Gli immigrati sono sempre più corteggiati dalle banche italiane. E non c’è da stupirsi. Si tratta infatti di una clientela sempre più numerosa con crescente disponibilità finanziaria. Tuttavia gli istituti hanno messo in campo strategie diverse, se non opposte, per attrarre questi clienti.
Se UniCredit ha creato un network d’agenzie (Agenzia Tu) e di prodotti dedicati, dai conti deposito per badanti e colf a prodotti più complessi di investimento, Intesa Sanpaolo non crede nello sviluppo di una politica finanziaria specifica a favore degli immigrati e punta in particolare sulle rimesse. Mentre Monte dei Paschi di Siena, a metà tra le due scuole di pensiero, ha sviluppato prodotti finanziari ad hoc con tariffe agevolate per concludere operazioni in Italia e all’estero, ma non pensa a strutture dedicate.
Innanzitutto i numeri.
In Italia secondo l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) i conti correnti intestati a immigrati sono quasi 1,8 milioni (il 75% delle le famiglie è titolare di conto corrente in banca o presso BancoPosta), mentre le rimesse, cioè i soldi inviati ai paesi di origine, nel 2011 sono ammontate a 7,4 miliardi (+12,5% sul 2010). Per quanto riguarda le principali banche italiane, Intesa Sanpaolo conta 750 mila clienti stranieri, UniCredit 700 mila, mentre Monte dei Paschi ha all’attivo 260 mila clienti stranieri migranti, in crescita grazie agli ultimi prodotti lanciati.
Eppure il target, in generale, non è ancora sufficientemente bancarizzato. «Un terzo dei risparmi dei nuovi cittadini italiani viene ancora tenuto in casa e non depositato in banca», spiega Massimo Macchitella, direttore marketing privati di Unicredit. «Ecco perché nelle nostre agenzie dedicate (12 in tutto nelle principali città italiane) facciamo attività di formazione e di inclusione finanziaria, spieghiamo in diverse lingue i nostri prodotti e i servizi».
A livello di prodotto UniCredit ha puntato sul piano di accumulo Risparmia Facile a partire da una cifra base di 50 euro (senza costi di accensione o estinzione, con un tasso annuo di remunerazione dell’1,25% lordo) e su un conto corrente dedicato a colf e badanti. «Abbiamo scelto Conto tu famiglia, dedicato agli assistenti familiari, perché questa categoria di lavoratori in Italia è molto numerosa», ha aggiunto Macchitella. «Il conto è già stato adottato da oltre 5 mila assistenti familiari che, oltre ai servizi bancari tradizionali come la carta bancomat, la carta prepagata, il servizio di online banking, potranno effettuare sei rimesse verso l’estero online gratuitamente».
Simile la politica di prodotto per Monte dei Paschi che ha creato «Paschi Senza Frontiere, un conto corrente dedicato ai cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia, scelto già da 16 mila clienti», racconta Paolo Pellegrini, responsabile del servizio marketing privati di Banca Monte dei Paschi di Siena. «Si tratta di un pacchetto di prodotti e servizi con canone mensile che comprende 20 operazioni trimestrali gratuite, bonifici gratuiti con addebito in conto corrente verso il paese di origine e permette di avere condizioni vantaggiose su depositi a risparmio ordinari e sui mutui per l’acquisto della prima casa, come la riduzione delle spese di istruttoria».
Non la pensa invece allo stesso modo Intesa Sanpaolo. Secondo l’istituto guidato dal consigliere delegato Enrico Cucchiani le rimesse sono infatti l’unica esigenza distintiva di questa clientela. «Crediamo che gli immigrati non debbano essere trattati con modelli e servizi differenti, in quanto hanno finanziariamente un ciclo di vita accelerato o rallentato in base all’età, al tipo di lavoro, all’istruzione, proprio come i nostri clienti italiani per cui esiste una vasta tipologia di offerta dalla prima bancarizzazione ai servizi complessi», ha spiegato Marco Siracusano, direttore marketing privati di Intesa Sanpaolo. «Cerchiamo di fare in modo che si sentano a casa nella Banca dei Territori».
In questo caso l’attenzione è spostata sulle rimesse. «Siamo stati la prima banca a siglare un accordo con Western Union per facilitare ai nostri clienti l’invio dei soldi ai paesi d’origine e oggi abbiamo un sistema integrato tra 7.300 Atm (i bancomat intelligenti, ndr), il web e il mobile per fare le transazioni in modo semplice al pari di una ricarica del cellulare effettuata dal bancomat o dal proprio pc».
Le rimesse sono infatti una fetta importante delle attività finanziarie degli immigrati, come dimostrano i dati dell’Abi. È così che anche UniCredit ha recentemente siglato un accordo con Western Union per consentire ai propri clienti di inviare denaro ai familiari all’estero, direttamente dall’internet banking o dalla rete di Atm e Totem multifunzione. Inoltre i clienti delle 12 Agenzie Tu (la rete italiana dedicata agli stranieri) potranno fare le rimesse anche dagli sportelli.
Autore: Claudia Cervini
Fonte:
Italia Oggi
Gli immigrati sono sempre più corteggiati dalle banche italiane. E non c’è da stupirsi. Si tratta infatti di una clientela sempre più numerosa con crescente disponibilità finanziaria. Tuttavia gli istituti hanno messo in campo strategie diverse, se non opposte, per attrarre questi clienti.
Se UniCredit ha creato un network d’agenzie (Agenzia Tu) e di prodotti dedicati, dai conti deposito per badanti e colf a prodotti più complessi di investimento, Intesa Sanpaolo non crede nello sviluppo di una politica finanziaria specifica a favore degli immigrati e punta in particolare sulle rimesse. Mentre Monte dei Paschi di Siena, a metà tra le due scuole di pensiero, ha sviluppato prodotti finanziari ad hoc con tariffe agevolate per concludere operazioni in Italia e all’estero, ma non pensa a strutture dedicate.
Innanzitutto i numeri.
In Italia secondo l’Abi (l’Associazione bancaria italiana) i conti correnti intestati a immigrati sono quasi 1,8 milioni (il 75% delle le famiglie è titolare di conto corrente in banca o presso BancoPosta), mentre le rimesse, cioè i soldi inviati ai paesi di origine, nel 2011 sono ammontate a 7,4 miliardi (+12,5% sul 2010). Per quanto riguarda le principali banche italiane, Intesa Sanpaolo conta 750 mila clienti stranieri, UniCredit 700 mila, mentre Monte dei Paschi ha all’attivo 260 mila clienti stranieri migranti, in crescita grazie agli ultimi prodotti lanciati.
Eppure il target, in generale, non è ancora sufficientemente bancarizzato. «Un terzo dei risparmi dei nuovi cittadini italiani viene ancora tenuto in casa e non depositato in banca», spiega Massimo Macchitella, direttore marketing privati di Unicredit. «Ecco perché nelle nostre agenzie dedicate (12 in tutto nelle principali città italiane) facciamo attività di formazione e di inclusione finanziaria, spieghiamo in diverse lingue i nostri prodotti e i servizi».
A livello di prodotto UniCredit ha puntato sul piano di accumulo Risparmia Facile a partire da una cifra base di 50 euro (senza costi di accensione o estinzione, con un tasso annuo di remunerazione dell’1,25% lordo) e su un conto corrente dedicato a colf e badanti. «Abbiamo scelto Conto tu famiglia, dedicato agli assistenti familiari, perché questa categoria di lavoratori in Italia è molto numerosa», ha aggiunto Macchitella. «Il conto è già stato adottato da oltre 5 mila assistenti familiari che, oltre ai servizi bancari tradizionali come la carta bancomat, la carta prepagata, il servizio di online banking, potranno effettuare sei rimesse verso l’estero online gratuitamente».
Simile la politica di prodotto per Monte dei Paschi che ha creato «Paschi Senza Frontiere, un conto corrente dedicato ai cittadini stranieri che vivono e lavorano in Italia, scelto già da 16 mila clienti», racconta Paolo Pellegrini, responsabile del servizio marketing privati di Banca Monte dei Paschi di Siena. «Si tratta di un pacchetto di prodotti e servizi con canone mensile che comprende 20 operazioni trimestrali gratuite, bonifici gratuiti con addebito in conto corrente verso il paese di origine e permette di avere condizioni vantaggiose su depositi a risparmio ordinari e sui mutui per l’acquisto della prima casa, come la riduzione delle spese di istruttoria».
Non la pensa invece allo stesso modo Intesa Sanpaolo. Secondo l’istituto guidato dal consigliere delegato Enrico Cucchiani le rimesse sono infatti l’unica esigenza distintiva di questa clientela. «Crediamo che gli immigrati non debbano essere trattati con modelli e servizi differenti, in quanto hanno finanziariamente un ciclo di vita accelerato o rallentato in base all’età, al tipo di lavoro, all’istruzione, proprio come i nostri clienti italiani per cui esiste una vasta tipologia di offerta dalla prima bancarizzazione ai servizi complessi», ha spiegato Marco Siracusano, direttore marketing privati di Intesa Sanpaolo. «Cerchiamo di fare in modo che si sentano a casa nella Banca dei Territori».
In questo caso l’attenzione è spostata sulle rimesse. «Siamo stati la prima banca a siglare un accordo con Western Union per facilitare ai nostri clienti l’invio dei soldi ai paesi d’origine e oggi abbiamo un sistema integrato tra 7.300 Atm (i bancomat intelligenti, ndr), il web e il mobile per fare le transazioni in modo semplice al pari di una ricarica del cellulare effettuata dal bancomat o dal proprio pc».
Le rimesse sono infatti una fetta importante delle attività finanziarie degli immigrati, come dimostrano i dati dell’Abi. È così che anche UniCredit ha recentemente siglato un accordo con Western Union per consentire ai propri clienti di inviare denaro ai familiari all’estero, direttamente dall’internet banking o dalla rete di Atm e Totem multifunzione. Inoltre i clienti delle 12 Agenzie Tu (la rete italiana dedicata agli stranieri) potranno fare le rimesse anche dagli sportelli.
Autore: Claudia Cervini
Fonte:
Italia Oggi