Il prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia è sceso nel 2012 del 2,4% ed è dell’1% il calo già acquisito per l’anno in corso. Lo comunica l’Istat. Immediata la reazione dei mercati, dove Piazza Affari aveva già aperto in rosso, condizionata anche dal declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia di rating Fitch. Qualche buona notizia arriva però poche ore dopo, nella stessa mattinata, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), secondi cui nell’eurozona la crescita sta per ripartire e in Italia e Francia non dovrebbe esserci un «ulteriore deterioramento» della situazione economica.
I DATI ISTAT-CNEL– Più in dettaglio, l’Istat rende noto che nel quarto trimestre del 2012 il Pil è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% nei confronti del quarto trimestre del 2011.
Oltre ai dati sul Pil, l’Istituto di statistica presenta inoltre – con il Consiglio nazionale economia e lavoro (Cnel) – «Bes 2013», primo rapporto sullo stato di salute del Paese con indicatori del benessere sociale. Uno studio da cui emerge che tra il 2010 e il 2011 il cosiddetto indicatore della «grave deprivazione» sale dal 6,9% all’11,1%: ciò significa che 6,7 milioni di persone sono in difficoltà economiche, con un rialzo di 2,5 milioni in un anno. Cresce inoltre il livello di disuguaglianza, quello misurato attraverso il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero: si va dal 5,2% del biennio 2008-2010 al 5,6% del 2011.
LE RILEVAZIONI OCSE – L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, invece, sottolinea che il «superindice» di Italia e Francia (indicatore utilizzato per prevedere l’evoluzione del ciclo economico di un Paese, ndr)è aumentato rispettivamente dello +0,11% e +0,05% rispetto a dicembre. Il confronto con lo stesso mese dell’anno scorso, però, resta negativo, con una contrazione dello 0,66% per l’Italia e dello 0,53% per la Francia. Negli Usa, rileva ancora l’Ocse, prosegue il trend di «consolidamento della crescita», con un superindice in incremento dello 0,08% su base sequenziale e dello 0,53% su base annua.
Autore: Redazione Online
Fonte:
Corriere della Sera
Il prodotto interno lordo (Pil) dell’Italia è sceso nel 2012 del 2,4% ed è dell’1% il calo già acquisito per l’anno in corso. Lo comunica l’Istat. Immediata la reazione dei mercati, dove Piazza Affari aveva già aperto in rosso, condizionata anche dal declassamento dell’Italia da parte dell’agenzia di rating Fitch. Qualche buona notizia arriva però poche ore dopo, nella stessa mattinata, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), secondi cui nell’eurozona la crescita sta per ripartire e in Italia e Francia non dovrebbe esserci un «ulteriore deterioramento» della situazione economica.
I DATI ISTAT-CNEL– Più in dettaglio, l’Istat rende noto che nel quarto trimestre del 2012 il Pil è diminuito dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e del 2,8% nei confronti del quarto trimestre del 2011.
Oltre ai dati sul Pil, l’Istituto di statistica presenta inoltre – con il Consiglio nazionale economia e lavoro (Cnel) – «Bes 2013», primo rapporto sullo stato di salute del Paese con indicatori del benessere sociale. Uno studio da cui emerge che tra il 2010 e il 2011 il cosiddetto indicatore della «grave deprivazione» sale dal 6,9% all’11,1%: ciò significa che 6,7 milioni di persone sono in difficoltà economiche, con un rialzo di 2,5 milioni in un anno. Cresce inoltre il livello di disuguaglianza, quello misurato attraverso il rapporto tra il reddito posseduto dal 20% più ricco della popolazione e il 20% più povero: si va dal 5,2% del biennio 2008-2010 al 5,6% del 2011.
LE RILEVAZIONI OCSE – L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, invece, sottolinea che il «superindice» di Italia e Francia (indicatore utilizzato per prevedere l’evoluzione del ciclo economico di un Paese, ndr)è aumentato rispettivamente dello +0,11% e +0,05% rispetto a dicembre. Il confronto con lo stesso mese dell’anno scorso, però, resta negativo, con una contrazione dello 0,66% per l’Italia e dello 0,53% per la Francia. Negli Usa, rileva ancora l’Ocse, prosegue il trend di «consolidamento della crescita», con un superindice in incremento dello 0,08% su base sequenziale e dello 0,53% su base annua.
Autore: Redazione Online
Fonte:
Corriere della Sera