- Si contraggono le erogazioni di credito al consumo nei primi nove mesi del 2010 (-5,1%), anche se in misura minore rispetto a fine 2009 (-11,2%). Calano soprattutto cessione del quinto e carte rateali
- Tornano a crescere i mutui immobiliari (+14,6% le nuove erogazioni nei primi nove mesi del 2010), sostenuti anche dalle operazioni di surroga e sostituzione
- Qualità del credito con tassi di default in lieve miglioramento
- Prospettive di crescita del mercato nel biennio 2011-2012 a ritmi molto contenuti rispetto al passato
Secondo l’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nel corso del 2010 il mercato del credito alle famiglie in Italia ha iniziato a mostrare i primi segnali di miglioramento, soprattutto per il segmento dei mutui in quanto, nell’attuale fase di mercato, gli investimenti immobiliari sono diventati un’alternativa più appetibile rispetto agli strumenti finanziari anche in virtù del basso livello dei tassi di interesse applicati (o di mercato). In generale, tuttavia, il comparto del credito continua a essere caratterizzato da una certa fragilità dovuta sia alla debolezza delle condizioni reddituali delle famiglie, con conseguente restrizione dei consumi, sia alla permanenza di un elevato livello di disoccupazione, due fattori che continuano ad alimentare comportamenti delle famiglie improntati alla cautela e politiche di erogazione attente al rischio. Il debito delle famiglie italiane si mantiene ben al di sotto della media europea, con un rapporto rispetto al reddito disponibile che si è attestato nel primo semestre 2010 al 65%, contro il 97% a marzo 2010 per la media dell’area Euro e il 155% Del Regno Unito nel 2009.
L’andamento del credito al consumo
Nel primo semestre 2010 il mercato del credito al consumo risulta in contrazione (-4,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma in miglioramento rispetto a fine 2009 (-11,2%). I dati aggiornati a settembre 2010 confermano il trend di riduzione delle erogazioni (-5,1% nei primi nove mesi). Per quanto riguarda il comparto dei finanziamenti finalizzati ad acquisti di autoveicoli e motocicli, l’analisi mostra una riduzione dei flussi erogati nel corso del primo semestre 2010, pari al -6,6%, in miglioramento rispetto al -20,3% di giugno 2009. I dati aggiornati a settembre 2010 confermano il trend di progressiva contrazione dell’erogazione di credito in corso d’anno, che porta a -10,2% l’evoluzione dei primi nove mesi del 2010, a causa soprattutto del venire meno, dopo il primo trimestre, degli incentivi alla rottamazione che hanno determinato un drastico calo delle immatricolazioni di autovetture. Invece, i volumi erogati per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (arredamento, elettronica, elettrodomestici e viaggi) risultano in miglioramento in corso d’anno, con una crescita nei primi nove mesi del 2010 che si attesta a +1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si evidenzia, in particolare, il buon andamento del comparto relativo aglielettrodomestici, che stanno trovando sostegno nel progressivo passaggio dal segnale televisivo analogico a quello digitale, che stimola l’acquisto di televisori di nuova generazione. Per i prestiti personali si registra un’evoluzione negativa (-2,1% nel primo semestre 2010) che si attenua però nel corso dell’anno, portandosi a -0,3% a settembre 2010. Il trend è da ricollegarsi al processo di ricomposizione del portafoglio prodotti verso il credito non finalizzato in atto ormai da alcuni anni e, in tempi più recenti, al sempre maggior ricorso al canale bancario per la distribuzione del prodotto. Per le erogazioni di cessione del quinto dello stipendio/pensione è proseguito il trend in progressivo peggioramento, cominciato a partire dal secondo semestre 2009, che ha portato per la prima volta a una netta contrazione dei volumi erogati (-13,4% nei primi nove mesi del 2010). Infine, anche il comparto delle carte rateali/opzione risulta in peggioramento e mostra nel primo semestre 2010 una contrazione (-4,5%) dei flussi erogati rispetto allo stesso periodo del 2009 che non si è arrestata nemmeno nel terzo trimestre dell’anno (-4,9% nei primi nove mesi del 2010).
L’andamento dei mutui immobiliari
Invertendo un trend di contrazione in atto dal 2007, nel primo semestre 2010 tornano a crescere (+12,1%) le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici che hanno privilegiato l’acquisto di abitazioni come forma alternativa di investimento, spinte dai bassi tassi di interesse. Percorso di ripresa che è proseguito nel corso del terzo trimestre dell’anno, portando l’incremento al +14,6% nei primi nove mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009. Prosegue anche l’espansione dei mutui per costruzione e ristrutturazione dell’abitazione, di surrogazione e di sostituzione, che nel primo semestre 2010 arrivano a rappresentare circa un terzo della produzione (31% dei volumi erogati, contro il 28% del 2009) e mostrano una crescita dei flussi finanziati rispetto allo stesso periodo del 2009 pari al +21,4%. La buona performance di questa tipologia di mutui è continuata nel terzo trimestre 2010 (+17,1% nei primi nove mesi del 2010). Dall’analisi risulta che, nel primo semestre 2010, si è riavviata, anche se lentamente, la ricomposizione dei mutui verso importi e durate contrattuali maggiori, con le classi principali che risultano essere rispettivamente quella relativa ad importi compresi tra 101 e 200 mila euro, e quella di durata superiore a 26 anni, dovuta in buona misura alla ripresa dei mutui per acquisto che generalmente hanno valori e durate maggiori rispetto agli altri mutui. Il permanere di un atteggiamento di cautela nelle politiche di offerta e nei comportamenti delle famiglie è testimoniato dalla quota di mutui con Loan to Value ratio oltre l’80% dell’immobile finanziato, che si conferma al 5% dei flussi totali, rispetto alla quota dell’11% raggiunta prima della crisi. Infine, i dati del primo semestre 2010 evidenziano il ritorno della preferenza da parte delle famiglie per il tasso variabile: i mutui indicizzati, infatti, arrivano a sfiorare i tre quarti delle erogazioni (73% dei flussi erogati complessivi), mentre nel 2009 rappresentavano circa la metà del totale (48%). Questo trend è dovuto ai livelli molto bassi dei tassi di riferimento, in particolare alla maggiore riduzione dei tassi variabili rispetto al tasso fisso, ma anche al diffondersi sul mercato dei mutui con cap, contratti a tasso variabile indicizzato con un limite massimo all’innalzamento dei tassi di interesse, che consentono ai mutuatari di contenere il rischio di futura incapacità a sostenere il pagamento della rata, nell’ipotesi di eventuali forti aumenti dei tassi. Prosegue il ritorno verso le erogazioni dirette di mutui tramite gli sportelli bancari tradizionali che, rivolgendosi a una clientela con rischiosità più contenuta, veicolano il 72% dei flussi erogati nei primi nove mesi del 2010.
L’analisi della rischiosità
Nel corso del 2010 la qualità del credito alle famiglie mostra un lieve miglioramento, originato prevalentemente dagli strumenti messi a disposizione delle famiglie che hanno avuto un impatto positivo più rilevante nel segmento dei mutui immobiliari. A ciò si sono affiancate politiche di erogazione più attente da parte degli operatori e comportamenti più cauti delle famiglie nel ricorso al credito. Anche se incerta, questa fase di miglioramento rappresenta comunque un momento di recupero parziale degli equilibri economico finanziari delle famiglie. Per il comparto del credito al consumo l’andamento del tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) mostra un lieve miglioramento, che a giugno 2010 posiziona l’indicatore al 3,1% e a settembre 2010 al 2,9%. Tuttavia l’andamento del tasso di sofferenza (l’indice di rischio che misura il rapporto tra crediti in sofferenza sul totale dei crediti in essere) prosegue su un trend di crescita, per il permanere di finanziamenti in sofferenza all’interno di portafogli degli istituti che sono meno dinamici e caratterizzati da linee di credito più mature. I dati evidenziano una situazione complessivamente più favorevole per i mutui immobiliari, comparto in cui il tasso di default continua lievemente a migliorare, attestandosi all’1,9% a settembre 2010. Questa dinamica riflette l’effetto congiunto sulla qualità del credito dei fattori quali la moratoria, gli interventi su portabilità e rinegoziazione, le politiche più prudenti da parte degli operatori creditizi, nonché il permanere di livelli contenuti dei tassi di interesse. Tali caratteristiche si riflettono anche sull’evoluzione del tasso di sofferenza dei mutui, che si conferma sostanzialmente stabile.
Le prospettive
L’evoluzione del bilancio delle famiglie fa ritenere che nei prossimi anni non ci saranno le condizioni per un ritorno della crescita del mercato del credito ai livelli pre-crisi, a causa della modesta intensità della ripresa economico-finanziaria e dalla fragilità della situazione occupazionale. D’altro canto il mercato muoverà verso una maggiore complessità, riflettendo anche l’impatto del processo di revisione della regolamentazione sull’operatività, soprattutto nel comparto del credito al consumo. L’adeguamento alla direttiva europea sul credito ai consumatori, in prima battuta, comporterà infatti per gli operatori una serie di adempimenti e complessità organizzative rilevanti, incidendo sul pricing, sui prodotti e sull’assetto dell’industria. Nello stesso tempo, tuttavia, l’adozione delle nuove norme rafforzando la trasparenza, e la maggiore tutela del consumatore, genera nuove opportunità per lo sviluppo del mercato, ancora oggi in Italia potenzialmente elevato. In questo scenario, la capacità degli operatori di rimodulare le strategie di offerta, con il duplice obiettivo di ricostruire un rapporto di maggiore fiducia con il cliente e consolidare la relazione nel tempo, risulterà determinante per sviluppare in maniera equilibrata e sostenibile il ricorso al credito da parte delle famiglie, anche puntando su elementi fondamentali come la formazione della rete di vendita e l’educazione finanziaria delle famiglie, presupposto imprescindibile per decisioni di indebitamento consapevole. Dato il suddetto scenario di fragilità, si prevede che il mercato del credito al consumo mantenga un’espansione modesta anche nell’ultimo trimestre del 2010 e bisognerà attendere il biennio 2011-2012 per avere un lento riattivarsi della spesa delle famiglie e una conseguente crescita del mercato, seppur modesta, delle consistenze di credito, pari al +2,6% nel 2011 e al +4,5% nel 2012. Per la fine del 2010 ci si aspetta, invece, una crescita delle consistenze di credito legate aimutui intorno al +9%. L’espansione del comparto sarà da una parte sostenuta dalle scelte di investimento delle famiglie, dall’altra calmierata dalla fragilità del ciclo economico che potrebbe tradursi in un’elevata attenzione degli operatori al grado di rischiosità della clientela. Per il biennio 2011-2012 si attende un progressivo rallentamento che risentirà della modesta ripresa del quadro macroeconomico, di un’evoluzione del mercato immobiliare ancora piuttosto debole e del progressivo rialzo dei tassi di interesse di mercato. L’espansione del comparto è così prevista attestarsi al +6,8% nel 2011 e al +4,2% nel 2012. La fragilità del mercato dei finanziamenti alle famiglie continuerà a manifestarsi nel mantenimento di indici di rischiosità del credito su livelli elevati, rafforzando la necessità da parte degli operatori di mantenere alta l’attenzione alla sostenibilità del debito in fase di erogazione. La profondità della crisi economica coniugata al lento percorso di ripresa porta, infatti, a delineare uno scenario per i prossimi anni caratterizzato da un’ulteriore emersione di sofferenze nel biennio 2011-2012, sebbene a ritmi progressivamente decrescenti. Su tale dinamica, in particolare, potrebbero pesare gli effetti della fine del periodo di sospensione delle rate concesso dalla moratoria e, nella fase di ampliamento dei tassi di mercato, la ricomposizione dei mutui verso la componente a tasso variabile.
Autore: Ufficio stampa Assofin – CRIF Ufficio comunicazione Prometeia
Fonte: Elena Botturi Burson-Marsteller
Secondo l’Osservatorio sul Credito al Dettaglio realizzato da Assofin, CRIF e Prometeia, nel corso del 2010 il mercato del credito alle famiglie in Italia ha iniziato a mostrare i primi segnali di miglioramento, soprattutto per il segmento dei mutui in quanto, nell’attuale fase di mercato, gli investimenti immobiliari sono diventati un’alternativa più appetibile rispetto agli strumenti finanziari anche in virtù del basso livello dei tassi di interesse applicati (o di mercato). In generale, tuttavia, il comparto del credito continua a essere caratterizzato da una certa fragilità dovuta sia alla debolezza delle condizioni reddituali delle famiglie, con conseguente restrizione dei consumi, sia alla permanenza di un elevato livello di disoccupazione, due fattori che continuano ad alimentare comportamenti delle famiglie improntati alla cautela e politiche di erogazione attente al rischio. Il debito delle famiglie italiane si mantiene ben al di sotto della media europea, con un rapporto rispetto al reddito disponibile che si è attestato nel primo semestre 2010 al 65%, contro il 97% a marzo 2010 per la media dell’area Euro e il 155% Del Regno Unito nel 2009.
L’andamento del credito al consumo
Nel primo semestre 2010 il mercato del credito al consumo risulta in contrazione (-4,8%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma in miglioramento rispetto a fine 2009 (-11,2%). I dati aggiornati a settembre 2010 confermano il trend di riduzione delle erogazioni (-5,1% nei primi nove mesi). Per quanto riguarda il comparto dei finanziamenti finalizzati ad acquisti di autoveicoli e motocicli, l’analisi mostra una riduzione dei flussi erogati nel corso del primo semestre 2010, pari al -6,6%, in miglioramento rispetto al -20,3% di giugno 2009. I dati aggiornati a settembre 2010 confermano il trend di progressiva contrazione dell’erogazione di credito in corso d’anno, che porta a -10,2% l’evoluzione dei primi nove mesi del 2010, a causa soprattutto del venire meno, dopo il primo trimestre, degli incentivi alla rottamazione che hanno determinato un drastico calo delle immatricolazioni di autovetture. Invece, i volumi erogati per i finanziamenti finalizzati all’acquisto di altri beni e servizi (arredamento, elettronica, elettrodomestici e viaggi) risultano in miglioramento in corso d’anno, con una crescita nei primi nove mesi del 2010 che si attesta a +1,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si evidenzia, in particolare, il buon andamento del comparto relativo aglielettrodomestici, che stanno trovando sostegno nel progressivo passaggio dal segnale televisivo analogico a quello digitale, che stimola l’acquisto di televisori di nuova generazione. Per i prestiti personali si registra un’evoluzione negativa (-2,1% nel primo semestre 2010) che si attenua però nel corso dell’anno, portandosi a -0,3% a settembre 2010. Il trend è da ricollegarsi al processo di ricomposizione del portafoglio prodotti verso il credito non finalizzato in atto ormai da alcuni anni e, in tempi più recenti, al sempre maggior ricorso al canale bancario per la distribuzione del prodotto. Per le erogazioni di cessione del quinto dello stipendio/pensione è proseguito il trend in progressivo peggioramento, cominciato a partire dal secondo semestre 2009, che ha portato per la prima volta a una netta contrazione dei volumi erogati (-13,4% nei primi nove mesi del 2010). Infine, anche il comparto delle carte rateali/opzione risulta in peggioramento e mostra nel primo semestre 2010 una contrazione (-4,5%) dei flussi erogati rispetto allo stesso periodo del 2009 che non si è arrestata nemmeno nel terzo trimestre dell’anno (-4,9% nei primi nove mesi del 2010).
L’andamento dei mutui immobiliari
Invertendo un trend di contrazione in atto dal 2007, nel primo semestre 2010 tornano a crescere (+12,1%) le erogazioni di mutui immobiliari alle famiglie consumatrici che hanno privilegiato l’acquisto di abitazioni come forma alternativa di investimento, spinte dai bassi tassi di interesse. Percorso di ripresa che è proseguito nel corso del terzo trimestre dell’anno, portando l’incremento al +14,6% nei primi nove mesi del 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009. Prosegue anche l’espansione dei mutui per costruzione e ristrutturazione dell’abitazione, di surrogazione e di sostituzione, che nel primo semestre 2010 arrivano a rappresentare circa un terzo della produzione (31% dei volumi erogati, contro il 28% del 2009) e mostrano una crescita dei flussi finanziati rispetto allo stesso periodo del 2009 pari al +21,4%. La buona performance di questa tipologia di mutui è continuata nel terzo trimestre 2010 (+17,1% nei primi nove mesi del 2010). Dall’analisi risulta che, nel primo semestre 2010, si è riavviata, anche se lentamente, la ricomposizione dei mutui verso importi e durate contrattuali maggiori, con le classi principali che risultano essere rispettivamente quella relativa ad importi compresi tra 101 e 200 mila euro, e quella di durata superiore a 26 anni, dovuta in buona misura alla ripresa dei mutui per acquisto che generalmente hanno valori e durate maggiori rispetto agli altri mutui. Il permanere di un atteggiamento di cautela nelle politiche di offerta e nei comportamenti delle famiglie è testimoniato dalla quota di mutui con Loan to Value ratio oltre l’80% dell’immobile finanziato, che si conferma al 5% dei flussi totali, rispetto alla quota dell’11% raggiunta prima della crisi. Infine, i dati del primo semestre 2010 evidenziano il ritorno della preferenza da parte delle famiglie per il tasso variabile: i mutui indicizzati, infatti, arrivano a sfiorare i tre quarti delle erogazioni (73% dei flussi erogati complessivi), mentre nel 2009 rappresentavano circa la metà del totale (48%). Questo trend è dovuto ai livelli molto bassi dei tassi di riferimento, in particolare alla maggiore riduzione dei tassi variabili rispetto al tasso fisso, ma anche al diffondersi sul mercato dei mutui con cap, contratti a tasso variabile indicizzato con un limite massimo all’innalzamento dei tassi di interesse, che consentono ai mutuatari di contenere il rischio di futura incapacità a sostenere il pagamento della rata, nell’ipotesi di eventuali forti aumenti dei tassi. Prosegue il ritorno verso le erogazioni dirette di mutui tramite gli sportelli bancari tradizionali che, rivolgendosi a una clientela con rischiosità più contenuta, veicolano il 72% dei flussi erogati nei primi nove mesi del 2010.
L’analisi della rischiosità
Nel corso del 2010 la qualità del credito alle famiglie mostra un lieve miglioramento, originato prevalentemente dagli strumenti messi a disposizione delle famiglie che hanno avuto un impatto positivo più rilevante nel segmento dei mutui immobiliari. A ciò si sono affiancate politiche di erogazione più attente da parte degli operatori e comportamenti più cauti delle famiglie nel ricorso al credito. Anche se incerta, questa fase di miglioramento rappresenta comunque un momento di recupero parziale degli equilibri economico finanziari delle famiglie. Per il comparto del credito al consumo l’andamento del tasso di default (ovvero l’indice di rischio di credito di tipo dinamico che misura le nuove sofferenze e i ritardi di 6 o più rate nell’ultimo anno di rilevazione) mostra un lieve miglioramento, che a giugno 2010 posiziona l’indicatore al 3,1% e a settembre 2010 al 2,9%. Tuttavia l’andamento del tasso di sofferenza (l’indice di rischio che misura il rapporto tra crediti in sofferenza sul totale dei crediti in essere) prosegue su un trend di crescita, per il permanere di finanziamenti in sofferenza all’interno di portafogli degli istituti che sono meno dinamici e caratterizzati da linee di credito più mature. I dati evidenziano una situazione complessivamente più favorevole per i mutui immobiliari, comparto in cui il tasso di default continua lievemente a migliorare, attestandosi all’1,9% a settembre 2010. Questa dinamica riflette l’effetto congiunto sulla qualità del credito dei fattori quali la moratoria, gli interventi su portabilità e rinegoziazione, le politiche più prudenti da parte degli operatori creditizi, nonché il permanere di livelli contenuti dei tassi di interesse. Tali caratteristiche si riflettono anche sull’evoluzione del tasso di sofferenza dei mutui, che si conferma sostanzialmente stabile.
Le prospettive
L’evoluzione del bilancio delle famiglie fa ritenere che nei prossimi anni non ci saranno le condizioni per un ritorno della crescita del mercato del credito ai livelli pre-crisi, a causa della modesta intensità della ripresa economico-finanziaria e dalla fragilità della situazione occupazionale. D’altro canto il mercato muoverà verso una maggiore complessità, riflettendo anche l’impatto del processo di revisione della regolamentazione sull’operatività, soprattutto nel comparto del credito al consumo. L’adeguamento alla direttiva europea sul credito ai consumatori, in prima battuta, comporterà infatti per gli operatori una serie di adempimenti e complessità organizzative rilevanti, incidendo sul pricing, sui prodotti e sull’assetto dell’industria. Nello stesso tempo, tuttavia, l’adozione delle nuove norme rafforzando la trasparenza, e la maggiore tutela del consumatore, genera nuove opportunità per lo sviluppo del mercato, ancora oggi in Italia potenzialmente elevato. In questo scenario, la capacità degli operatori di rimodulare le strategie di offerta, con il duplice obiettivo di ricostruire un rapporto di maggiore fiducia con il cliente e consolidare la relazione nel tempo, risulterà determinante per sviluppare in maniera equilibrata e sostenibile il ricorso al credito da parte delle famiglie, anche puntando su elementi fondamentali come la formazione della rete di vendita e l’educazione finanziaria delle famiglie, presupposto imprescindibile per decisioni di indebitamento consapevole. Dato il suddetto scenario di fragilità, si prevede che il mercato del credito al consumo mantenga un’espansione modesta anche nell’ultimo trimestre del 2010 e bisognerà attendere il biennio 2011-2012 per avere un lento riattivarsi della spesa delle famiglie e una conseguente crescita del mercato, seppur modesta, delle consistenze di credito, pari al +2,6% nel 2011 e al +4,5% nel 2012. Per la fine del 2010 ci si aspetta, invece, una crescita delle consistenze di credito legate aimutui intorno al +9%. L’espansione del comparto sarà da una parte sostenuta dalle scelte di investimento delle famiglie, dall’altra calmierata dalla fragilità del ciclo economico che potrebbe tradursi in un’elevata attenzione degli operatori al grado di rischiosità della clientela. Per il biennio 2011-2012 si attende un progressivo rallentamento che risentirà della modesta ripresa del quadro macroeconomico, di un’evoluzione del mercato immobiliare ancora piuttosto debole e del progressivo rialzo dei tassi di interesse di mercato. L’espansione del comparto è così prevista attestarsi al +6,8% nel 2011 e al +4,2% nel 2012. La fragilità del mercato dei finanziamenti alle famiglie continuerà a manifestarsi nel mantenimento di indici di rischiosità del credito su livelli elevati, rafforzando la necessità da parte degli operatori di mantenere alta l’attenzione alla sostenibilità del debito in fase di erogazione. La profondità della crisi economica coniugata al lento percorso di ripresa porta, infatti, a delineare uno scenario per i prossimi anni caratterizzato da un’ulteriore emersione di sofferenze nel biennio 2011-2012, sebbene a ritmi progressivamente decrescenti. Su tale dinamica, in particolare, potrebbero pesare gli effetti della fine del periodo di sospensione delle rate concesso dalla moratoria e, nella fase di ampliamento dei tassi di mercato, la ricomposizione dei mutui verso la componente a tasso variabile.
Autore: Ufficio stampa Assofin – CRIF Ufficio comunicazione Prometeia
Fonte: Elena Botturi Burson-Marsteller