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Rating? Ci vuole più statistica» Giudici: integrare i dati storici con le valutazioni previsionali

Il rating? La valutazione di un rischio finanziario, tecnicamente, riporta al giudizio di probabilità su un evento inatteso: come appunto la perdita di un capitale oggetto di un contratto creditizio, sia esso un affidamento bancario o la sottoscrizione di un bond.

«Ai risparmiatori-investitori o agli utenti di un servizio è quasi sempre noto l’esito finale di un processo di assegnazione di una valutazione di merito, ma è generalmente poco conosciuta la tecnica di costruzione statistica del “voto”». Paolo Giudici, ordinario di statistica all‘Università di Pavia, ha presieduto il comitato organizzatore del Cladag 2011, che si è chiuso ieri nell’ateneo pavese. Si è parlato molto di finanza all’ottavo congresso internazionale del gruppo classificazione e analisi dati della Società italiana di statistica.

Tre giorni di fitte sessioni scientifiche si sono concluse con una tavola rotonda sul valore-reputazione, cui hanno partecipato tra gli altri il presidente dell’Istat Enrico Giovannini, il presidente dell’IpsosNando Pagnoncelli. «I mercati e la ricerca statistica hanno reso più stretto il loro confronto negli ultimi anni: sia per la soluzione di problematiche di risk management in campo finanziario dopo la crisi del 2008, sia per un affinamento della valutazione dell’offerta in settori produttivi», spiega Giudici, citando studi condotti dal Dipartimento di economia e statistica dell‘Università di Paviaassieme ad Abi e Credito Valtellinese, e il progetto Store Valtellina sui settori turistico e agroalimentare, che ha vinto il recente Premio innovazione di Confindustria.

Basilea 2 è un terreno dedicato per l’ideazione e la sperimentazione di rating finanziari, che sono, statisticamente, categorie “ordinali”. Sotto la lente, in particolare, è l’abbattimento del muro tra approcci “backward looking” (basati sul “record” storico dell’affidabilità finanziaria di un soggetto) e “forward looking“, basati sulle aspettative future. «Ai fini del calcolo dei requisiti di capitale stabiliti da Basilea 2 – sottolinea Giudici – è disponibile una pluralità di basi di dati: gli esiti dei crediti, i dati di sistema sui debitori; i dati di trend sulla movimentazione dei conti correnti bancari dei debitori; le valutazioni di merito creditizio espresse dai responsabili crediti e/o dai direttori di filiale». L’obiettivo della ricerca statistica è sviluppare metodologie di integrazione coerente e trasparente fra tutte le fonti disponibili: serie storiche di dati e questionari. Test interessanti, conferma Giudici, sono giunti con i rating risultanti dalle mediane trattate con l’indice di Gini. L’obiettivo resta la produzione di rating «endogeni», controllabili, aggregando diversi parametri (di frequenza, di impatto economico e reputazionale; di credito, operativi e di mercato).


Autore: Università di Pavia. Paolo Giudici
Fonte: Il Sole 24 ore

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