Il fantasma della Grecia torna a far paura ai mercati. A due giorni dalla scadenza della decisione di banche e fondi internazionali sull’adesione all’accordo con Atene sul debito, i mercati sono entrati in fibrillazione sull’onda delle voci che hanno dato come probabile un’adesione al 75-80%, una quota inferiore a quel 90%, che avrebbe posto in sicurezza l’intera operazione.
Non sono bastate le assicurazioni, giunte ieri sera da Atene, che tutte le banche greche sottoscriveranno l’accordo. Così, le borse europee sono andate in picchiata, mentre i differenziali tra i bond periferici e il Bund tedesco si sono allargati, con il Btp risalito a 331 pb, con un rendimento del 5,07%, dai 313 pb dell’avvio. Magra consolazione, ieri si è allargato a 9 pb il differenziale tra Btp e Bono spagnoloLa proposta di scambio sui titoli di stato greci si chiuderà domani sera e punta ad alleggerire di oltre 100 miliardi di euro l’indebitamento del paese, tramite rinunce volontarie sui pagamenti da parte dei creditori privati.
Ma un aspetto chiave di questo scambio è sulla quota di adesioni. Se dovesse superare il 90% filerebbe tutto liscio. Se sarà inferiore, come probabile, la questione sarà più complessa. Perché Atene potrà sfruttare le nuove clausole di ristrutturazione forzosa del debito, che costringono tutti i detentori di bond a subire il taglio sui pagamenti; in un’intervista a Bloomberg, il ministro delle finanze, Evangelos Venizelos ha già detto che, se necessario, Atene intende usarle. Ma con ogni probabilità, questo sarebbe «l’incidente di credito» che farebbe innescare i risarcimenti delle assicurazioni contro le insolvenze (Cds) sottoscritte sui bond greci. Un vero default quindi, come si aspettano le agenzie di rating, seppure controllato. Senza il taglio del debito, i paesi dell’area euro non sbloccherebbero il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro a favore di Atene. E la Iif, l’organizzazione che rappresenta le maggiori banche creditrici della Grecia, che intendono aderire allo scambio, ha avvertito che una bancarotta incontrollata del paese costerebbe più di 1.000 miliardi di euro, e rischierebbe di destabilizzare Bce e Unione monetaria.
Chiaro quindi che, di fronte a questo possibile scenario, si siano registrate ondate di vendite su tutti i mercati, europei e americani. A Milano, il Ftse Mib ha perso il 3,39% a 16.218 punti, il Ftse All share Il 3,19% a 17.198 punti, il Ftse Mid cap il 3,47%, il Ftse Star il 2,18%. Sulle altre piazze europee, il Dax ha chiuso a -3,4%, il Cac-40 il 3,58%, il Ftse 100 l’1,86%. A metà seduta, a new York, il Dow Jones segnava -1,59%(ma in prima serata perdeva l’1,63%), l’S&P 500 -1,61%, il Nasdaq Composite -1,61%.A Milano, in rosso soprattutto i bancari, con Popolare Emilia Romagna a -6,2%, Popolare Milano a -5,92%, Mediobanca a -5,63%, Ubi banca a -5,46%, Intesa Sanpaolo a -4,93%, Unicredit a -5,18%, Banco popolare a -4,82% e Banca Mps a -6,44%. Pesante calo anche per Fiat a -6,07%. Negativa anche Enel g.p. (-1,66%), dopo i conti. Lottomatica (-0,15%), pur chiudendo in rosso, è stato il titolo che ha performato meglio nel paniere principale, grazie alla notizia che è stata confermata in appello la scadenza della concessione del lotto al 2016.
Nel resto del listino attenzione su De’ Longhi (-2,5%). Non si sono spenti i riflettori sulla galassia Ligresti su cui sembra venuta meno la speculazione. I titoli, dopo una giornata volatile, hanno chiuso tutti in calo: Premafin -9,39%, Milano ass. -7,49% e Fonsai -9,75%. In rosso anche Unipol (-1,28%). Ha chiuso invece sugli scudi Mittel (+12,18%) dopo le indiscrezioni di milanofinanza.it, secondo cui il nuovo a.d. della finanziaria milanese sarà Arnaldo Borghesi.Quanto all’euro, ha chiuso in deciso calo sul dollaro a 1,3153, ma è poi sceso ancora fino ad avvicinarsi alla soglia di 1,31. Quanto al petrolio, anch’esso in calo, a metà seduta, a New York, il Wti era quotato 105,34 dollari al barile, contro i 122,61 dollari del Brent a Londra.
Fonte:
ItaliaOggi sezione: TASSI e VALUTE data: 07/03/2012 – pag: 39
Il fantasma della Grecia torna a far paura ai mercati. A due giorni dalla scadenza della decisione di banche e fondi internazionali sull’adesione all’accordo con Atene sul debito, i mercati sono entrati in fibrillazione sull’onda delle voci che hanno dato come probabile un’adesione al 75-80%, una quota inferiore a quel 90%, che avrebbe posto in sicurezza l’intera operazione.
Non sono bastate le assicurazioni, giunte ieri sera da Atene, che tutte le banche greche sottoscriveranno l’accordo. Così, le borse europee sono andate in picchiata, mentre i differenziali tra i bond periferici e il Bund tedesco si sono allargati, con il Btp risalito a 331 pb, con un rendimento del 5,07%, dai 313 pb dell’avvio. Magra consolazione, ieri si è allargato a 9 pb il differenziale tra Btp e Bono spagnoloLa proposta di scambio sui titoli di stato greci si chiuderà domani sera e punta ad alleggerire di oltre 100 miliardi di euro l’indebitamento del paese, tramite rinunce volontarie sui pagamenti da parte dei creditori privati.
Ma un aspetto chiave di questo scambio è sulla quota di adesioni. Se dovesse superare il 90% filerebbe tutto liscio. Se sarà inferiore, come probabile, la questione sarà più complessa. Perché Atene potrà sfruttare le nuove clausole di ristrutturazione forzosa del debito, che costringono tutti i detentori di bond a subire il taglio sui pagamenti; in un’intervista a Bloomberg, il ministro delle finanze, Evangelos Venizelos ha già detto che, se necessario, Atene intende usarle. Ma con ogni probabilità, questo sarebbe «l’incidente di credito» che farebbe innescare i risarcimenti delle assicurazioni contro le insolvenze (Cds) sottoscritte sui bond greci. Un vero default quindi, come si aspettano le agenzie di rating, seppure controllato. Senza il taglio del debito, i paesi dell’area euro non sbloccherebbero il nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro a favore di Atene. E la Iif, l’organizzazione che rappresenta le maggiori banche creditrici della Grecia, che intendono aderire allo scambio, ha avvertito che una bancarotta incontrollata del paese costerebbe più di 1.000 miliardi di euro, e rischierebbe di destabilizzare Bce e Unione monetaria.
Chiaro quindi che, di fronte a questo possibile scenario, si siano registrate ondate di vendite su tutti i mercati, europei e americani. A Milano, il Ftse Mib ha perso il 3,39% a 16.218 punti, il Ftse All share Il 3,19% a 17.198 punti, il Ftse Mid cap il 3,47%, il Ftse Star il 2,18%. Sulle altre piazze europee, il Dax ha chiuso a -3,4%, il Cac-40 il 3,58%, il Ftse 100 l’1,86%. A metà seduta, a new York, il Dow Jones segnava -1,59%(ma in prima serata perdeva l’1,63%), l’S&P 500 -1,61%, il Nasdaq Composite -1,61%.A Milano, in rosso soprattutto i bancari, con Popolare Emilia Romagna a -6,2%, Popolare Milano a -5,92%, Mediobanca a -5,63%, Ubi banca a -5,46%, Intesa Sanpaolo a -4,93%, Unicredit a -5,18%, Banco popolare a -4,82% e Banca Mps a -6,44%. Pesante calo anche per Fiat a -6,07%. Negativa anche Enel g.p. (-1,66%), dopo i conti. Lottomatica (-0,15%), pur chiudendo in rosso, è stato il titolo che ha performato meglio nel paniere principale, grazie alla notizia che è stata confermata in appello la scadenza della concessione del lotto al 2016.
Nel resto del listino attenzione su De’ Longhi (-2,5%). Non si sono spenti i riflettori sulla galassia Ligresti su cui sembra venuta meno la speculazione. I titoli, dopo una giornata volatile, hanno chiuso tutti in calo: Premafin -9,39%, Milano ass. -7,49% e Fonsai -9,75%. In rosso anche Unipol (-1,28%). Ha chiuso invece sugli scudi Mittel (+12,18%) dopo le indiscrezioni di milanofinanza.it, secondo cui il nuovo a.d. della finanziaria milanese sarà Arnaldo Borghesi.Quanto all’euro, ha chiuso in deciso calo sul dollaro a 1,3153, ma è poi sceso ancora fino ad avvicinarsi alla soglia di 1,31. Quanto al petrolio, anch’esso in calo, a metà seduta, a New York, il Wti era quotato 105,34 dollari al barile, contro i 122,61 dollari del Brent a Londra.
Fonte:
ItaliaOggi sezione: TASSI e VALUTE data: 07/03/2012 – pag: 39