la perdita si è ridotta a 920 milioni. Sul risultato hanno pesato rettifiche su crediti per 2,75 miliardi di euro, un dato superiore alle attese degli analisti a 2,2 miliardi di euro, con un’incidenza del quarto trimestre pari a 1,210 miliardi di euro.
Alla fine dello scorso esercizio Mps ha registrato un’esposizione netta in termini di crediti deteriorati pari a circa 21 miliardi di euro, in crescita di circa 3,6 miliardi di euro rispetto a fine anno precedente. In tale ambito, le sofferenze sono aumentate del +21,7% e gli incagli del +26%. In crescita anche i crediti ristrutturati (+20,4%) e, in misura inferiore, le esposizioni scadute (+6,6%).
Di conseguenza Rocca Salimbeni sta continuando il rafforzamento della copertura dei crediti deteriorati, anche in vista dell’asset quality review della Bce: al 31 dicembre la percentuale di copertura dei crediti deteriorati si è attestata al 41,8%, +80 punti base anno su anno, con il coverage delle sofferenze pari al 58,8% (+90 punti base). Inclusi gli ammortamenti, la copertura del totale crediti deteriorati si è portata al 45,7% e quella delle sofferenze al 63,2%.
Mentre il portafoglio titoli e derivati del gruppo è risultato pari a 35,5 miliardi di euro, in diminuzione di circa 3 miliardi di euro rispetto a fine 2012. E’ proseguita, inoltre, l’attività di ottimizzazione del portafoglio Afs sia per i titoli governativi diminuiti di 2 miliardi di euro sia delle posizioni di private equity attraverso la vendita di 6 fondi. Altri 10 fondi sono in fase di dismissione.
Sotto il profilo patrimoniale, il Core Tier 1 di Monte dei Paschi di Siena è salito al 10%, senza la rivalutazione della partecipazione al capitale di Bankitalia, dall’8,9% di fine 2012, il patrimonio di vigilanza si è attestato a 12,816 miliardi di euro, invece le attività ponderate per il rischio (RWA) sono scese del 9% a 84,499 miliardi di euro. La banca ha spiegato di aver contabilizzato a conto economico nel quarto trimestre un beneficio dalla rivalutazione della quota Bankitalia pari a 187,5 milioni di euro.
Tuttavia, visti gli approfondimenti in corso tra le autorità per l’attribuzione contabile di questa voce, ha avvertito che potrebbe emergere l’orientamento di imputare il beneficio a patrimonio e non al conto economico. In tal caso, l’effetto negativo sul risultato netto di esercizio sarebbe di 165 milioni, mentre il Core Tier 1 ratio fully phased Basilea 3 rimarrebbe invariato a circa il 9%.
Infine, nell’ambito dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro, che doveva partire a gennaio ma che è slittato a non prima del 12 maggio per volere del primo azionista, la Fondazione Mps, è stato rinnovato l’accordo di pre-underwriting relativo all’operazione.
Ubs agirà in qualità di global coordinator e bookrunner, Citigroup, Goldman Sachs International e Mediobanca in qualità di co-global coordinators e joint bookrunners e in aggiunta Barclays, Bank of America Merrill Lynch, Commerzbank, JP Morgan, Morgan Stanley e Societe Generale in qualità di joint bookrunners. L’istituto è inoltre assistito da Ubs in qualità di financial advisor e Mps Capital Services in qualità di co-financial advisor nonché da Linklaters in qualità di advisor legale.
Autore: Francesca Gerosa
Fonte:
Milano Finanza