Il piano di Mediobanca per creare un veicolo che raccolga i crediti problematici delle banche italiane sta iniziando a concretizzarsi e potrebbe diventare operativo entro l’estate, una volta che Bce e Banca d’Italia avranno ultimato l’asset quality review sui conti dei primi 15 gruppi bancari italiani.
Nonostante Unicredit e Intesa Sanpaolo abbiano deciso di procedere con progetti autonomi, scrive MF, la banca d’affari guidata da Alberto Nagel non ha dunque rinunciato all’idea, che avrebbe invece suscitato l’interesse di un drappello di istituti medio-grandi.
Gia’ nei mesi scorsi si era parlato di un generico interesse da parte di istituti quali Mps e alcune banche popolari. Il piano messo a punto dai tecnici di Piazzetta Cuccia, e che sarebbe gia’ stato sottoposto all’attenzione di Via Nazionale, non prevederebbe la creazione di una bad bank (nell’accezione negativa del termine) ma di uno o piu’ veicoli per la valorizzazione dei crediti non performing finanziato esclusivamente dal settore privato e dove il pubblico, se ritenesse conveniente parteciparvi, lo potrebbe fare a condizioni di mercato.
Nel dettaglio il progetto, almeno nella sua versione originaria, prevedeva che ciascun istituto conferisse al veicolo (ma come detto e’ possibile che ne possano essere creati diversi a seconda della categoria dei crediti) una porzione dei propri prestiti non performing. Una volta effettuato il conferimento, ciascuna banca otterrebbe una quota, proporzionale ai crediti ceduti, del veicolo. Quest’ultimo potrebbe poi finanziarsi attraverso l’emissione di titoli di debito, anche se l’opzione preferita sembrerebbe quella di aprire il capitale a investitori istituzionali e a operatori specializzati nella gestione dei crediti non performing
Fonte:
Il Corriere della Sera
Il piano di Mediobanca per creare un veicolo che raccolga i crediti problematici delle banche italiane sta iniziando a concretizzarsi e potrebbe diventare operativo entro l’estate, una volta che Bce e Banca d’Italia avranno ultimato l’asset quality review sui conti dei primi 15 gruppi bancari italiani.
Nonostante Unicredit e Intesa Sanpaolo abbiano deciso di procedere con progetti autonomi, scrive MF, la banca d’affari guidata da Alberto Nagel non ha dunque rinunciato all’idea, che avrebbe invece suscitato l’interesse di un drappello di istituti medio-grandi.
Gia’ nei mesi scorsi si era parlato di un generico interesse da parte di istituti quali Mps e alcune banche popolari. Il piano messo a punto dai tecnici di Piazzetta Cuccia, e che sarebbe gia’ stato sottoposto all’attenzione di Via Nazionale, non prevederebbe la creazione di una bad bank (nell’accezione negativa del termine) ma di uno o piu’ veicoli per la valorizzazione dei crediti non performing finanziato esclusivamente dal settore privato e dove il pubblico, se ritenesse conveniente parteciparvi, lo potrebbe fare a condizioni di mercato.
Nel dettaglio il progetto, almeno nella sua versione originaria, prevedeva che ciascun istituto conferisse al veicolo (ma come detto e’ possibile che ne possano essere creati diversi a seconda della categoria dei crediti) una porzione dei propri prestiti non performing. Una volta effettuato il conferimento, ciascuna banca otterrebbe una quota, proporzionale ai crediti ceduti, del veicolo. Quest’ultimo potrebbe poi finanziarsi attraverso l’emissione di titoli di debito, anche se l’opzione preferita sembrerebbe quella di aprire il capitale a investitori istituzionali e a operatori specializzati nella gestione dei crediti non performing
Fonte:
Il Corriere della Sera