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UE: proposte nuove misure per risolvere la crisi bancaria

Per mantenere i servizi finanziari essenziali per i cittadini e le imprese, i governi hanno dovuto iniettare denaro pubblico nel sistema bancario ed emettere garanzie in uno sforzo senza precedenti. Il 6 giugno la Commissione UE ha adottato delle proposte relative a norme a livello UE per il risanamento delle banche e la risoluzione delle crisi bancarie.

 

Tra ottobre 2008 e ottobre 2011 la Commissione europea ha approvato aiuti di Stato a favore degli enti finanziari pari a 4.500 miliardi di euro (equivalenti al 37% del PIL dell’UE). Ciò ha evitato i fallimenti bancari e le perturbazioni economiche su ampia scala, ma ha fatto ricadere sui contribuenti il costo del deterioramento delle finanze pubbliche e non ha risolto il problema di come gestire le difficoltà delle grandi banche internazionali. Le nuove proposte adottate oggi assicurano che in futuro le autorità disporranno di strumenti che consentiranno loro di intervenire con decisione sia prima che i problemi si verifichino, sia quando sono già in atto, ma in fase precoce.

Inoltre, se la situazione finanziaria di una banca si deteriora irrimediabilmente, la proposta garantisce il salvataggio delle funzioni essenziali di quest’ultima evitando nel contempo che i costi della ristrutturazione e della risoluzione delle crisi delle banche in dissesto ricadano sui contribuenti, facendoli invece ricadere sui proprietari e sui creditori della banca. Il Presidente della commissione europea Barroso ha dichiarato: ” La Commissione presenta una proposta che contribuirà a tutelare i contribuenti e le nostre economie dagli effetti di eventuali dissesti bancari futuri. Tale proposta segna un passo fondamentale verso l’unione bancaria nell’UE e responsabilizzerà il settore bancario: contribuirà così ad assicurare in futuro stabilità e fiducia nell’UE, in un momento in cui operiamo per rafforzare e integrare ulteriormente le nostre economie interdipendenti.”

Elementi principali della proposta

Gli strumenti proposti si dividono essenzialmente in strumenti di “prevenzione”, di “intervento precoce” e di “risoluzione delle crisi”; l’intervento delle autorità diventa pertanto più incisivo man mano che la situazione si deteriora.

1. Preparazione e prevenzione

• In primo luogo, il quadro impone alla banche di redigere piani di risanamento che stabiliscano le misure che scatteranno in caso di deterioramento della loro situazione finanziaria e che ripristineranno la loro sostenibilità economica.

• In secondo luogo, le autorità investite della responsabilità della risoluzione delle crisi delle banche sono tenute a preparare piani di risoluzione delle crisi che contengano opzioni per gestire le banche in condizioni critiche.

• In terzo luogo, se le autorità individuano ostacoli alla possibilità di risoluzione delle crisi nel corso dell’elaborazione dei piani, esse possono imporre alle banche interessate di modificare le proprie strutture giuridiche o operative.

• Infine, i gruppi finanziari possono sottoscrivere accordi di sostegno finanziario infragruppo per limitare l’evoluzione della crisi e ripristinare rapidamente la stabilità finanziaria dell’intero gruppo.

2. Intervento precoce L’intervento di vigilanza precoce assicura che le difficoltà finanziarie vengano affrontate non appena si presentano. I poteri di intervento precoce scattano quando un ente non rispetta i requisiti patrimoniali previsti dalla legge o presumibilmente non sarà più in grado di rispettarli. Le autorità potranno imporre all’ente di attuare le misure previste dal piano di risanamento, elaborare un programma d’azione e stabilire un calendario per la sua attuazione, richiedere la convocazione di un’assemblea degli azionisti per adottare decisioni urgenti e imporre all’ente di elaborare un piano per ristrutturare i debiti con i creditori. Inoltre, le autorità di vigilanza avranno il potere di nominare un amministratore straordinario per una determinata banca per un periodo limitato in caso di deterioramento significativo della situazione finanziaria. Compito principale dell’amministratore straordinario sarà quello di risanare la situazione finanziaria della banca e provvedere a una sana e prudente gestione della sua attività.

3. Poteri e strumenti di risoluzione delle crisi La risoluzione delle crisi interviene se le misure preventive e di intervento precoce non sono in grado di evitare che la situazione si deteriori al punto tale da portare al dissesto della banca o da renderlo probabile. Se l’autorità stabilisce che nessun’altra azione aiuterebbe ad evitare il dissesto della banca e se è a rischio l’interesse pubblico (accesso a funzioni bancarie essenziali, stabilità finanziaria, integrità delle finanze pubbliche, ecc.), le autorità preposte dovrebbero assumere il controllo dell’ente e avviare un’azione decisiva di risoluzione delle crisi. I principali strumenti di risoluzione delle crisi sono i seguenti:

• lo strumento della vendita dell’attività d’impresa, grazie al quale le autorità vendono la banca in dissesto, nella sua totalità o in parte, ad un’altra banca;

• lo strumento dell’ente-ponte, che consiste nell’individuare le attività sane o le funzioni essenziali della banca e nel farne una nuova banca (banca-ponte) che sarà venduta ad un’altra entità. La vecchia banca, comprese le attività deteriorate o le funzioni non essenziali, sarà poi liquidata con procedura ordinaria di insolvenza;

• lo strumento della separazione delle attività, grazie al quale le attività deteriorate della banca vengono trasferite ad un veicolo di gestione. Questo strumento “ripulisce” lo stato patrimoniale della banca in questione;

• lo strumento del salvataggio interno, grazie al quale la banca viene ricapitalizzata, gli azionisti vengono smaltiti o diluiti e i creditori vedono i loro crediti ridotti o convertiti in azioni.

La crisi finanziaria ha dimostrato con chiarezza la necessità di modalità più solide per la gestione coordinata delle crisi a livello nazionale, nonché la necessità di istituire meccanismi che siano maggiormente in grado di far fronte ai dissesti bancari transfrontalieri. Nel corso della crisi si sono verificati numerosi dissesti bancari importanti (Fortis, Lehman Brothers, le banche islandesi, Anglo Irish Bank, Dexia) che hanno messo in luce gravi lacune nelle modalità esistenti per la gestione delle crisi.

Pertanto appare evidente che in assenza di meccanismi in grado di assicurare una riduzione ordinata delle attività, gli Stati membri dell’UE non hanno avuto altra scelta se non quella di salvare il loro settore bancario.

Per ulteriori informazioni consultare: http://ec.europa.eu/internal_market/bank/crisis_management/index_en.htm


Autore: Henry Borzi, corrispondente da Bruxelles
Fonte:
Redazione Credit Village

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