L’accordo è arrivato al termine di un vertice Ue tormentato: ma alla fine un’intesa su meccanismo anti-spread, ricapitalizzazione diretta delle banche e ruolo dei fondi salva Stato è stata trovata. I leader dell’Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati». Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy al termine del vertice Eurogruppo. Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche hanno descritto come «irritatissima» con Rajoy, ma soprattutto con Monti: «Abbiamo raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare. Si prosegue domani (venerdì, ndr)».
LA VITTORIA DI MONTI – La linea dura di Mario Monti sul salvaspread ha pagato. E infatti il premier italiano alla fine ha potuto commentare soddisfatto: sono state deliberate «misure che mi sembra siano soddisfacenti per la stabilizzazione della zona euro». Un meccanismo per ridare stabilità all’euro e rassicurare i mercati. Le prime indicazioni che arrivano da Tokyo danno ragione al premier italiano: la moneta unica balza a 1,2530 dollari e a 100,10 yen. Con lo scudo anti-spread, l’Italia spera di evitare «un lunedì nero». Mentre con l’apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L’accordo «sarà implementato dall’Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio». I paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika», ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi, ha continuato Monti, precisando che «l’Italia si è molto battuta per queste misure, in particolare per quanto riguarda lo spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene», è «un contributo che potrebbe essere utile in principio all’Italia e ad altri stati».
LA TRATTATIVA – L’Italia si è battuta puntando i piedi, non firmando, insieme alla Spagna, il patto sulla crescita: nessun accordo che non contenesse misure per contenere lo spread. Così, dopo le 22.30 di giovedì, van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo «un veto italiano»: se l’accordo sul lavoro e la crescita era «vicino», il confronto restava aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell’oscillazione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali. Poi era stato il presidente francese François Hollande a chiarire, poche ore dopo, che i leader della Ue avevano trovato l’accordo sul patto per la crescita e l’occupazione, ma che Roma e Madrid avevano deciso di rinviare la loro firma.
L’ACCORDO – Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. «Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano», hanno dichiarato i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy. «Oggi abbiamo concordato qualcosa di nuovo. La prima è che con le decisioni prese, le nostre banche potranno essere presto ricapitalizzate direttamente dal fondo salva Stati, sotto certe condizioni, e potranno avere un’unica sorveglianza, con il pieno coinvolgimento della Bce», ha spiegato Van Rompuy. «La seconda, è che abbiamo aperto alla possibilità che i paesi che si comportano bene usino il fondo Efsf-Esm per assicurare i mercati». «Non c’è per ora nessuna decisione di aumentare» le risorse in dotazione al fondo salva-Stati, che servirà da ora anche a raffreddare gli spread – ha precisato Monti -, ma «c’è uno sblocco mentale» per quanto riguarda un utilizzo flessibile del fondo. Sull’ipotesi di trasformare il fondo Esm in banca, consentendogli di accedere alla liquidità della Bce, il premier Mario Monti ha spiegato che «tutte le ipotesi sono in campo, ma non è stato oggetto di discussione oggi». La Bce – spiegano intanto i leader dell’Eurogruppo in una nota – ha dato il via libera a fare da «agente per i fondi Efsf ed Esm nel condurre le operazioni di mercato».
LE REAZIONI – Le misure concordate dai leader dell’Eurozona sono rivolte a Paesi «con buona performance ma evidentemente sotto la pressione dei mercati, come l’Italia», commenta il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. La cancelliera tedesca Angela Merkel parla di «un buon risultato». «La Bce giocherà un ruolo pieno nella supervisione unica bancaria», sottolinea Barroso. «Siamo tutti d’accordo ad imprimere un’accelerazione sull’Unione monetaria ed economica», assicura van Rompuy. Le decisioni sul meccanismo anti-spread dovranno essere applicate entro l’Eurogruppo del 9 luglio prossimo. Mentre la road map finale sul rafforzamento dell’Unione monetaria sarà presentata in ottobre.
Autore: Redazione Corriere della sera
Fonte:
Corriere della Sera
L’accordo è arrivato al termine di un vertice Ue tormentato: ma alla fine un’intesa su meccanismo anti-spread, ricapitalizzazione diretta delle banche e ruolo dei fondi salva Stato è stata trovata. I leader dell’Eurogruppo «hanno aperto alla possibilità che i paesi virtuosi usino i fondi salva stati Esfs e Esm per riassicurare la stabilità sui mercati». Ad annunciarlo alle 4 del mattino è stato il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy al termine del vertice Eurogruppo. Poco dopo è arrivato anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel, che pure fonti tedesche hanno descritto come «irritatissima» con Rajoy, ma soprattutto con Monti: «Abbiamo raggiunto buoni risultati sugli strumenti Esm ed Efsf, una buona base su cui lavorare. Si prosegue domani (venerdì, ndr)».
LA VITTORIA DI MONTI – La linea dura di Mario Monti sul salvaspread ha pagato. E infatti il premier italiano alla fine ha potuto commentare soddisfatto: sono state deliberate «misure che mi sembra siano soddisfacenti per la stabilizzazione della zona euro». Un meccanismo per ridare stabilità all’euro e rassicurare i mercati. Le prime indicazioni che arrivano da Tokyo danno ragione al premier italiano: la moneta unica balza a 1,2530 dollari e a 100,10 yen. Con lo scudo anti-spread, l’Italia spera di evitare «un lunedì nero». Mentre con l’apertura sulla ricapitalizzazione diretta delle banche, la Spagna auspica di potere ricevere gli aiuti fino a 100 miliardi di euro per ricapitalizzare i suoi istituti di credito senza fare lievitare il debito pubblico. L’accordo «sarà implementato dall’Eurogruppo a brevissimo termine, entro il 9 luglio». I paesi che rispettano il patto di stabilità e le raccomandazioni «non dovranno sottostare al monitoraggio della troika», ma dovranno continuare a rispettare gli impegni presi, ha continuato Monti, precisando che «l’Italia si è molto battuta per queste misure, in particolare per quanto riguarda lo spread, ma non ha intenzione in questo momento di avvalersene», è «un contributo che potrebbe essere utile in principio all’Italia e ad altri stati».
LA TRATTATIVA – L’Italia si è battuta puntando i piedi, non firmando, insieme alla Spagna, il patto sulla crescita: nessun accordo che non contenesse misure per contenere lo spread. Così, dopo le 22.30 di giovedì, van Rompuy parlando per la prima volta ai giornalisti aveva dovuto ammettere le difficoltà, pur smentendo «un veto italiano»: se l’accordo sul lavoro e la crescita era «vicino», il confronto restava aperto sulla stabilità finanziaria, il debito e le eventuali misure di contenimento dell’oscillazione dei differenziali di rendimento tra i titoli di Stato decennali. Poi era stato il presidente francese François Hollande a chiarire, poche ore dopo, che i leader della Ue avevano trovato l’accordo sul patto per la crescita e l’occupazione, ma che Roma e Madrid avevano deciso di rinviare la loro firma.
L’ACCORDO – Ma alla fine le riserve di Italia e Spagna sono state tolte: ad annunciarlo è stato il premier del Lussemburgo Jean-Claude Juncker, passate le 4 del mattino, al termine del vertice Eurogruppo. «Affermiamo che è imperativo rompere il circolo vizioso tra le banche e il debito sovrano», hanno dichiarato i leader in un comunicato letto dal presidente Herman van Rompuy. «Oggi abbiamo concordato qualcosa di nuovo. La prima è che con le decisioni prese, le nostre banche potranno essere presto ricapitalizzate direttamente dal fondo salva Stati, sotto certe condizioni, e potranno avere un’unica sorveglianza, con il pieno coinvolgimento della Bce», ha spiegato Van Rompuy. «La seconda, è che abbiamo aperto alla possibilità che i paesi che si comportano bene usino il fondo Efsf-Esm per assicurare i mercati». «Non c’è per ora nessuna decisione di aumentare» le risorse in dotazione al fondo salva-Stati, che servirà da ora anche a raffreddare gli spread – ha precisato Monti -, ma «c’è uno sblocco mentale» per quanto riguarda un utilizzo flessibile del fondo. Sull’ipotesi di trasformare il fondo Esm in banca, consentendogli di accedere alla liquidità della Bce, il premier Mario Monti ha spiegato che «tutte le ipotesi sono in campo, ma non è stato oggetto di discussione oggi». La Bce – spiegano intanto i leader dell’Eurogruppo in una nota – ha dato il via libera a fare da «agente per i fondi Efsf ed Esm nel condurre le operazioni di mercato».
LE REAZIONI – Le misure concordate dai leader dell’Eurozona sono rivolte a Paesi «con buona performance ma evidentemente sotto la pressione dei mercati, come l’Italia», commenta il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. La cancelliera tedesca Angela Merkel parla di «un buon risultato». «La Bce giocherà un ruolo pieno nella supervisione unica bancaria», sottolinea Barroso. «Siamo tutti d’accordo ad imprimere un’accelerazione sull’Unione monetaria ed economica», assicura van Rompuy. Le decisioni sul meccanismo anti-spread dovranno essere applicate entro l’Eurogruppo del 9 luglio prossimo. Mentre la road map finale sul rafforzamento dell’Unione monetaria sarà presentata in ottobre.
Autore: Redazione Corriere della sera
Fonte:
Corriere della Sera