Altrimenti si rischia di punire solo chi è stato vittima della crisi finanziaria lasciando invece indisturbato chi ne è stato la causa. A partire da quel sistema ombra che anche con le norme in discussione resterà nascosto. Il paradosso di Basilea 3 è sotto gli occhi di tutti: si rischia di punire chi è stato vittima della crisi e lasciare praticamente indisturbato chi quella crisi l’ha causata. A lanciare l’allarme è stato ancora una volta il presidente dell’Abi e del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, che in più di un’occasione, negli ultimi tempi, ha messo in guardia il mercato sulle conseguenze negative che Basilea 3 potrebbe avere per il settore creditizio italiano.
E ieri, durante l’Italian Axa forum, ha rincarato la dose, sottolineando le incongruenze delle nuove norme. Le regole ferree vanno bene, ma devono essere applicate prima di tutto a chi finora ha operato nell’ombra e ha originato la crisi finanziaria. Altrimenti la crisi si potrebbe ripresentare alla prossima occasione. Ci sono «assicurazioni e banche che non sono state la causa del disastro ma ne pagano il prezzo», ha sottolineato Mussari. Mentre, ha aggiunto, «i concorrenti d’Oltreoceano che ne sono stati la causa non applicano le regole». La preoccupazione dell’associazione delle banche italiane è che le nuove norme si rivelino molto meno generali di quanto si potrebbe pensare e finiscano per essere applicate in Italia e in Europa ma non negli Stati Uniti, epicentro del terremoto che ha colpito la finanza e il sistema economico mondiale, creando inevitabili squilibri tra un mercato e l’altro. «È successo con Basilea 2, che in Europa è stato adottato mentre stiamo ancora aspettando che lo si faccia negli Stati Uniti», ha aggiunto Mussari, «È difficile spiegare una cosa del genere alla gente comune», continua il presidente dell’Abi, perché così non si estirpano le cause della crisi. È indispensabile, invece, che le nuove regole portino trasparenza anche su quel sistema bancario ombra che è tra i maggiori responsabili della situazione attuale. Se non verranno sottoposti a regolamentazione anche quei soggetti, quegli intermediari finanziari, che «operano nell’ombra», in termini di rischio sistemico, ha aggiunto Mussari, «saremo di nuovo al punto di partenza» anche dopo l’introduzione di Basilea 3.
Le regole, quindi, non devono mancare, purché siano applicate correttamente e al soggetto appropriato. La mano invisibile, ha aggiunto il presidente dell’Abi, «poteva anche andare bene per il macellaio, ma non per gli hedge fund di non so dove. Ci vogliono regole e limiti», ha concluso Mussari, «e la prigione per chi sbaglia».Insomma, le nuove norme devono portare trasparenza in mercati finora nascosti e senza regole. Bisogna in pratica distinguere «tra le banche e altre cose, che potremmo chiamare intermediari finanziari e che svolgono legittimamente un’altra attività». E all’interno di quest’ultima categoria bisogna distinguere quelli che fanno sì gli intermediari ma si pongono fuori dalle regole. Per il presidente dell’Abi il problema è che il «sistema ombra» è diverse volte più grande di quello trasparente ed è collocato nei posti luoghi più impensati, dove non ci sono regolamentazioni e criteri contabili e dove però si sono sviluppati i germi della crisi. Basilea 3, così com’è, non risolve quindi i problemi, perché non affronta il nodo della leva finanziaria, tra le cause principali del disastro.
Fonte: MILANO FINANZA
Altrimenti si rischia di punire solo chi è stato vittima della crisi finanziaria lasciando invece indisturbato chi ne è stato la causa. A partire da quel sistema ombra che anche con le norme in discussione resterà nascosto. Il paradosso di Basilea 3 è sotto gli occhi di tutti: si rischia di punire chi è stato vittima della crisi e lasciare praticamente indisturbato chi quella crisi l’ha causata. A lanciare l’allarme è stato ancora una volta il presidente dell’Abi e del Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari, che in più di un’occasione, negli ultimi tempi, ha messo in guardia il mercato sulle conseguenze negative che Basilea 3 potrebbe avere per il settore creditizio italiano.
E ieri, durante l’Italian Axa forum, ha rincarato la dose, sottolineando le incongruenze delle nuove norme. Le regole ferree vanno bene, ma devono essere applicate prima di tutto a chi finora ha operato nell’ombra e ha originato la crisi finanziaria. Altrimenti la crisi si potrebbe ripresentare alla prossima occasione. Ci sono «assicurazioni e banche che non sono state la causa del disastro ma ne pagano il prezzo», ha sottolineato Mussari. Mentre, ha aggiunto, «i concorrenti d’Oltreoceano che ne sono stati la causa non applicano le regole». La preoccupazione dell’associazione delle banche italiane è che le nuove norme si rivelino molto meno generali di quanto si potrebbe pensare e finiscano per essere applicate in Italia e in Europa ma non negli Stati Uniti, epicentro del terremoto che ha colpito la finanza e il sistema economico mondiale, creando inevitabili squilibri tra un mercato e l’altro. «È successo con Basilea 2, che in Europa è stato adottato mentre stiamo ancora aspettando che lo si faccia negli Stati Uniti», ha aggiunto Mussari, «È difficile spiegare una cosa del genere alla gente comune», continua il presidente dell’Abi, perché così non si estirpano le cause della crisi. È indispensabile, invece, che le nuove regole portino trasparenza anche su quel sistema bancario ombra che è tra i maggiori responsabili della situazione attuale. Se non verranno sottoposti a regolamentazione anche quei soggetti, quegli intermediari finanziari, che «operano nell’ombra», in termini di rischio sistemico, ha aggiunto Mussari, «saremo di nuovo al punto di partenza» anche dopo l’introduzione di Basilea 3.
Le regole, quindi, non devono mancare, purché siano applicate correttamente e al soggetto appropriato. La mano invisibile, ha aggiunto il presidente dell’Abi, «poteva anche andare bene per il macellaio, ma non per gli hedge fund di non so dove. Ci vogliono regole e limiti», ha concluso Mussari, «e la prigione per chi sbaglia».Insomma, le nuove norme devono portare trasparenza in mercati finora nascosti e senza regole. Bisogna in pratica distinguere «tra le banche e altre cose, che potremmo chiamare intermediari finanziari e che svolgono legittimamente un’altra attività». E all’interno di quest’ultima categoria bisogna distinguere quelli che fanno sì gli intermediari ma si pongono fuori dalle regole. Per il presidente dell’Abi il problema è che il «sistema ombra» è diverse volte più grande di quello trasparente ed è collocato nei posti luoghi più impensati, dove non ci sono regolamentazioni e criteri contabili e dove però si sono sviluppati i germi della crisi. Basilea 3, così com’è, non risolve quindi i problemi, perché non affronta il nodo della leva finanziaria, tra le cause principali del disastro.
Fonte: MILANO FINANZA