L’economia mondiale si sta riprendendo «a un tasso più elevato del previsto» e lo stesso si può dire «fin a questo momento anche per Eurolandia». Lo ha dichiarato ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, parlando a Basileanella veste di presidente del Global Economic Meeting cui hanno partecipato i banchieri centrali del G10.
Sono in particolare i Paesi emergenti a registrare una ripresa «impressionante», ha sottolineato Trichet. Ma proprio essi devono fronteggiare lo spettro dell’inflazione, causata soprattutto dalla fiammata dei prezzi degli alimentari. Inflazione che invece nei Paesi industrializzati non desta preoccupazione. «Non è il momento di essere compiacenti», ha comunque ammonito Trichet, «e il solido ancoraggio delle aspettative di inflazione è importante per tutti». Tutti i banchieri centrali, ha aggiunto il presidente della Bce, sono d’accordo sul fatto che l’aumento dell’inflazione non deve prendere piede. «Siamo tutti uniti su questo», ha proclamato. Trichet ha quindi ammonito che i banchieri centrali devono «monitorare da vicino» i flussi globali di capitale in quanto possono essere fonte di instabilità, in particolare per le economie emergenti. Durante l’incontro di Basilea non si è discusso di soluzioni particolari al problema della regolamentazione dei flussi di capitale. E a chi chiedeva se il Global Economy Meeting sostenesse la proposta francese per un coordinamento a livello globale dei flussi di capitale, Trichet ha risposto che durante l’incontro non è stata discussa l’agenda del G20. Il presidente della Bce ha preferito non rilasciare commenti riguardo le indiscrezioni secondo cui il Portogallo potrebbe richiedere assistenza finanziaria per risolvere la crisi del debito sovrano. «Una politica di bilancio sana è molto importante per consolidare la salute dell’economia mondiale», ha quindi dichiarato.
Le parole di Trichet sulla ripresa più forte del previsto ieri hanno trovato conferma nel superindice Ocse di novembre 2010, che ha mostrato segnali di accelerazione dell’attività economica, con una crescita di 0,3 punti rispetto a ottobre. In Eurolandia l’indice è cresciutio di 0,1 punti, mentre in Italia è rimasto invariato. «Segni di stabilizzazione» sono segnalati dall’Ocse in Italia, Regno Unito, Canada e India, mentre in Francia l’indice è salito di 0,2 punti e in Germania è rimasto invariato, segno di un «costante e stabile ritmo di espansione». Gli Stati Uniti sono saliti di 0,5 punti, ancora meglio laRussia, con un aumento di 0,8 punti, bene il Giappone (+0,4), mentre il Brasile ha accusato un calo di 0,4. E anche quest’ultimo dato è in linea con le dichiarazioni di triochet, perché proprio il massiccio afflusso di capitali esteri ha provocato un apprezzamento del real che sta mettendo in difficoltà le esportazioni del colosso latinoamericano. Non a caso qualche mese fa era stato proprio il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, a parlare per primo della «guerra delle valute» che si sta combattendo sui mercati internazionali. Mentre va ricordato, anche se Trichet non ne ha fatto cenno, che i forti rincari dei beni alimentari sono all’origine dei sanguinosi disordini in corso da giorni in Algeria e Tunisia.
Fonte: Milano Finanza
L’economia mondiale si sta riprendendo «a un tasso più elevato del previsto» e lo stesso si può dire «fin a questo momento anche per Eurolandia». Lo ha dichiarato ieri il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, parlando a Basileanella veste di presidente del Global Economic Meeting cui hanno partecipato i banchieri centrali del G10.
Sono in particolare i Paesi emergenti a registrare una ripresa «impressionante», ha sottolineato Trichet. Ma proprio essi devono fronteggiare lo spettro dell’inflazione, causata soprattutto dalla fiammata dei prezzi degli alimentari. Inflazione che invece nei Paesi industrializzati non desta preoccupazione. «Non è il momento di essere compiacenti», ha comunque ammonito Trichet, «e il solido ancoraggio delle aspettative di inflazione è importante per tutti». Tutti i banchieri centrali, ha aggiunto il presidente della Bce, sono d’accordo sul fatto che l’aumento dell’inflazione non deve prendere piede. «Siamo tutti uniti su questo», ha proclamato. Trichet ha quindi ammonito che i banchieri centrali devono «monitorare da vicino» i flussi globali di capitale in quanto possono essere fonte di instabilità, in particolare per le economie emergenti. Durante l’incontro di Basilea non si è discusso di soluzioni particolari al problema della regolamentazione dei flussi di capitale. E a chi chiedeva se il Global Economy Meeting sostenesse la proposta francese per un coordinamento a livello globale dei flussi di capitale, Trichet ha risposto che durante l’incontro non è stata discussa l’agenda del G20. Il presidente della Bce ha preferito non rilasciare commenti riguardo le indiscrezioni secondo cui il Portogallo potrebbe richiedere assistenza finanziaria per risolvere la crisi del debito sovrano. «Una politica di bilancio sana è molto importante per consolidare la salute dell’economia mondiale», ha quindi dichiarato.
Le parole di Trichet sulla ripresa più forte del previsto ieri hanno trovato conferma nel superindice Ocse di novembre 2010, che ha mostrato segnali di accelerazione dell’attività economica, con una crescita di 0,3 punti rispetto a ottobre. In Eurolandia l’indice è cresciutio di 0,1 punti, mentre in Italia è rimasto invariato. «Segni di stabilizzazione» sono segnalati dall’Ocse in Italia, Regno Unito, Canada e India, mentre in Francia l’indice è salito di 0,2 punti e in Germania è rimasto invariato, segno di un «costante e stabile ritmo di espansione». Gli Stati Uniti sono saliti di 0,5 punti, ancora meglio laRussia, con un aumento di 0,8 punti, bene il Giappone (+0,4), mentre il Brasile ha accusato un calo di 0,4. E anche quest’ultimo dato è in linea con le dichiarazioni di triochet, perché proprio il massiccio afflusso di capitali esteri ha provocato un apprezzamento del real che sta mettendo in difficoltà le esportazioni del colosso latinoamericano. Non a caso qualche mese fa era stato proprio il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, a parlare per primo della «guerra delle valute» che si sta combattendo sui mercati internazionali. Mentre va ricordato, anche se Trichet non ne ha fatto cenno, che i forti rincari dei beni alimentari sono all’origine dei sanguinosi disordini in corso da giorni in Algeria e Tunisia.
Fonte: Milano Finanza