Sei mesi in più per aderire alla moratoria sui finanziamenti Per le pmi ci sarà tempo fino al 31/7/2011 per chiedere la moratoria dei finanziamenti, che non hanno usufruito della sospensione prevista dall’avviso comune sui debiti con le banche. La proroga di sei mesi fa parte del nuovo accordo per il credito alle piccole e medie imprese,siglato ieri mattina tra l’Abi e le associazioni d’impresa, Confindustria, Agici, Casartigiani, Cia, Claai Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti, Confetra e Legacoop.
Alla firma erano presenti il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti. Il patto – che lascia in gran parte invariato l’Avviso comune, siglato nell’agosto 2009, così come l’addendum del 23/12/2009 – poggia su altri tre pilastri:
– il possibile allungamento per i mutui che hanno già avuto la sospensione;
– la possibilità di utilizzare strumenti per gestire il rischio di tasso per i mutui interessati all’allungamento;
– la previsione di finanziamenti ad hoc per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale.
Della moratoria, a oggi, hanno beneficiato circa 190 mila pmi. Esse, in un anno e mezzo, hanno visto sospendere i loro debiti per un controvalore pari a 56 mld. Le nuove misure, spiega una nota dell’Associazione bancaria italiana, hanno tre obiettivi: «costruire un percorso di uscita soft dall’Avviso comune; sostenere quelle imprese che hanno ancora problemi di liquidità; prevedere nuove possibilità di finanziamento per chi ha già agganciato la ripresa ed è in grado di avviare processi di rafforzamento patrimoniale».
I contenuti. Come già detto, l’accordo poggia su quattro gambe. La prima, consiste nella proroga al 31 luglio 2011 del termine per presentare domanda di moratoria; potranno essere sospesi o allungati i soli finanziamenti che non abbiano giù usufruito di analoghi benefici ai sensi dell’Avviso comune Abi-imprese.
La seconda gamba prevede l’allungamento dei mutui, che hanno beneficiato della sospensione, per un periodo pari alla vita residua del finanziamento. E, in ogni caso, non superiore ai due anni per i finanziamenti chirografari e ai tre anni per quelli ipotecari. La terza intesa dà alle banche la possibilità di mettere a disposizione delle imprese che lo desiderano, strumenti di gestione specifici del rischio di tasso per i soli finanziamenti per cui è richiesto l’allungamento del piano di ammortamento.
Questi strumenti dovranno servire a convertire il tasso di interesse del finanziamento da variabile a fisso. O a fissare un tetto al possibile incremento del variabile. Infine, la quarta gamba dell’accordo concepisce appositi finanziamenti per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale. Questa misura era già prevista nell’avviso comune Abi-imprese.
Ma rispetto al primo patto, l’accordo di ieri rende la misura flessibile, prevedendo che l’importo del finanziamento sia proporzionale al capitale versato dai soci. Anziché «multiplo» del capitale versato, come prevedeva l’Avviso comune. Gli impegni delle banche. Gli istituti si impegnano a non gravare le imprese con spese o altri oneri, oltre a quelli sostenuti nei confronti di terzi, che vanno comunque documentati. Mentre, per le imprese che hanno problemi di liquidità, gli istituti bancari si impegnano a effettuare operazioni di allungamento al tasso contrattuale.
Questa garanzia, però, scatterà solo se la banca potrà beneficiare della copertura del fondo di garanzia delle pmi o dell’Ismea, oppure di una provvista messa a disposizione da Cassa depositi e prestiti. I doveri delle imprese. All’allungamento del piano di ammortamento potranno essere ammesse le pmi di tutti i settori, «in bonis», cioè quelle esenti da posizioni debitorie (classificate dalla banca come «sofferenze», partite «incagliate», esposizioni ristrutturate o scadute/sconfinanti da oltre 180 giorni) e da procedure esecutive in corso. L’impresa, nel periodo di sospensione dell’ammortamento del mutuo, dovrà aver pagato con regolarità gli interessi. Reazioni. Per Confedilizia, oltre alla moratoria dei debiti e allo sblocco piano casa, al paese serve anche un «piano ristrutturazioni» edilizie.
Autore: Luigi Chiarello
Sei mesi in più per aderire alla moratoria sui finanziamenti Per le pmi ci sarà tempo fino al 31/7/2011 per chiedere la moratoria dei finanziamenti, che non hanno usufruito della sospensione prevista dall’avviso comune sui debiti con le banche. La proroga di sei mesi fa parte del nuovo accordo per il credito alle piccole e medie imprese,siglato ieri mattina tra l’Abi e le associazioni d’impresa, Confindustria, Agici, Casartigiani, Cia, Claai Cna, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confedilizia, Confesercenti, Confetra e Legacoop.
Alla firma erano presenti il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e il ministro dell’economia e delle finanze, Giulio Tremonti. Il patto – che lascia in gran parte invariato l’Avviso comune, siglato nell’agosto 2009, così come l’addendum del 23/12/2009 – poggia su altri tre pilastri:
– il possibile allungamento per i mutui che hanno già avuto la sospensione;
– la possibilità di utilizzare strumenti per gestire il rischio di tasso per i mutui interessati all’allungamento;
– la previsione di finanziamenti ad hoc per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale.
Della moratoria, a oggi, hanno beneficiato circa 190 mila pmi. Esse, in un anno e mezzo, hanno visto sospendere i loro debiti per un controvalore pari a 56 mld. Le nuove misure, spiega una nota dell’Associazione bancaria italiana, hanno tre obiettivi: «costruire un percorso di uscita soft dall’Avviso comune; sostenere quelle imprese che hanno ancora problemi di liquidità; prevedere nuove possibilità di finanziamento per chi ha già agganciato la ripresa ed è in grado di avviare processi di rafforzamento patrimoniale».
I contenuti. Come già detto, l’accordo poggia su quattro gambe. La prima, consiste nella proroga al 31 luglio 2011 del termine per presentare domanda di moratoria; potranno essere sospesi o allungati i soli finanziamenti che non abbiano giù usufruito di analoghi benefici ai sensi dell’Avviso comune Abi-imprese.
La seconda gamba prevede l’allungamento dei mutui, che hanno beneficiato della sospensione, per un periodo pari alla vita residua del finanziamento. E, in ogni caso, non superiore ai due anni per i finanziamenti chirografari e ai tre anni per quelli ipotecari. La terza intesa dà alle banche la possibilità di mettere a disposizione delle imprese che lo desiderano, strumenti di gestione specifici del rischio di tasso per i soli finanziamenti per cui è richiesto l’allungamento del piano di ammortamento.
Questi strumenti dovranno servire a convertire il tasso di interesse del finanziamento da variabile a fisso. O a fissare un tetto al possibile incremento del variabile. Infine, la quarta gamba dell’accordo concepisce appositi finanziamenti per le imprese che avviano processi di rafforzamento patrimoniale. Questa misura era già prevista nell’avviso comune Abi-imprese.
Ma rispetto al primo patto, l’accordo di ieri rende la misura flessibile, prevedendo che l’importo del finanziamento sia proporzionale al capitale versato dai soci. Anziché «multiplo» del capitale versato, come prevedeva l’Avviso comune. Gli impegni delle banche. Gli istituti si impegnano a non gravare le imprese con spese o altri oneri, oltre a quelli sostenuti nei confronti di terzi, che vanno comunque documentati. Mentre, per le imprese che hanno problemi di liquidità, gli istituti bancari si impegnano a effettuare operazioni di allungamento al tasso contrattuale.
Questa garanzia, però, scatterà solo se la banca potrà beneficiare della copertura del fondo di garanzia delle pmi o dell’Ismea, oppure di una provvista messa a disposizione da Cassa depositi e prestiti. I doveri delle imprese. All’allungamento del piano di ammortamento potranno essere ammesse le pmi di tutti i settori, «in bonis», cioè quelle esenti da posizioni debitorie (classificate dalla banca come «sofferenze», partite «incagliate», esposizioni ristrutturate o scadute/sconfinanti da oltre 180 giorni) e da procedure esecutive in corso. L’impresa, nel periodo di sospensione dell’ammortamento del mutuo, dovrà aver pagato con regolarità gli interessi. Reazioni. Per Confedilizia, oltre alla moratoria dei debiti e allo sblocco piano casa, al paese serve anche un «piano ristrutturazioni» edilizie.
Autore: Luigi Chiarello