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Non si possono far fallire le imprese per non far fallire lo Stato!

Dagli otto mesi ai due anni sono, in media, i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni nei confronti dei costruttori edili. Circa 19 miliardi i crediti «certi» che la filiera dell’edilizia vanta nei confronti delle amministrazioni pubbliche: nove miliardi di questa somma sono dovuti ai costruttori dell’Ance. Gli imprenditori del settore sono passati alle vie legali con la richiesta di decreti ingiuntivi per un importo di 1 miliardo di Euro. E questo è solo il primo passo. L’Ance sembra decisa a non accettare soluzioni aventi ad oggetto cessioni dei crediti pro solvendo. «Per quanto riguarda le misure che il Governo sta adottando per affrontare il problema – afferma il Presidente dell’Ance Paolo Buzzetti – l’Ance ritiene irrinunciabile mantenere la destinazione del plafond di due miliardi, messo a disposizione della Cassa depositi e prestiti, esclusivamente per operazioni di cessione pro soluto del credito». E’ il patto di stabilità ad essere tra le tra le cause principali dei mancati pagamenti e l’invito del D-Day rivolto agli enti locali è quello di non spendere le risorse che hanno in cassa. Questo meccanismo provocherà, come recita il manifesto del D-Day, un blocco di investimenti pari a 32 miliardi di euro. «Non si possono far fallire le imprese per non far fallire lo Stato !».


Autore: Chiara Riefoli
Fonte:
Redazione Credit Village

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