Un gruppo di lavoro congiunto Abi- Bankitalia per esaminare i problemi strutturali del sistema bancario italiano e quelli legati alla regolamentazione prudenziale fiscale e dei mercati, al fine di formulare proposte condivise.
E’questa la decisione scaturita ieri dalla riunione del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria alla quale ha partecipato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, accompagnato dai vice direttori generali Giovanni Carosioe Anna Maria Tarantola e dal funzionario generale Claudio Clemente. La riunione è stata introdotta dal presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, che, come spiega anche il comunicato congiunto pubblicato da Palazzo Altieri e da via Nazionale, ha tenuto a ricordare come l’ultimo incontro di un governatore con il comitato esecutivo dell’Abi risalga al 1970 con Guido Carli (prima di Carli i banchieri si erano confrontati con Dona to Menichella, ndr). Si trattava quindi di un’occasione speciale, fortemente voluta, in particolare, dalle piccole banche, sulle quali il regolatore comunitario interviene a tutto campo con la normativa più recente, esattamente come fa per le aziende di maggiori dimensioni. Per questo la discussione è stata impostata da Camillo Venesio, presidente del comitato piccole banche Abi e nel giro di tavolo i banchieri hanno chiesto la collaborazione delle autorità italiane per riuscire ad attenuare alcune penalizzazioni e svantaggi sul piano normativo, in confronto ai competitor europei, che oggi gravano sulle aziende di credito italiane: un caso di scuola è quello che riguarda il trattamento degli attivi fiscali differiti, che secondo le nuove norme di Basilea IIIvanno dedotti dal calcolo del patrimonio di vigilanza a partire dal 2012 e che per le banche italiane sono molto rilevanti, per via della ridotta deducibilità delle perdite su crediti. Più in generale, i banchieri hanno lamentato il sovraccarico di norme (la normativa europea e le nuove regole di Basilea III si sono tradotte in un corposo blocco di nuove istruzioni di vigilanza appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale) che rende molto complesso, in questa fase di congiuntura incerta, esercitare un’attività d’impresa con adeguate prospettive reddituali, in una situazione in cui i margini d’interesse sono fortemente compressi. Tuttavia, «le banche intendono continuare a svolgere il loro ruolo di sostegno alle imprese e alle famiglie– come si legge nella nota ufficiale– e a questo fine rappresentano l’urgenza di intervenire tempestivamente».
Dal canto suo, secondo quanto riferito da chi ha partecipato alla riunione, Draghi, dopo aver affermato che molte delle questioni sollevate nel dibattito sono già all’attenzione della Banca centrale e che su alcuni aspetti le preoccupazioni sono condivisibili, ha esortato le banche ad alzare lo sguardo e a concentrarsi su tre obiettivi. Il primo è il rilancio della redditività: per vincere la sfida della “banca come impresa”, è il ragionamento, occorre in primo luogo puntare su riorganizzazione, nuove tecnologie,riduzione dei costi, riassetto degli istituti. Il secondo imperativo è il rafforzamento patrimoniale, ha sottolineato Draghi, ricordando che sull’urgenza del fabbisogno di capitale non è il caso di drammatizzare perchè l’orizzonte temporale di Basilea tre è molto lungo. In terzo luogo, ha spiegato, è opportuno che le banche affrontino con grande cura il tema dell’accesso alla liquidità e che dedichino un’attenzione strategica, nel medio- lungo termine, a regolare il loro funding; un maggior ricorso al mercato della liquidità, d’altra parte, verrà determinato dalla stessa entrata in vigore delle regole di Basilea. Sulla possibilità di trovare margini di miglioramento nei regolamenti prudenziali, legislativi, fiscali, Bankitalia non farà mancare il suo appoggio al sistema:«Il sostegno della Banca d’Italia ci sarà – ha concluso il governatore–. Severo, rigoroso, ma ci sarà».
Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte: Il Sole 24 ore
Un gruppo di lavoro congiunto Abi- Bankitalia per esaminare i problemi strutturali del sistema bancario italiano e quelli legati alla regolamentazione prudenziale fiscale e dei mercati, al fine di formulare proposte condivise.
E’questa la decisione scaturita ieri dalla riunione del comitato esecutivo dell’Associazione bancaria alla quale ha partecipato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, accompagnato dai vice direttori generali Giovanni Carosioe Anna Maria Tarantola e dal funzionario generale Claudio Clemente. La riunione è stata introdotta dal presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, che, come spiega anche il comunicato congiunto pubblicato da Palazzo Altieri e da via Nazionale, ha tenuto a ricordare come l’ultimo incontro di un governatore con il comitato esecutivo dell’Abi risalga al 1970 con Guido Carli (prima di Carli i banchieri si erano confrontati con Dona to Menichella, ndr). Si trattava quindi di un’occasione speciale, fortemente voluta, in particolare, dalle piccole banche, sulle quali il regolatore comunitario interviene a tutto campo con la normativa più recente, esattamente come fa per le aziende di maggiori dimensioni. Per questo la discussione è stata impostata da Camillo Venesio, presidente del comitato piccole banche Abi e nel giro di tavolo i banchieri hanno chiesto la collaborazione delle autorità italiane per riuscire ad attenuare alcune penalizzazioni e svantaggi sul piano normativo, in confronto ai competitor europei, che oggi gravano sulle aziende di credito italiane: un caso di scuola è quello che riguarda il trattamento degli attivi fiscali differiti, che secondo le nuove norme di Basilea IIIvanno dedotti dal calcolo del patrimonio di vigilanza a partire dal 2012 e che per le banche italiane sono molto rilevanti, per via della ridotta deducibilità delle perdite su crediti. Più in generale, i banchieri hanno lamentato il sovraccarico di norme (la normativa europea e le nuove regole di Basilea III si sono tradotte in un corposo blocco di nuove istruzioni di vigilanza appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale) che rende molto complesso, in questa fase di congiuntura incerta, esercitare un’attività d’impresa con adeguate prospettive reddituali, in una situazione in cui i margini d’interesse sono fortemente compressi. Tuttavia, «le banche intendono continuare a svolgere il loro ruolo di sostegno alle imprese e alle famiglie– come si legge nella nota ufficiale– e a questo fine rappresentano l’urgenza di intervenire tempestivamente».
Dal canto suo, secondo quanto riferito da chi ha partecipato alla riunione, Draghi, dopo aver affermato che molte delle questioni sollevate nel dibattito sono già all’attenzione della Banca centrale e che su alcuni aspetti le preoccupazioni sono condivisibili, ha esortato le banche ad alzare lo sguardo e a concentrarsi su tre obiettivi. Il primo è il rilancio della redditività: per vincere la sfida della “banca come impresa”, è il ragionamento, occorre in primo luogo puntare su riorganizzazione, nuove tecnologie,riduzione dei costi, riassetto degli istituti. Il secondo imperativo è il rafforzamento patrimoniale, ha sottolineato Draghi, ricordando che sull’urgenza del fabbisogno di capitale non è il caso di drammatizzare perchè l’orizzonte temporale di Basilea tre è molto lungo. In terzo luogo, ha spiegato, è opportuno che le banche affrontino con grande cura il tema dell’accesso alla liquidità e che dedichino un’attenzione strategica, nel medio- lungo termine, a regolare il loro funding; un maggior ricorso al mercato della liquidità, d’altra parte, verrà determinato dalla stessa entrata in vigore delle regole di Basilea. Sulla possibilità di trovare margini di miglioramento nei regolamenti prudenziali, legislativi, fiscali, Bankitalia non farà mancare il suo appoggio al sistema:«Il sostegno della Banca d’Italia ci sarà – ha concluso il governatore–. Severo, rigoroso, ma ci sarà».
Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte: Il Sole 24 ore