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Crediti Pa, sì del Pdl all’appello delle Pmi

La mobilitazione delle pmi, guidata da Unioncamere e dalle Camere di commercio di Roma e Milano, contro la crisi di liquidità e culminata nell’appello pubblicato martedì su tre quotidiani, è stata raccolta dal Pdl. Angelino Alfano ha annunciato che nei prossimi giorni promuoverà «un’iniziativa di respiro europeo che dia voce e corpo ad un vero e proprio movimento delle pmi», non solo italiane.

La principale richiesta è infatti l’introduzione del “Pmi supporting factor” per attenuare gli effetti di Basilea 3 e consentire l’attenuazione del credit crunch. Un obiettivo che coinvolge moltissime imprese europee, soprattutto austriache, spagnole o della Germania del Sud dove la dimensione delle aziende è molto simile a quella italiana. «Siamo di fronte a una istanza proveniente dall’economia reale che è realistico ritenere si trasformi rapidamente in azione politica», commenta Andrea Augello, senatore del Pdl che assieme ad Alfano sta organizzando la sponda di rappresentanza parlamentare sia a Roma che a Strasburgo del nascente movimento delle pmi. «È un evento senza precedenti che peraltro trova concordi anche le banche, le più interessate all’introduzione del supporting factor», ha sottolineato Augello con evidente riferimento all’audizione al Senato del presidente dell’Abi Giuseppe Mussari che ha ribadito la necessità di rivedere i parametri di Basilea 3.

Lunedì a Roma le Camere di commercio terranno una sorta di manifestazione dove interverranno tutte le altre istituzioni camerali per chiedere al Governo di farsi portavoce delle loro istanze in Europa e di offrire segnali tangibili in Italia. Le imprese chiedono di poter scontare sul fronte fiscale almeno parte dei crediti maturati presso la Pubblica amministrazione. «Le Pmi hanno la percezione di essere considerate marginali rispetto alla crisi in atto, dove l’attenzione dei governi ancora una volta resta concentrata sulle banche e sul versante puramente finanziario», aggiunge l’esponente del Pdl che ha messo a punto i due emendamenti presentati dal partito di Silvio Berlusconi per alleggerire la crisi di liquidità. «I crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili recita l’emendamento , maturati nei confronti delle Regioni, e degli enti locali, per somministrazione, forniture e appalti, possono essere compensati con le somme dovute ai medesimi per pagamento dei tributi di loro spettanza».

Per accelerare i tempi (visto che è necessario un decreto attuativo del ministero dell’Economia) si propone «in via sperimentale» di consentire a Regioni e enti locali «con atti normativi propri» di disciplinare (sia pure d’intesa con Via XX Settembre) «le modalità con i quali i contribuenti possono effettuare la compensazione» crediti/tributi. Anche il secondo emendamento punta ad alleggerire la crisi di liquidità, agendo però sul fronte della cessione dei crediti. La difficoltà di rientrare tempestivamente da un credito anche nei confronti della Pa sta infatti provocando il fallimento di aziende altrimenti floride. Le banche sono restie ad acquistare i crediti perché in caso di fallimento dell’impresa non potrebbero opporre la cessione in sede di revocatoria fallimentare. La norma presentata da Augello prevede al contrario che è efficace e quindi opponibile la cessione del credito anche qualora l’imprenditore fallisca.


Autore: Barbara Fiammeri
Fonte:

Il Sole 24 Ore

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