Il primo giugno è passato, dopo aver avuto almeno due mesi di tempo, solo in extremis le banche sono riuscite a rispettare i tempi previsti dal decreto salva-Italia dello scorso dicembre e dalla convenzione siglata il 28 marzo da ministero dell’Economia, Bankitalia, Abi, Poste italiane e Aiip (Associazione italiana istituti di pagamento). Da ieri così allo sportello, a vecchi e nuovi clienti, sono offerti gli attesi “conti di base“: conti correnti a costi contenuti, trasparenti e facilmente comparabili, offerti senza spese alle fasce più disagiate della popolazione. Non solo: come emerge dall’inchiesta condotta da «Plus24», solo nella serata di giovedì 31 maggio alcune direzioni generali di istituti hanno firmato i fogli informativi da inviare alle filiali. Allo sportello l’incertezza resta sovrana.
Ecco le quattro differenti versioni. Il prodotto ordinario Disponibile per tutti i consumatori, a fronte di un canone e della mancata remunerazione delle giacenze, questo conto consente un’operatività limitata ai soli servizi indicati nella convenzione (si veda la tabella in basso). È sul canone che le banche potranno differenziare l’offerta, ampliando si spera la concorrenza (si veda l’articolo a pagina 5). In ogni caso il titolare del rapporto non può staccare assegni, chiedere una carta di credito, aprire un deposito titoli o ottenere un affidamento. Non può, nemmeno occasionalmente, andare in scoperto. Vincoli che restringono la cerchia degli interessati a chi ha esigenze finanziarie modeste, anche se possono utilizzare l’internet banking senza ulteriori costi.
Il numero delle operazioni annue è limitato per ciascun servizio. Per le operazioni aggiuntive, effettuabili solo sui servizi ammessi, l’intermediario può addebitare un costo, ma non superiore a quello applicato sui c/c ordinari offerti a consumatori con esigenze normali. Il bollo annuo è quello ordinario di 34,20 euro, fatta salva l’esenzione per i casi di giacenza media annua non superiore a 5mila euro.
Per le fasce meno abbienti ricalca le stesse caratteristiche del conto ordinario, ma è del tutto senza spese (nemmeno il canone annuo) ed esente dal bollo. È riservato alle categorie socialmente svantaggiate con Isee (Indicatore situazione economica equivalente, attestato da Inps, Comuni o Caf) inferiore a 7.500 euro. Isee che dovrà essere presentato alla banca all’apertura del conto e poi ogni anno entro il primo marzo. Attenzione: il semplice ritardo comporta, per l’anno in corso, il pagamento del canone e la perdita dell’esenzione dal bollo. Può essere cointestato, ma solo con i familiari considerati nel calcolo dell’Isee. Vincolato per i pensionati Ne possono usufruire i titolari di pensione mensile netta fino a 1.500 euro che, avendo un Isee pari o superiore a 7.500 euro, non rientrano nella fascia svantaggiata. Vanno considerate tutte le pensioni percepite, escluse le forme di previdenza complementare. In caso di cointestazione a più pensionati il requisito reddituale va verificato in capo a ciascun cointestatario e non cumulativamente. È gratuita solo parte dei servizi del conto di base ordinario, mentre altri sono a pagamento (si veda la tabella più in basso).
Gratuito per pensionati È in tutto simile al precedente, ma è molto più limitato e rigido perché non consente al titolare di accedere ai servizi aggiuntivi, nemmeno a pagamento. In tutti i casi, prima di decidere di passare a una delle quattro versioni del conto base, è bene fare una verifica dell’utilizzo (in gergo bancario operatività) che se ne intende fare: in caso di utilizzo oltre i tetti previsti, bassi costi fissi potrebbero comportare più alti oneri di gestione.
Autore: Gianfranco Melchiori e Gianfranco Ursino
Fonte:
Il Sole 24ore
Il primo giugno è passato, dopo aver avuto almeno due mesi di tempo, solo in extremis le banche sono riuscite a rispettare i tempi previsti dal decreto salva-Italia dello scorso dicembre e dalla convenzione siglata il 28 marzo da ministero dell’Economia, Bankitalia, Abi, Poste italiane e Aiip (Associazione italiana istituti di pagamento). Da ieri così allo sportello, a vecchi e nuovi clienti, sono offerti gli attesi “conti di base“: conti correnti a costi contenuti, trasparenti e facilmente comparabili, offerti senza spese alle fasce più disagiate della popolazione. Non solo: come emerge dall’inchiesta condotta da «Plus24», solo nella serata di giovedì 31 maggio alcune direzioni generali di istituti hanno firmato i fogli informativi da inviare alle filiali. Allo sportello l’incertezza resta sovrana.
Ecco le quattro differenti versioni. Il prodotto ordinario Disponibile per tutti i consumatori, a fronte di un canone e della mancata remunerazione delle giacenze, questo conto consente un’operatività limitata ai soli servizi indicati nella convenzione (si veda la tabella in basso). È sul canone che le banche potranno differenziare l’offerta, ampliando si spera la concorrenza (si veda l’articolo a pagina 5). In ogni caso il titolare del rapporto non può staccare assegni, chiedere una carta di credito, aprire un deposito titoli o ottenere un affidamento. Non può, nemmeno occasionalmente, andare in scoperto. Vincoli che restringono la cerchia degli interessati a chi ha esigenze finanziarie modeste, anche se possono utilizzare l’internet banking senza ulteriori costi.
Il numero delle operazioni annue è limitato per ciascun servizio. Per le operazioni aggiuntive, effettuabili solo sui servizi ammessi, l’intermediario può addebitare un costo, ma non superiore a quello applicato sui c/c ordinari offerti a consumatori con esigenze normali. Il bollo annuo è quello ordinario di 34,20 euro, fatta salva l’esenzione per i casi di giacenza media annua non superiore a 5mila euro.
Per le fasce meno abbienti ricalca le stesse caratteristiche del conto ordinario, ma è del tutto senza spese (nemmeno il canone annuo) ed esente dal bollo. È riservato alle categorie socialmente svantaggiate con Isee (Indicatore situazione economica equivalente, attestato da Inps, Comuni o Caf) inferiore a 7.500 euro. Isee che dovrà essere presentato alla banca all’apertura del conto e poi ogni anno entro il primo marzo. Attenzione: il semplice ritardo comporta, per l’anno in corso, il pagamento del canone e la perdita dell’esenzione dal bollo. Può essere cointestato, ma solo con i familiari considerati nel calcolo dell’Isee. Vincolato per i pensionati Ne possono usufruire i titolari di pensione mensile netta fino a 1.500 euro che, avendo un Isee pari o superiore a 7.500 euro, non rientrano nella fascia svantaggiata. Vanno considerate tutte le pensioni percepite, escluse le forme di previdenza complementare. In caso di cointestazione a più pensionati il requisito reddituale va verificato in capo a ciascun cointestatario e non cumulativamente. È gratuita solo parte dei servizi del conto di base ordinario, mentre altri sono a pagamento (si veda la tabella più in basso).
Gratuito per pensionati È in tutto simile al precedente, ma è molto più limitato e rigido perché non consente al titolare di accedere ai servizi aggiuntivi, nemmeno a pagamento. In tutti i casi, prima di decidere di passare a una delle quattro versioni del conto base, è bene fare una verifica dell’utilizzo (in gergo bancario operatività) che se ne intende fare: in caso di utilizzo oltre i tetti previsti, bassi costi fissi potrebbero comportare più alti oneri di gestione.
Autore: Gianfranco Melchiori e Gianfranco Ursino
Fonte:
Il Sole 24ore