Più credito bancario alle piccole e medie imprese a tassi più bassi. È questo l’obiettivo delle nuove misure che saranno varate dalla Banca d’Italia «nelle prossime settimane» per ampliare la gamma dei prestiti usati a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema, al fine di migliorare la liquidità delle banche e a cascata il flusso del credito all’economia a condizioni migliori. In arrivo «l’uso delle linee di credito in conto corrente, diffuse tra le aziende minori» come collaterale per ottenere liquidità dalla Bce. Questa la principale novità annunciata da Ignazio Visco.
L’estensione delle garanzie, ha aggiunto il governatore, prevederà anche l’utilizzo «di portafogli di crediti con una gestione più flessibile del collaterale e minori scarti di garanzia» con la possibilità di includere anche i mutui ipotecari alle famiglie.
“Le difficoltà di accesso al credito delle imprese italiane restano elevate”, è quanto emerge dalla relazione annuale, dove si enfatizza l’alta quota di finanziamenti richiesti in Italia e non ottenuti (rispetto a Francia e Germania). Nel 2013 i finanziamenti bancari concessi alle imprese italiane sono diminuiti del 5%: un calo che si è solo lievemente attenuato nei primi mesi del 2014 (-4,2% in marzo).
Il finanziamento dell’economia è oltretutto bancocentrico: «il credito concesso dalle banche rappresenta la principale fonte di finanziamento esterno per le imprese italiane». In attesa dello sviluppo di un mercato dei capitali (il peso delle obbligazioni sui debiti finanziari è pari all’11% in Italia contro il 24% in Francia, il 28% nel Regno Unito e il 52% negli Usa), è solo oliando i canali del credito bancario che in questa fase di può tentare di migliorare il flusso del credito alle Pmi, sempre che la domanda di credito e la patrimonializzazione delle Pmi aumenti di pari passo.
La Banca d’Italia intende dunque ampliare la gamma dei prestiti usati come collaterale dalle banche italiane per ottenere liquidità dall’Eurosistema: la novità delle linee di credito in conto corrente controbilancerà i bond bancari garantiti finora usati come garanzie, ma che andranno in scadenza prossimamente. Nella relazione sulle attività della Banca d’Italia, il valore netto delle garanzie depositate dalle controparti italiane e impegnate nella Banca (al netto degli scarti di garanzia) per il rifinanziamento presso la Bce a fine 2013 era pari a 344,8 miliardi di cui 101 in titoli di Stato, 11,5 in obbligazioni bancarie, 61,5 in covered bond, 50,6 in cartolarizzazioni, 69,8 in obbligazioni bancarie garantite dallo Stato, 43,5 di prestiti e 6,5 in altri titoli.
L’ampliamento del collaterale aumenta la liquidità e tiene basso il costo del denaro: aumentando la possibilità delle banche di finanziarsi presso l’Eurosistema a bassi tassi, si possono aprire i rubinetti del credito alle Pmi a condizioni più vantaggiose (la forchetta tra il tasso dei prestiti concessi alle imprese tedesche e italiane è molto ampia, in alcuni casi fino a 5 punti percentuali).
Tuttavia, la liquidità da sola non basta. Le banche italiane dovranno essere messe nella condizione in prospettiva di togliere dal bilancio anche il rischio di credito dei prestiti alle Pmi: liberando così capitale da reimpiegare. A questo riguardo, Visco ha detto che «una ripresa del mercato delle cartolarizzazioni può contribuire a riattivare il credito all’economia».
Il sistema bancario italiano tra l’altro «ha subito notevoli ripercussioni dalle due recessioni economiche e dall’incertezza generata dalla crisi del debito sovrano»: l’incidenza dei crediti deteriorati lordi che ammontano a 319 miliardi (sofferenze incagli, ristrutturati, sconfinati o scaduti) sul complesso dei crediti è triplicata dal 5,3% del 2007 al 16% del 2013. In questo caso oltre alle cartolarizzazioni dei non performing loans si guarda anche alle bad banks e all’uso di garanzie dello Stato.
L’aumento del collaterale per partecipare alle operazioni di rifinanziamento da un lato e nuove formule di cartolarizzazioni dei prestiti concessi alle Pmi dall’altro lato sono tra le innovazioni che la Bce potrebbe annunciare il prossimo 5 giugno.
Autore: Isabella Bufacchi
Fonte:
Il Sole 24 Ore
Più credito bancario alle piccole e medie imprese a tassi più bassi. È questo l’obiettivo delle nuove misure che saranno varate dalla Banca d’Italia «nelle prossime settimane» per ampliare la gamma dei prestiti usati a garanzia del rifinanziamento presso l’Eurosistema, al fine di migliorare la liquidità delle banche e a cascata il flusso del credito all’economia a condizioni migliori. In arrivo «l’uso delle linee di credito in conto corrente, diffuse tra le aziende minori» come collaterale per ottenere liquidità dalla Bce. Questa la principale novità annunciata da Ignazio Visco.
L’estensione delle garanzie, ha aggiunto il governatore, prevederà anche l’utilizzo «di portafogli di crediti con una gestione più flessibile del collaterale e minori scarti di garanzia» con la possibilità di includere anche i mutui ipotecari alle famiglie.
“Le difficoltà di accesso al credito delle imprese italiane restano elevate”, è quanto emerge dalla relazione annuale, dove si enfatizza l’alta quota di finanziamenti richiesti in Italia e non ottenuti (rispetto a Francia e Germania). Nel 2013 i finanziamenti bancari concessi alle imprese italiane sono diminuiti del 5%: un calo che si è solo lievemente attenuato nei primi mesi del 2014 (-4,2% in marzo).
Il finanziamento dell’economia è oltretutto bancocentrico: «il credito concesso dalle banche rappresenta la principale fonte di finanziamento esterno per le imprese italiane». In attesa dello sviluppo di un mercato dei capitali (il peso delle obbligazioni sui debiti finanziari è pari all’11% in Italia contro il 24% in Francia, il 28% nel Regno Unito e il 52% negli Usa), è solo oliando i canali del credito bancario che in questa fase di può tentare di migliorare il flusso del credito alle Pmi, sempre che la domanda di credito e la patrimonializzazione delle Pmi aumenti di pari passo.
La Banca d’Italia intende dunque ampliare la gamma dei prestiti usati come collaterale dalle banche italiane per ottenere liquidità dall’Eurosistema: la novità delle linee di credito in conto corrente controbilancerà i bond bancari garantiti finora usati come garanzie, ma che andranno in scadenza prossimamente. Nella relazione sulle attività della Banca d’Italia, il valore netto delle garanzie depositate dalle controparti italiane e impegnate nella Banca (al netto degli scarti di garanzia) per il rifinanziamento presso la Bce a fine 2013 era pari a 344,8 miliardi di cui 101 in titoli di Stato, 11,5 in obbligazioni bancarie, 61,5 in covered bond, 50,6 in cartolarizzazioni, 69,8 in obbligazioni bancarie garantite dallo Stato, 43,5 di prestiti e 6,5 in altri titoli.
L’ampliamento del collaterale aumenta la liquidità e tiene basso il costo del denaro: aumentando la possibilità delle banche di finanziarsi presso l’Eurosistema a bassi tassi, si possono aprire i rubinetti del credito alle Pmi a condizioni più vantaggiose (la forchetta tra il tasso dei prestiti concessi alle imprese tedesche e italiane è molto ampia, in alcuni casi fino a 5 punti percentuali).
Tuttavia, la liquidità da sola non basta. Le banche italiane dovranno essere messe nella condizione in prospettiva di togliere dal bilancio anche il rischio di credito dei prestiti alle Pmi: liberando così capitale da reimpiegare. A questo riguardo, Visco ha detto che «una ripresa del mercato delle cartolarizzazioni può contribuire a riattivare il credito all’economia».
Il sistema bancario italiano tra l’altro «ha subito notevoli ripercussioni dalle due recessioni economiche e dall’incertezza generata dalla crisi del debito sovrano»: l’incidenza dei crediti deteriorati lordi che ammontano a 319 miliardi (sofferenze incagli, ristrutturati, sconfinati o scaduti) sul complesso dei crediti è triplicata dal 5,3% del 2007 al 16% del 2013. In questo caso oltre alle cartolarizzazioni dei non performing loans si guarda anche alle bad banks e all’uso di garanzie dello Stato.
L’aumento del collaterale per partecipare alle operazioni di rifinanziamento da un lato e nuove formule di cartolarizzazioni dei prestiti concessi alle Pmi dall’altro lato sono tra le innovazioni che la Bce potrebbe annunciare il prossimo 5 giugno.
Autore: Isabella Bufacchi
Fonte:
Il Sole 24 Ore