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Agli italiani piace cash: nove pagamenti su dieci sono in contanti. Ecco perché

In Italia il 90% dei pagamenti è cash e la scarsa diffusione di carte elettroniche pone il nostro Paese agli ultimi posti in Europa: dietro di noi ci sono solo Lituania, Polonia, Grecia, Romania e Bulgaria, mentre il trio di testa è composto da Finlandia, Svezia e Olanda. È quanto emerge da un paper della Banca d’Italia. «Nel nostro Paese – spiega lo studio – l’uso di strumenti elettronici, come le carte di pagamento, é contenuto, a fronte di una diffusione del contante superiore alla media europea e pari al 90% dei pagamenti».

 

La concentrazione del reddito


«Il ritardo italiano – sottolinea ancora Bankitalia – potrebbe essere ascrivibile a una diversa concentrazione del reddito. Se si confronta la posizione dell’Italia con quella dei principali Paesi europei con un Pil procapite superiore alla media emerge, in linea con quanto trovato dagli studi empirici, una relazione negativa tra livello delle transazioni con strumenti elettronici e la concentrazione del reddito che nel nostro Paese risulta particolarmente accentuata». Tuttavia questa non é la sola ragione poiché, «Spagna e Regno Unito presentano sia un grado di concentrazione del reddito sia un numero di transazioni con strumenti innovativi superiori a quelli italiani».

 

Il peso dell’economia sommersa


Un altro fattore di influenza «è rappresentanto dall’economia sommersa, da molti indicata come una delle ragioni principali alla base dell’elevato utilizzo del contante».

 

La corsa al bancomat


Nonostante la bassa diffusione di Atm in rapporto alla popolazione, l’Italia. «si caratterizza per un valore medio dei prelievi da Atm e pagamenti su Pos decisamente più alto della media dei paesi considerati. Il divario si accentua se si considerano i soli paesi dell’area euro».

 

Al Sud i pagamenti elettronici sono un terzo di quelli al Nord


A livello territoriale permangono divari «elevati» anche tra le regioni italiane: «nel Centro-Nord il numero di pagamenti procapite con strumenti elettronici (esclusi assegni e bollettini postali) è tre volte superiore di quello registrato nel Mezzogiorno (59 contro 21 operazioni).


Fonte:

Il Sole24Ore

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